2019-06-14
Battaglia per togliere 25.000 euro pubblici al gay pride di Torino
Con il nuovo presidente regionale Alberto Cirio barcolla il sostegno, dato da Sergio Chiamparino, al raduno più antileghista della storia.Venticinquemila euro di fondi regionali stanziati per finanziare il gay pride che si svolgerà sabato prossimo a Torino. Il nuovo presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, è stato proclamato da appena tre giorni ma già si trova in eredità la prima patata bollente, passatagli dall'ex giunta di centrosinistra, ovvero il patrocinio al più antisalviniano di tutti i pride che siano mai stati organizzati finora. Difatti, quest'anno, il tema scelto dalla comunità lgbt è Over the borders, il superamento dei confini, e il documento delle rivendicazioni del Torino Pride, oltre alle consuete istanze dell'attivismo gay, «incrocia» altre tematiche dell'attuale momento politico, schierandosi contro il programma della Lega e del centro-destra in materia di famiglia, vita, libertà educativa e persino immigrazione.Ius soli e poliamoriNelle quattro pagine del documento politico, pubblicato sul sito del Torino pride, si va dalla richiesta di abrogazione del decreto sicurezza del ministro Matteo Salvini alla promozione dello ius soli, passando per il riconoscimento dei «poliamori» (leggasi legge sulla poligamia), le adozioni per le coppie dello stesso sesso, il suicidio assistito e l'abolizione della legge 40 che, ricordiamo, è il quadro normativo che regola la procreazione assistita e che vieta la pratica dell'utero in affitto. Insomma, il testo assomiglia in tutto e per tutto alla base programmatica di un partito della sinistra radicale: non a caso nei primi capoversi si dichiara apertamente che «il Pride è antifascista, antirazzista e di lotta». «Oggi, più che mai, l'attuale governo e organizzazioni di ispirazione dichiaratamente fascista e contro le libertà personali», si legge ancora, «favoriscono linguaggi e pensieri di matrice discriminatoria nei confronti di fasce sociali esposte come i migranti, le persone Lgbtqi* e le donne». Gli organizzatori del pride sostengono anche che «sperimentiamo sempre più spesso nel nostro Paese diverse occasioni di repressione sociale»e «alcuni quartieri vengono addirittura militarizzati».Migranti lgbt Tra le rivendicazioni compare inoltre la «maggiore tutela» per i migranti lgbt, una questione molta calda dopo i numerosi casi di cronaca, che hanno visto migranti raggiunti dal provvedimento di espulsione dichiararsi gay al fine di ottenere la protezione internazionale. Si tratta infatti di status che rischiano di essere sfruttati da chi non ne ha diritto e molto difficili da accertare fuori dalle camere da letto.Fatto sta che alla luce del nuovo quadro politico uscito dalle urne del 26 maggio, gli organizzatori del pride iniziano a temere riguardo all'effettiva erogazione dei 25.000 euro. Il patrocinio è stato già concesso e firmato dalla vecchia giunta Chiamparino ma non è stato ancora liquidato, mancherebbe una firma della ragioneria.Petizione di citizengoLa settimana scorsa il coordinamento arcobaleno ha richiesto pubblicamente al nuovo presidente di «non togliere il patrocinio». Sulla Repubblica la coordinatrice, Giziana Vetrano, ha chiarito che saranno «interlocutori di chiunque al di là del colore politico», ma saranno «irremovibili» nel portare avanti le loro rivendicazioni. A chiedere un segnale di netta discontinuità è invece il presidente di Citizengo Italia, Filippo Savarese, che ha lanciato una petizione online per bloccare il finanziamento, a cui ha aderito anche la sezione piemontese del Family day.«Se la Regione vorrà intervenire fin da questa edizione sarebbe la cosa migliore», spiega Savarese, «ma più in generale chiediamo al presidente Cirio di rivedere la posizione del Piemonte e di cancellare tutti i futuri finanziamenti alle associazioni lgbt che propongono la maternità surrogata, il riconoscimento del terzo sesso, programmi di educazione nelle scuole e la poligamia». Savarese chiede, infine, l'uscita della regione dalla rete Ready (realtà delle amministrazioni pubbliche che adottano politiche gay friendly) e il rilancio di misure economiche e culturali che facciano del Piemonte un'istituzione modello sul fronte delle politiche per la famiglia e la natalità. Sentito dalla Verità, il neo consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Maurizio Marrone, ritiene che ci siano pochi margini per ritirare il finanziamento del 2019 e ricorda che l'assemblea regionale non si riunirà prima di luglio. Tuttavia, come membro della maggioranza di centro-destra, Marrone assicura che ci sarà un cambio di rotta coerente con «il mandato così netto» dato loro dagli elettori che hanno decretato la schiacciante vittoria di Cirio. «Dobbiamo rivedere i patrocini», afferma Marrone, «non possiamo ignorare il documento del pride che pone delle rivendicazioni irricevibili e in contrasto con il nostro programma».
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)