2020-04-28
Bankitalia fa a pezzi il Dl liquidità: «Servono risorse statali dirette»
Via Nazionale: «Un prestito su 10 non sarà restituito». Fabi: «Recuperi con le cartelle».Bankitalia smonta il Dl liquidità e lancia l'allarme per le casse dello Stato: il 10% non restituirà i prestiti . Ma non si pensi a una patrimoniale, perché il risparmio delle famiglie sui conti correnti consente agli istituti di effettuare interventi e prestiti.È una relazione dai toni assai severi, in alcuni passaggi, quella letta ieri in audizione alla Camera dal capo del servizio struttura economica di via Nazionale, Fabrizio Balassone. Quasi una spallata al Conte bis nei confronti del quale l'istituto guidato da Ignazio Visco aveva finora seguito le regole del fair play mettendo da parte gli attacchi ricevuti dai vecchi alleati della Lega. Ma ieri davanti alle commissioni Finanze e attività produttive, Bankitalia ha puntato i piedi. Facendosi portavoce delle preoccupazioni delle big del credito per le conseguenze che il decreto rischia di avere sulla tenuta del sistema. Il primo alert riguarda le insolvenze sui 450 miliardi di garanzie pubbliche attivate dai decreti del governo che «potrebbero anche superare quelli del biennio 2012-2013, quando si avvicinarono al 10%», scrive la Vigilanza. Sottolineando che «data la gravità della crisi e l'incertezza sui tempi e sulla rapidità della ripresa dell'attività economica, la probabilità di una futura escussione di tali garanzie sarà verosimilmente molto più elevata che in condizioni normali». Quindi gli oneri per le finanze pubbliche, seppure distribuiti su più esercizi «potranno essere significativi». Tradotto: una parte delle perdite subite dalle imprese non sarà recuperabile e non tutti i debiti (assistiti da garanzie pubbliche) accesi saranno immediatamente ripagati. Per questo per le imprese servono risorse dirette dello Stato con misure che «saranno tanto più efficaci quanto più si baseranno su meccanismi semplici, trasparenti e automatici». Le banche, insomma, sono convinte che i soldi messi a garanzia dallo Stato non basteranno e non intendono rimanere con il cerino in mano. Non a caso Bankitalia suggerisce anche un uso più esteso dell'autocertificazione da parte degli imprenditori che chiedono i prestiti «per attestare la sussistenza dei requisiti per l'accesso al finanziamento». Ci sarebbe così il duplice vantaggio di velocizzare il processo di erogazione arginando però il rischio legale per la banca. «Se si vuole assicurare la massima capacità di raggiungere il più ampio numero possibile di imprese, e con la massima rapidità bisogna specificare che le banche sono esentate dall'effettuare le valutazioni» sul merito del credito, ha detto Balassone.Non solo. Bankitalia chiede, per i prestiti oltre i 25.000 euro, «modalità atte sia a garantire gli obiettivi dei controlli antimafia sia a evitare un rallentamento dei tempi di erogazione del credito». L'introduzione di procedure accelerate per il rilascio della garanzia, in particolare con riferimento ai controlli previsti dalla legislazione antimafia, «può esporre al rischio di favorire l'economia illegale», viene sottolineato nella relazione. Dove si chiosa: «È una scelta politica» raggiungere la più ampia platea di aziende «con tempi più rapidi e «appesantire i conti dello Stato con conseguenze non desiderabili», oppure tutelare le finanze pubbliche. Non si pensi, poi, a una patrimoniale, perché il risparmio delle famiglie sui conti correnti è la «base della liquidità» degli istituti di credito che «consente di effettuare» interventi e prestiti. Insomma: «Se la togliamo riduciamo la capacità banche di intervenire», ha ricordato ieri Balassone. Nel frattempo, la Fabi lancia l'allarme: «L'azienda che non pagherà le rate» del prestito garantito dallo Stato, ha detto il segretario generale Lando Sileoni, «verrà messa a sofferenza con l'immediata chiusura di tutte le altre linee di credito attivate dalla banca: in un istante, quindi, un'azienda verrebbe rincorsa contemporaneamente dai creditori privati e dello Stato». Non solo: «Lo Stato, infatti, iscriverà a ruolo quei debiti e le conseguenti azioni saranno molto più invasive poiché verranno messe in campo le agenzie per la riscossione». Sempre ieri si è levata anche la voce dell'associazione dei banchieri. «Oggi (ieri, ndr) avremo una sorpresa in positivo» delle domande di prestiti garantiti fino a 25.000 euro al Fondo di garanzia, ha detto il vice direttore generale dell'Abi, Gianfranco Torriero a Rainews. In base ai dati diffusi dalla task force congiunta Abi istituzioni, sono arrivate oltre 20.000 richieste al fondo di garanzia per le Pmi di cui 5.200 solo nell'ultima settimana per i nuovi finanziamenti fino a 25.000 euro garantiti al 100% dallo Stato per complessivi 115,3 milioni. «Presumo che avremo un multiplo di questa cifra perché molte banche hanno utilizzato» il fine settimana per «l'invio massimo» delle domande al Fondo che deve dare l'ok all'erogazione finale, ha detto l'esponente dell'Abi.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.