2020-12-17
Banca Intesa accetterà bottiglie di vino a garanzia dei prestiti
Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo (Ansa)
Accordo con Federdoc e Valoritalia: i produttori potranno usare le scorte ancora in affinamento.Intesa Sanpaolo, in particolare la Banca dei territori guidata da Stefano Barrese, è pronta a offrire una soluzione finanziaria per sostenere il settore vitivinicolo, la cui strada è stata aperta dal decreto Cura Italia. Si tratta di un «pegno rotativo» che consente di effettuare una valutazione puntuale delle scorte di vino da affinamento e di convertirle in garanzie utili per ottenere nuove linee di credito. Le aziende possono così smobilizzare il patrimonio custodito in cantina, che diventerà commercializzabile solo a distanza di anni.In parole povere, la banca offre la possibilità di utilizzare le bottiglie in produzione come pegno per ottenere credito utile per sviluppare gli affari. Il respiro del progetto è nazionale e inoltre Intesa può già fare affidamento sui rapporti commerciali che intrattiene con il 16% del settore agroalimentare italiano. Il piano di Ca' de Sass si avvale della collaborazione di Federdoc, la confederazione nazionale dei consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani, e di Valoritalia, tra le maggiori società che operano nelle attività di controllo sui vini Docg, Doc e Igt nonché organismo di controllo sul vino biologico e sull'agricoltura biologica.Valoritalia potrà quindi rilasciare una certificazione per Barolo, Barbaresco, Franciacorta, Amarone di Valpolicella, Brunello di Montalcino, Bolgheri, Chianti classico e Nobile di Montepulciano. Anche i consorzi di tutela delle altre numerose denominazioni presenti sul territorio nazionale e i relativi organismi di controllo potranno essere interessati dal progetto. L'attenzione di Intesa Sanpaolo per il settore vitivinicolo è infatti rivolta a tutte le circa 400 Doc e Docg che vorranno collaborare con l'istituto di credito.«Il nostro ruolo è quello della verifica fisica del prodotto in cantina», spiega alla Verità Giuseppe Liberatore, direttore generale di Valoritalia, «Non ci occupiamo della parte valoriale del prodotto, che riguarda la banca e l'azienda in questione. Noi verifichiamo che il vino esista, che abbia le caratteristiche previste e che ne determinano il valore. Per questo facciamo anche un prelievo per analizzarlo a fondo. Questo è un modo per dare all'azienda un ristoro attraverso un patrimonio che è rappresentato dalle bottiglie in cantina». Negli ultimi 30 anni il vino italiano è passato da un sistema produttivo basato sulla quantità a un'economia che punta su qualità e valore. Secondo una comparazione della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, nel 1986 si producevano 77 milioni di ettolitri per un valore di 1,3 miliardi di euro, mentre oggi gli ettolitri prodotti sono quasi 50 milioni, il 35% in meno, ma il valore è salito a 4,3 miliardi di euro, più del triplo.Il 2020 è partito molto favorevolmente, ma già nel mese di marzo c'è stato un crollo del mercato interno che ha toccato il minimo in aprile (-40,3% rispetto ad aprile 2019 per l'aggregato più ampio delle bevande). Le esportazioni di vino invece hanno tenuto fino a marzo, ma da aprile sono scivolate anch'esse in territorio negativo chiudendo il semestre a -3,4%.Per Andrea Lecce, a capo della direzione sales & marketing privati e aziende retail di Intesa, «quando ci lasceremo alle spalle l'emergenza in corso, dobbiamo essere pronti a ripartire facendo leva sulle grandi potenzialità che già sappiamo di avere: filiera completamente tracciabile, certificazioni di qualità e la grande reputazione delle nostre produzioni. Serve quindi investire fin d'ora per rafforzare invece eventuali punti deboli: esportazioni verso i mercati emergenti, canali distributivi, digitalizzazione. Crediamo fermamente nelle capacità dei nostri produttori e nella qualità dei nostri vini nobili. Ecco perché abbiamo colto l'opportunità offerta dalle novità normative rafforzandola tramite la collaborazione con gli organismi di controllo, rendendo così possibile dare a garanzia il vino pur mantenendone il pieno possesso in azienda».
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.