2022-10-29
La Bce presenta ricorso su Carige ed evita la famiglia Malacalza
Vittorio Malacalza (Ansa)
Rinviato sine die il processo sul commissariamento, tema sul quale l’Eurotower ha già perso un altro procedimento.Nuovo capitolo nella saga giudiziaria della famiglia Malacalza contro il commissariamento di Carige, di cui un tempo era maggiore azionista, e contro la decisione di cedere l’istituto ligure. Con diversi filoni giudiziari aperti sia in Italia sia in Europa, che non possono non toccarsi e influenzarsi a vicenda. Giovedì, si sarebbe dovuta tenere davanti alla quarta sezione della Corte di giustizia dell’Unione europea un’udienza di una nuova causa intestata da Malacalza investimenti contro la Bce per chiedere l’annullamento del commissariamento dell’istituto ligure del 1° gennaio 2019. Per inquadrare la vicenda servono due premesse. La prima: a settembre, la società aveva vinto una causa in cui contestava la scelta di Francoforte di negare l’accesso ai documenti dell’amministrazione straordinaria. La seconda: a metà ottobre il Tribunale ha già dato torto alla Banca centrale europea annullando la decisione di porre Carige in amministrazione straordinaria, poiché sarebbe stato commesso un errore di diritto nella determinazione della base giuridica utilizzata per adottare il provvedimento. In questo caso però il ricorso, che portava avanti le stesse contestazioni fatte del gruppo Malacalza, era stato presentato da Francesca Corneli, all’epoca azionista di minoranza con lo 0,000361% del capitale sociale. Sarebbe quindi stato logico aspettarsi un esito positivo anche per il ricorso di Malacalza investimenti, ma l’udienza del 27 ottobre è stata rinviata sine die su richiesta della Bce, che nel frattempo ha fatto appello contro la sentenza Corneli. Francoforte ha voluto prendere tempo e così il processo rischia di rimanere fermo a tempo indeterminato. Ora l’attesa si sposta sul gruppo Malacalza, che dovrà decidere come muoversi. A questi procedimenti, poi, se ne aggiungono altri due. L’ultimo, ripresentato pochi giorni fa sempre sulla scia della sentenza Corneli, riguarda una richiesta di danni presentata da Malacalza investimenti, con un atto di citazione del 20 ottobre, per chiedere la condanna di Carige (oggi controllata da Bper), «al pagamento di circa 539 milioni di euro a titolo di risarcimento del danno asseritamente subìto da Malacalza in conseguenza della delibera di aumento di capitale assunta dall’assemblea straordinaria di Carige del 20 settembre 2019». Atto a cui Carige ha reagito rispondendo, «in condivisione con Bper Banca», che «ritiene che la richiesta sia assolutamente infondata, riservandosi ogni eventuale iniziativa che dovesse ritenere necessaria o anche solo opportuna a tutela dei propri diritti e interessi». Non solo: è ancora aperto anche il procedimento del 2019 in cui Malacalza investimenti e Vittorio Malacalza hanno chiesto alla Bce 875 milioni di danni per le «omissioni di interventi doverosi» e le «positive condotte pregiudizievoli» attinenti all’esercizio delle funzioni di vigilanza su Carige. In particolare, vengono contestati «impropri condizionamenti e ingerenze nei processi di governance della banca, favorendone una gestione autocratica da parte degli amministratori delegati» che avrebbero «concorso a creare i presupposti che la stessa autorità ha posto a fondamento della propria illegittima decisione di assoggettamento della banca ad amministrazione straordinaria e di avere, con ciò e con successivi comportamenti, concorso a determinare l’illegittimo aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione, deliberato nel 2019, che ha provocato una ingente perdita di valore delle partecipazioni degli azionisti».
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