2022-04-16
Bancomat e carte vanno in blackout. Per fortuna ci salvano i contanti
Mattinata da incubo, ieri, in varie zone d’Italia: pagamenti elettronici impossibili. Eppure il governo continua a demonizzare le banconote: 30 euro di multa, da giugno, ai negozianti che non accetteranno transazioni Pos.Pagamenti elettronici bloccati. Ieri mattina, dalle 11.45 alle 12.15, in diverse zone dell’Italia, bancomat e carte di credito erano inutilizzabili a causa di un disservizio, come segnalato da Nexi, importante gestore dei pagamenti elettronici del nostro Paese. Problemi tecnici che sono oggetto di accertamenti da parte di Nexi e della Polizia postale, che per momento esclude la possibilità di attacchi informatici. Il disservizio sarebbe invece legato, secondo gli esperti, a un guasto tecnico dovuto ad alcuni problemi di Ibm e avrebbe avuto un impatto significativo sull’utenza, secondo Nexi, per via delle festività pasquali, che hanno spinto molti italiani a fare acquisti nelle ultime ore. Situazione di certo non promettente per il futuro, se si pensa ai progetti del governo di Mario Draghi sui pagamenti elettronici e sulla loro implementazione.Nel decreto Pnrr, approvato questa settimana dal Consiglio dei ministri, in ottica anti evasione, sono stati rafforzati i pagamenti tramite Pos. Si è dunque deciso di anticipare, da gennaio 2023 al 30 giugno di quest’anno, la norma che prevede una multa per tutti quegli esercenti che non accetteranno pagamenti elettronici (da ricordare come fino al 30 giugno sono previsti crediti di imposta per chi acquista/noleggia un Pos per un massimo di 160 euro e sulle commissioni fatte fino al 100%). La sanzioni sarà di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transizione per la quale è stato rifiutato il pagamento elettronico. Una decisione che, quindi, spinge sempre di più in un angolo i pagamenti con il contante, che ormai da diversi anni sono diventati il capro espiatorio, del governo di turno, nella lotta contro l’evasione fiscale (basti pensare al tetto al contante inserito con la legge di Bilancio 2020 o all’introduzione del cashback fiscale per incentivare sempre di più i pagamenti elettronici e adesso le multe per chi non usa il Pos). La demonizzazione del contante non è, però, mai stata apprezzata dalla Bce, che ha, infatti, più volte richiamato l’Italia. Nel 2020, l’istituto ha scritto al governo di Giuseppe Conte ricordandogli come i pagamenti diversi dall’uso del contante rischiano di tagliare fuori la parte più debole della popolazione, che non ha accesso a conti bancari, ma anche a carte di credito, bancomat o più in generale al mondo dei pagamenti elettronici.Ma non solo, perché anche nel 2021 la Bce è tornata sulla questione contante, ricordando come «date le sue molteplici funzioni, il contante svolge un ruolo fondamentale all’interno del sistema economico e finanziario. È, pertanto, agevole prevedere che esso sopravviverà alla rivoluzione digitale, continuando a essere utilizzato per molti anni a venire». L’istituto ha, poi, sottolineato che il ruolo del contante, come mezzo di pagamento e di riserva di valore, deve essere salvaguardato con delle politiche attive. E, infine, la Bce ricorda anche che l’euro digitale (progetto cui sta lavorando da qualche anno) andrà ad affiancare il contante, senza sostituirlo: «Entrambi gli strumenti sono essenziali per il nostro obiettivo di offrire una moneta di banca centrale priva da rischi, al servizio del benessere collettivo, e di preservare il ruolo cruciale della moneta sovrana nel sistema finanziario. Il messaggio emerso dalla nostra recente consultazione pubblica è che la maggioranza dei cittadini è favorevole all’introduzione di un euro digitale, a condizione però che l’Eurosistema non utilizzi questa strada per abbandonare il contante», conclude l’istituto. Stando, infatti ,a dei sondaggi fatti dalla Banca di Francia e dalla Bce, più del 70% dei pagamenti sono ancora effettuati in contanti, soprattutto in Ue. Segno, dunque, che le resistenze alla digitalizzazione sono molto più forti di quanto ci si sarebbe probabilmente aspettato.Come non citare poi i Paesi nordici, ai quali molti si ispirano per avere un mondo con sempre più pagamenti digitali. La Svezia, da diversi anni, ha intrapreso questa strada, con il risultato finale che, a oggi, quasi l’85% dei pagamenti avviene con carta di credito o bancomat. L’obiettivo è, ovviamente, raggiungere il 100%, ma gli effetti negativi non mancano. La Sveriges riksbank, la banca centrale svedese, ha lanciato l’allarme per la mancanza dei contanti. L’economia nazionale ha, infatti, così poche corone, in carta e in metallo, che finisce per danneggiare le fasce più deboli della popolazione, come gli anziani e chi non ha un conto corrente (1,2 milioni di persone). E così è nato un movimento di protesta nei confronti del progetto di abbracciare una società senza contanti. Insomma, l’uso dei pagamenti elettronici presenta sicuramente dei vantaggi, ed è particolarmente usato dai più giovani. Ma il contante svolge, però, un ruolo fondamentale nell’economia anche nell’ottica di una maggiore inclusione sociale, motivo per cui non deve essere eliminato dai circuiti di pagamento.
Era il più veloce di tutti gli altri aeroplani ma anche il più brutto. Il suo segreto? Che era esso stesso un segreto. E lo rimase fino agli anni Settanta