2025-03-30
Azione dà segni di vita: applaude la Meloni
Giorgia Meloni (Imagoeconomica)
Il premier al congresso del partito di Calenda. Convergenza su Kiev, Superbonus e nucleare. I due leader fan quadrato contro Conte. Giorgia: «Senza Usa e spese per la Difesa saremmo una comunità hippie demilitarizzata». Manovre a sinistra per liquidare Schlein.Se ne parlava da giorni, tra invidie e mal di pancia. Il congresso di Azione ieri a Roma è stato il primo evento di opposizione che ha visto partecipare e intervenire il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il premier con l’occasione ha potuto ricambiare a sua volta l’intervento del leader di Azione Carlo Calenda ad Atreju lo scorso dicembre. Avvicinamento quello tra i due che è andato crescendo nei mesi e si è reso evidente in più occasioni. «Sono qui perché vengo da una storia e da una cultura politica che si fonda sul confronto, confronto che non ha mai annientato l’identità. Questi sono momenti fondamentali per lo stato dei partiti politici e per la salute della democrazia», ha spiegato Meloni, sottolineando che dal confronto «possono emergere soluzioni nuove e migliori».«La democrazia dell’alternanza nel mio mondo non si fonda su una diversità antropologica, ma banalmente su idee diverse. Ma se quelle idee non sono disponibili a confrontarsi, per i cittadini non sarà possibile capire quali siano le più convincenti». «Questa è una caratteristica che voglio riconoscere ad Azione, una forza politica che si confronta nel merito delle cose, guardando al risultato anziché al posizionamento politico». Frecciatina, non l’unica, sferrata nei confronti dell’antagonista Elly Schlein, segretaria del Pd. «Sento leader in Italia che invocano la rottura con gli Stati Uniti, Schlein dice che non possono essere nostri alleati. E ci sono altri leader che al contempo sostengono la linea che l’Europa non debba spendere risorse per la propria sicurezza. Non capisco: la proposta è rompere con gli Usa, ma chiedere loro di occuparsi della nostra sicurezza lo stesso o è che l’Europa diventi una grande comunità hippie demilitarizzata?».Prima di Meloni, a prendere la parola, la dem Pina Picierno che nel mirino ha messo chi «trae profitto elettorale dalle paure, dal giusto e genuino desiderio di pace». Questo modo di fare «sta alla politica come una truffa sta al commercio». Attacco diretto a Giuseppe Conte. Ma anche più velatamente a Schlein, quando aggiunge: «L’alternativa non nascerà da questa polarizzazione, non nascerà da questa radicalizzazione. Il punto non è cosa salvare o cosa recuperare dalla nostra storia, perché questo lo sappiamo già. Basta il buon senso, la verità». Meloni non ha mancato di lusingare l’avversario Calenda invitandolo al dialogo. «Abbiamo avuto il coraggio di riaprire alcuni dossier spinosi per troppo tempo chiusi in un cassetto, come quello per garantire al sistema produttivo quel mix energetico per mantenerlo competitivo, trovo interessanti alcune delle proposte fatte da Azione, penso che si possa lavorare insieme. So che quello di puntare sulla prospettiva dell’energia nucleare per avere energia pulita, sicura, illimitata è un impegno che condividete». «Sono contento di avere oggi qui la presidente del Consiglio, perché difendere l’Ucraina e mandare aiuti a Kiev stando al governo, signori, non è una cosa né popolare né facile e io voglio riconoscerla», ha detto il leader di Azione che ha poi ricambiato le lusinghe del premier difendendola anche dagli attacchi: «La democrazia è in pericolo perché la Meloni ricostruirà lo Stato fascista? Non diciamo idiozie. Poi anche lui ha sferrato un attacco ai pacifisti: «Per noi il punto che rimane dirimente e che spaccherà i due poli è che nei prossimi mesi l’Europa dovrà scegliere un’autonomia strategica che implicherà investimenti comuni nella difesa, e oggi noi sappiamo che Salvini e i 5 stelle non sono d’accordo». Durissimo con Conte: «Non stiamo nel campo largo perché c’è un piccolo problema, e rimane sempre lo stesso con il M5s, che l’unico modo per averci a che fare è cancellarlo». Calenda torna anche sul Superbonus: «Con quei 200 miliardi il paese metteva a posto sanità, scuola e arrivava al 2% per le forze armate, ma li abbiamo dati ai ricchi per rifarsi le ville». Intervento che ha strappato gli applausi di Meloni e una standing ovation di Guido Crosetto. E poi a margine attacca anche il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini: «È un Conte di destra. Sono uguali, è l’equivalente, sono fatti l’uno per l’altro».A proposito di questo, l’intervento di Meloni è stato letto da alcuni come un tentativo per lanciare un messaggio agli alleati. Ipotesi che il presidente del Consiglio ha smentito con forza. «Ho letto cose divertenti, bizzarre», come ad esempio che «sono qui per dare segnali agli alleati, che sarei pronta a sostituirli o la teoria secondo la quale volevo concedermi una scorribanda tra i moderati». Schlein reagisce: «Un governo che non ha altri argomenti sulla politica estera se non attaccare l’opposizione è un governo improvvisato. Da settimane è in stato confusionale, con i litigi quotidiani tra Tajani e Salvini, senza un profilo chiaro sulle scelte di politica europea e internazionale». Conte finge prenderla bene: «Insulti da Meloni e Calenda sono medaglie, nonostante il fango M5S cresce».
A Dimmi La Verità Stefania Bardelli, leader del Team Vannacci di Varese, fa chiarezza sul rapporto con la Lega e sulle candidature alle elezioni degli esponenti dei team.