2019-07-12
«Basta cordoni sanitari anti Lega nell’Ue»
Parla il nuovo ministro degli Affari europei Lorenzo Fontana: «A Bruxelles dialogherò con tutti, ma spartirsi le poltrone senza dare rappresentanza a una forza come la nostra è un errore. Al ministero della Famiglia ho fatto il massimo, all'inizio non c'erano neanche i computer...».Lorenzo Fontana è fresco di passaggio dal ministero della Famiglia a quello degli Affari europei. Va occupare una poltrona rovente, quella che fu di Paolo Savona. Ministro, cominciamo dal luogo che lascia. Che bilancio fa del suo impegno come ministro della Famiglia?«Lascio un ministero che abbiamo avviato un anno fa. Essendo un ministero di nuova istituzione siamo partiti da zero. Lei pensi che quando mi sono insediato non avevamo neanche i computer. In un anno abbiamo creato una struttura per la disabilità, abbiamo potenziato tutti i fondi, alcuni erano stati tagliati negli anni passati, e abbiamo lavorato a maxi progetti strutturali come l'assegno unico universale per le famiglie e il codice della disabilità. E c'è di più». Dica. «Proprio in questi giorni andranno a compimento i bandi che stanziano 80 milioni di euro per progetti di conciliazione famiglia lavoro, la carta famiglia, rivolta a migliaia di famiglie numerose, il decreto caregiver (45 milioni per il sostegno a chi si prende cura di malati gravi e gravissimi), i bandi che attingono dal fondo per la prevenzione dell'uso di droghe di 7 milioni e quello per i progetti sperimentali in lingua dei segni. Abbiamo inoltre fatto partire, per la prima volta nella storia, l'iter per arrivare al Piano nazionale per la non autosufficienza, per superare le disparità regionali nel sostegno alla disabilità, la disability card per semplificare e agevolare le persone con disabilità nell'accesso ai servizi, l'anagrafe Cude, la banca dati unica nazionale per garantire alle persone con disabilità l'accesso facile e veloce a tutte le Ztl d'Italia».Ha elencato una marea di risultati. Però c'è qualcosa che avrebbe voluto fare meglio? «Ho dato il massimo. Tante cose sono state finite, altri progetti a cui abbiamo lavorato in questi mesi a giorni vedranno il compimento».Quali sono?«Il potenziamento delle pensioni di invalidità rimane un obiettivo fondamentale, che necessita dell'impegno di tutto il governo e che sono sicuro sarà portato avanti. Conto inoltre che vada in porto il nostro progetto dell'assegno unico familiare mensile: un beneficio economico di grande sostegno per il ceto medio volto a invertire il drammatico calo demografico che interessa da anni il nostro Paese. Mi piacerebbe inoltre che si avviasse, a livello di governo, una discussione che porti all'istituzione del tribunale unico della famiglia. Anche alla luce dei recenti, e drammatici, fatti di cronaca, penso che la riforma del sistema delle scelte che coinvolgono i minori sia una necessità non prorogabile. Ricordo, a tal fine, che la scorsa settimana i gruppi politici hanno votato all'unanimità l'iter accelerato della nostra proposta di legge per l'istituzione della Commissione di inchiesta sulle case famiglia». Ecco, sui temi della famiglia che cosa si dovrà fare nel prossimo futuro per proseguire il suo lavoro?«La famiglia e la natalità necessitano di investimenti importanti e strutturali. Da qui la ragion d'essere dell'assegno unico. Alessandra Locatelli sono sicuro che farà un ottimo lavoro, anche da questo punto di vista». Passiamo al nuovo incarico agli Affari europei. Con che spirito lo affronta?«Con la determinazione di chi ha sempre creduto che il nostro sia un Paese di serie A che deve essere ascoltato e rispettato in Europa e in ogni ambito internazionale». I rapporti con l'Ue sono un tema spinoso in questo momento... Quale sarà il suo ruolo nelle trattative con gli altri Paesi?«Dobbiamo partire da un dialogo profondo con gli altri Paesi Ue. Su tutti i temi - a partire da immigrazione, commercio, economia - faremo valere gli interessi nazionali. Ci aspettiamo che ci sia dialogo e ascolto. Operazioni viste in queste settimane, come il cordone sanitario anti Lega, non sono degne di istituzioni che fanno della democrazia e della difesa dei diritti il proprio baluardo. Le istituzioni europee sono nate sulla base di ben altri principi e valori e dovrebbero preoccuparsi di dare ascolto anche a chi non la pensa come loro, perché la democrazia è anche questo. La spartizione interna di poltrone decisa a tavolino, senza dare diritto di rappresentanza a forze politiche che hanno ottenuto consensi importanti, è stato uno spettacolo assai poco edificante. Se questa è la nuova Europa, partiamo proprio col piede sbagliato».Quali sono i risultati che si aspetta di ottenere? «Il mio obiettivo sarà fare l'interesse dell'Italia, con le sue comunità, i suoi territori, le sue radici. Dobbiamo far valere un principio chiave: prima dell'economia ci sono le persone». Sull'immigrazione che battaglie dobbiamo portare avanti in Europa?«Il principio fondamentale è quello di bloccare il traffico di esseri umani e di fare in modo che l'Europa inizi a considerare la questione dell'immigrazione e dell'Africa nella sua globalità. Dopodiché un altro punto è la riforma di Dublino». Sul versante economico lei che ruolo avrà? Farà sentire ancora di più la voce della Lega?«Le dico, da padre e da ex ministro della Disabilità e della famiglia: di fronte alle necessità di tante mamme e papà, di fronte alle persone in sofferenza, non possono esserci vincoli economici che tengano. Deve finire l'epoca dell'austerità. Le persone, ripeto, prima di tutto». Come deve cambiare secondo lei l'Europa?«L'Europa deve tornare al sogno originario, una grande unione di popoli con radici comuni. Sotto questo profilo, il mancato riconoscimento delle comuni radici cristiane è stata una delle grandi occasioni perse della storia europea».Quale sarà il primo dossier di cui si occuperà?«Intanto penso e spero già dalla prossima settimana di essere a Strasburgo per una sessione importante. Iniziamo a capire che clima c'è attorno al Parlamento e alla Commissione per capire il miglior modo per essere efficaci nell'interesse dell'Italia e degli italiani».
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
Continua a leggereRiduci
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 17 settembre con Carlo Cambi