2024-09-20
La vendetta di Silvio. La Corte Ue annulla l’alt imposto dalla Bce su Banca Mediolanum
La verità arriva postuma. Marina esulta: «Questo è il giorno della vittoria». Bruxelles perde anche con il fisco inglese.Non è mai trroppo tardi. La Corte di Giustizia europea ha dato ragione a Silvio Berlusconi chiudendo il contenzioso decennale con la Bce sulla disponibilità azioni Mediolanum in possesso di Fininvest. Nel mirino dei giudici, però, non ci sono solo le banche: nonostante la Brexit la Corte ha dato ragione al governo di Londra e torto alla Commissione, di Bruxelles su un problema di recupero tasse. La contemporaneità delle due sentenze rende plasticamente l’idea dell’arroganza e della superficialità con cui agisce la tecnocrazia europea. Arbitri implacabili dei destini di uomini e aziende senza seguire le regole. Questo vale soprattutto per il lungo mandato di Margrethe Vestager alla guida dell’Antitrust. Una lunga serie di errori a cominciare con lo stop al salvataggio Tercas da parte di Banca Popolare di Bari. Una decisioni che innescò una reazione a catena all’interno del sistema bancario italiano portandolo sull’orlo del collasso. Tranne poi accorgersi, con una sentenza della Corte che la decisione di Bruxelles era un clamoroso abuso. Purtroppo era costato decine di milioni ai risparmiatori italiani e aveva portato ad una raffica di fallimenti bancari (come dimenticare le Popolari Venete?). Ed è ancora in tema di credito che Bruxelles dimostra l’arroganza con cui copre gli errori. La sentenza della Corte di Giustizia sulla quota di Fininvest in Mediolanum chiude un capitolo lungo 10 anni. La Corte del Lussemburgo ha annullato la sentenza del tribunale dell’Unione europea che aveva respinto il ricorso della Fininvest contro la decisione della Bce che nel 2016 aveva congelato la quota Fininvest eccedente il 9,9% in Mediolanum per mancanza dei requisiti di onorabilità di Silvio Berlusconi condannato per frode fiscale. «Oggi è il giorno della vittoria: una vittoria senza se e senza ma. Una vittoria davvero totale, che fa piazza pulita di 10 anni di iniziative ingiuste e prive di fondamento», esulta Marina Berlusconi che per la seconda volta in due giorni deve uscire dal suo riserbo. «Comunque si guardi questa vicenda», ha aggiunto, «finalmente possiamo dire che giustizia è fatta, in onore di Silvio Berlusconi, uno dei più grandi geni imprenditoriali della storia italiana ed europea». La Corte di giustizia ha ritenuto che l’insieme del provvedimento della Banca d'Italia del 2014 (che aveva ordinato la vendita della partecipazione qualificata in Mediolanum) e della sentenza del Consiglio di Stato del 2016 (che tale provvedimento ha annullato), non avesse determinato l’acquisto di una nuova partecipazione e che dunque non fosse necessaria una nuova autorizzazione. In ordine a tale conclusione, la Corte ha ritenuto non rilevante per il diritto europeo la fusione per incorporazione inversa di Mediolanum in Banca Mediolanum del 2015, che ha avuto come unico effetto il passaggio da una partecipazione indiretta a una partecipazione diretta in Banca Mediolanum.Facendo un passo indietro, il caso era nato 10 anni fa, quando nel 2014 la Banca d’Italia aveva imposto a Fininvest l’obbligo di cedere la quota eccedente il 9,9%, ovvero di circa 20%, dopo l’iscrizione di Mediolanum tra i gruppi bancari e la perdita dei requisiti di onorabilità da parte dell’ex presidente del Consiglio a causa della condanna per frode fiscale. La decisione era stata annullata dal Consiglio di Stato, ma successivamente la Bce, su impulso della stessa Banca d’Italia, aveva deciso che Fininvest non poteva detenere la partecipazione.La Banca d’Italia aveva quindi adottato un provvedimento che ordinava la dismissione delle quote eccedenti. Una decisione contro la quale i legali di Fininvest avevano fatto ricorso al Tar. L’esito della battaglia legale è il preludio allo scongelamento della quota da parte di Banca d’Italia, senza che gli eredi di Berlusconi, per i quali non c’era il problema dei requisiti di onorabilità, facciano nuova richiesta di autorizzazione. Anche il ricorso al Tar dovrebbe chiudersi visto che la Corte di Giustizia ha annullato sia la sentenza del tribunale sia la decisione della Banca centrale europea.Ma la giornata nera delle istituzioni di Bruxelles non si ferma qua. Il Regno Unito ha vinto una battaglia contro un ordine dell’Unione Europea per recuperare milioni di euro da London Stock Exchange Group, ITV e altre grandi aziende. L’ordine della Commissione Europea risale al 2019, prima che il Regno Unito lasciasse l’Ue. Mirava ad annullare un provvedimento che considerava un’esenzione illegale nel regime fiscale britannico. Gli uffici della Ue giudicavano illegali le decisioni sulle controlled foreign company del Regno Unito volte ad attirare le aziende nel Regno Unito e scoraggiare le aziende britanniche dal trasferirsi all’estero. La Corte di Giustizia si è schierata con il Regno Unito, in una sentenza che non può essere appellata.
Ursula von der Leyen (Ansa)