
Il giornalista-lobbista, nei guai nel filone sulle commesse d’oro ai tempi di Arcuri, cura i rapporti istituzionali della società che ha vinto la gara per la logistica nel porto di Taranto. Nella compagine c’è un delegato di Pechino che fornì dpi a Emiliano.Il tribunale di Roma ha fissato al 15 settembre l’udienza preliminare legata all’indagine su una fornitura di mascherine dalla Cina commissionata nella prima fase dell’emergenza Covid. Nel procedimento risultano indagate 11 persone tra cui l’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri e l’imprenditore Mario Benotti. Nei confronti di Arcuri l’accusa è di abuso d’ufficio mentre i pm contestano a Benotti e altre 7 persone il reato di traffico di influenze illecite. In base a quanto emerge dal capo di imputazione, l’imprenditore «in concorso con altri, sfruttava le proprie relazioni personali e occulte con Arcuri ottenendo che quest’ultimo assicurasse ai partner di Benotti un’esclusiva in via di fatto nell’intermediazione delle forniture di maschere chirurgiche e dispositivi di protezione individuali».Ma a quasi tre anni da quegli acquisti di mascherine cosa fanno oggi Arcuri e Benotti? Il primo, dopo aver ceduto nel marzo del 2021 il testimone di commissario per l’emergenza al generale Francesco Figliuolo, era rimasto al timone di Invitalia (nonostante il flop delle Primule, i ritardi della campagna vaccinale, il pasticcio su Reithera e i banchi a rotelle). Questo fino al 30 giugno 2022 quando sono cambiati i vertici della mano operativa e finanziaria dello Stato sul fronte del sostegno al sistema imprenditoriale e al rilancio delle aree di crisi industriali. Con l’arrivo di Bernardo Mattarella al timone e Rocco Sabelli come presidente, si è infatti chiusa la stagione di Arcuri che ha guidato Invitalia per quindici anni. Oggi l’ex commissario è sparito dai radar. Facendo una rapida ricerca sulla banca dati della Camera di Commercio, risulta ancora consigliere di amministrazione dell’istituto della Enciclopedia Treccani (era stato nominato il 30 aprile 2020), presidente e consigliere di Treccani Reti spa, presidente e consigliere della Treccani Academia srl che si occupa di corsi di formazione. La formazione e i corsi di aggiornamento professionale sono anche l’attività della Digit’Ed, società partecipata da Intesa Sanpaolo e Nextalia, di cui Arcuri è diventato consigliere di amministrazione lo scorso 16 febbraio dopo essere stato cooptato in cda in seguito alle dimissioni di Fabrizio Palenzona (diventato in questi giorni neopresidente di Fondazione Crt). Mentre Arcuri si occupa di Treccani e formazione, Benotti si interessa di logistica portuale. L’ex giornalista e imprenditore è presidente del consorzio Optel Technology che è basato a Roma ma ha anche due sedi, una a Lecce presso l’università del Salento, e una a Brindisi, presso la Cittadella della Ricerca (dove vengono portati avanti anche i progetti sull’idrogeno valley pugliese). Benotti spuntava tra i relatori di un convegno sulla transizione energetica organizzato a Milano lo scorso 23 novembre cui, però, alla fine non avrebbe partecipato. Nella brochure dell’evento era comunque già stato indicato il titolo di quello che avrebbe dovuto essere il suo intervento: «Il ruolo del porto di Taranto nel Mediterraneo per il rilancio energetico e logistico dell’Italia». Nell’estate del 2022, l’ex giornalista e imprenditore sarebbe stato notato più volte in visita alla sede dell’autorità portuale del Mar Ionio presieduta da Sergio Prete insieme ad altre persone. Tra queste, anche Gao Shuai. Chi è Shuai? Per rispondere dobbiamo fare un passo indietro. La gara per aggiudicarsi la piattaforma logistica del porto pugliese (la cosiddetta Zona economica speciale Jonica) è stata vinta dalla società Progetto Internazionale 39. Come ha rivelato La Verità a novembre, tra gli azionisti di questa srl c’è anche Shuai con il 33%, mentre un 1% è posseduto dall’Associazione per lo sviluppo economico e culturale internazionale. Shuai è presidente della Aseci, fondatore del Dragon Business Forum, responsabile di progetti per favorire rapporti tra imprese italiane e cinesi ma soprattutto è un delegato del governo di Pechino. Ma torniamo alla Progetto Internazionale 39. L’oggetto principale della srl italo-cinese è «l’assunzione e la gestione di partecipazioni operanti nei settori energetico, trasporti, concessioni, logistica, servizi in genere». Attività ben diverse da quelle di cui si occupava fino all’11 agosto 2022 quando ha cambiato nome e oggetto sociale: prima, infatti, si chiamava Pumma Brand e si occupava di gestire il marchio di una catena di pizzerie nella Capitale. Nell’aprile e settembre 2020, in piena emergenza Covid, in Puglia arrivò direttamente dalla Cina un carico da 50 tonnellate di dispositivi. In quell’occasione il presidente della Regione, Michele Emiliano, dichiarò che ciò era stato possibile grazie alle relazioni di amicizia con il governatore della provincia del Guangdong Ma Xingrui. E secondo quanto ricostruito all’epoca, fu proprio l’imprenditore Shuai a fare da facilitatore con le grandi piattaforme distributive dei materiali sanitari che in quel momento tutto il mondo cercava. Lo stesso Shuai azionista di Progetto Internazionale 39, società i cui rapporti istituzionali sarebbero curati da Benotti.
Ansa
Centinaia di tank israeliani pronti a invadere la Striscia. Paesi islamici coesi contro il raid ebraico in Qatar. Oggi Marco Rubio a Doha.
iStock
Considerato un superfood, questo seme (e l’olio che se ne ricava) combatte trigliceridi, colesterolo e ipertensione. E in menopausa aiuta a contrastare l’osteoporosi. Accertatevi però di non essere allergici.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Parla Roberto Catalucci, il maestro di generazioni di atleti: «Jannik è un fenomeno che esula da logiche federali, Alcaraz è l’unico al suo livello. Il passaggio dall’estetica all’efficienza ha segnato la svolta per il movimento».
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.