2020-07-27
«Banchi a 300 euro». Ma sul Web ne costano 30
Lucia Azzolina ignora le critiche: «Vengono da maschilisti che parlano solo del mio rossetto».«Se mia nonna avesse le ruote, sarebbe una carriola». «E se la Azzolina avesse le ruote, sarebbe un ministro». Tra i parlamentari di maggioranza e opposizione, le battutacce sul ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, si sprecano, soprattutto da quando la vicenda dei banchi con le ruote, che secondo la prode Azzolina dovrebbero rappresentare l'uovo di Colombo per consentire il rientro in classe a settembre per milioni di studenti italiani, da spunto per meme, lazzi e frizzi sui social è diventata anche materia di polemica politica e inchieste giornalistiche. Il bando di gara predisposto dal supercommissario all'emergenza, Domenico Arcuri, prevede l'acquisto di un massimo di 1,5 milioni di banchi tradizionali e altrettanti «innovativi», ovvero con le ruote. Secondo indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, i banchi a rotelle costerebbero circa 300 euro ciascuno. Basta una rapida smanettata su internet per rendersi conto che, tanto per fare un esempio, su Alibaba.com, colosso cinese delle vendite online, gli stessi banchi a rotelle vengono venduti a un costo 10 volte inferiore: 30 dollari ciascuno (quindi meno di 30 euro). I tempi di consegna? Entro 15 giorni fino a 100 pezzi, per quantitativi maggiori occorre negoziare. Sempre su Alibaba.com si trova anche un'altra offerta: banchi a rotelle comodi e funzionali a 84 dollari al pezzo (poco più di 70 euro, tempi di consegna identici al caso precedente) Seppure le richieste provenienti dai dirigenti scolastici per i banchi con le ruote siano di molto inferiori alla massima quantità prevista dal bando, non si può non domandarsi come sia possibile che il costo di cui si parla con insistenza, 300 euro a pezzo, sia di ben 10 volte (nel caso del banco più economico) superiore a quello di mercato, come dimostrano gli esempi che abbiamo fatto e che chiunque può verificare attraverso una semplice ricerca sul Web. Ora, è vero che Arcuri non si comanda, ma almeno si domanda: una risposta sarebbe gradita, visto che Alibaba sta in Cina ma i ladroni sono dappertutto, e gli approfittatori pure. Domande, semplici domande, alle quali basterebbe fornire altrettanto semplici risposte, senza buttarla sempre in caciara come purtroppo fa regolarmente il ministro dell'Istruzione: «I commenti sessisti», si è indignata ieri la Azzolina parlando con la Stampa, «spesso nascondono un coefficiente di maschilismo, è evidente a tutti. Io chiedo solo che si parli del lavoro e non del costume da bagno o del rossetto. È troppo?». Caro ministro, ma quale sessismo! Quale maschilismo! Qui il problema non è il suo look, ma la sacrosanta preoccupazione di milioni di famiglie rispetto alla ripresa dell'anno scolastico e il dovere di chi ricopre cariche istituzionali di informare i contribuenti su come vengono spesi i soldi pubblici. Pensare che agli italiani interessi il suo rossetto, se ci consente, è sintomo di una leggerissima megalomania.
Il cpr di Shengjin in Albania (Getty Images)