2021-07-13
Az e J&J rimangono nei frigoriferi. Stop alle consegne fino ad agosto
La campagna rallenta ancora tra gli over 60 dopo il caos comunicativo. I governatori lamentavano la carenza di fiale: ora c'è chi, come l'Emilia, vuole restituirle. Quelle in arrivo entro settembre resteranno in magazzino.Il disastro comunicativo sui vaccini Astrazeneca e Johnson&Johnson può dirsi compiuto: le consegne dei due vaccini alle Regioni sono state sospese almeno fino alla metà di agosto. Non per un problema di forniture o di contratti non rispettati, ma perché nessuno li vuole dopo le continue giravolte di Aifa e ministero della Salute su classi di età e controindicazioni.I frigoriferi sono pieni, molte fiale restano inutilizzate. Le scorte di J&J rappresentano addirittura circa il 45% delle dosi consegnate, ci sono poi da parte 2 milioni di vaccini Astrazeneca, pari a circa il 17% del totale ricevuto. Alcuni di quegli stessi governatori che fino a qualche settimana fa si lamentavano per la mancanza di dosi disponibili - come Lazio, Puglia e Veneto - ora hanno comunicato alla struttura commissariale di voler interrompere i rifornimenti. L'assessore alla Salute del Lazio, Alessio D'Amato, ha dichiarato di avere abbastanza fiale per chiudere i richiami mentre successivamente sarà utilizzati gli altri prodotti disponibili. Lo stesso ha fatto il suo collega pugliese, Pier Luigi Lopalco. L'Emilia Romagn, ha addirittura chiesto di poter restituire oltre 100.000 dosi di Az alla struttura guidata da Francesco Figliuolo. Che fa comunque sapere che chi avesse bisogno può richiedere nuove consegne dei due vaccini. In magazzino ci sono però ancora dosi sufficienti per coprire tutti i richiami e per procedere con nuove vaccinazioni.Lo scorso maggio la Commissione Ue ha deciso di non rinnovare il contratto con Astrazeneca per il mancato rispetto da parte dell'azienda farmaceutica del calendario delle consegne. Il contratto con la casa anglosvedese, scaduto a giugno, prevedeva comunque la consegna di un certo numero di dosi anche nei prossimi mesi. La sentenza del tribunale di primo grado di Bruxelles ha inoltre disposto la consegna di 80,2 milioni di dosi entro il 27 settembre 2021. I vaccini arriveranno quindi a Pratica di Mare ma lì si fermeranno. Perché nessuno li vuole. Con la variante Delta in circolazione e con la minaccia di tornare a vedere «rosso» se i contagi saliranno.Lo abbiamo scritto più volte nelle ultime settimane: a scarseggiare non sono i vaccini, ma i vaccinandi. Colpa anche della pessima comunicazione sui richiami per chi ha avuto la prima dose di Astrazeneca, c'è chi non si fida del mix e chi invece ha paura di fare anche la seconda dose con il vaccino anglosvedese. Non si può parlare di calo delle consegne - che infatti non c'è mai stato - se il problema è non riuscire a piazzare Az e J&J. A questo si aggiungono le ferie e quella flessibilità, chiesta alle regioni dallo stesso commissario Figliuolo, a spostare le prenotazioni dei richiami per chi non vuol far cadere la data mentre è in vacanza. Senza dimenticare i vaccinatori. In luglio e agosto nei singoli hub (ma anche nelle farmacie, negli studi dei medici di famiglia e dei pediatri) vanno gestiti anche i turni per le ferie degli operatori sanitari, per non parlare dei volontari. Astrazeneca e il monodose J&J, secondo le raccomandazioni dell'Agenzia nazionale del farmaco, dovrebbero essere utilizzati solo per gli over 60. Categoria che avrebbe dovuto essere già immunizzata. Invece, stando agli ultimi dati, nella fascia 50-59 anni i vaccinati sono il 52,51%, mentre in quella 60-69 anni la popolazione vaccinata è al 58,22 per cento. Parliamo di 2,5 milioni di ultrasessantenni ancora scoperti. In Puglia, Lopalco ha dato mandato alle Asl di verificare i motivi per la mancata vaccinazione dei quasi 87.000 over 60 che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino. In Campania, la Asl1 di Napoli ieri ha messo in campo quattro operatori alla ricerca delle motivazioni del no al vaccino e di un modo per convincere i renitenti a cambiare idea. Nei call center, molti di quelli che avevano fatto l'adesione sono stati convocati anche tre, quattro volte, ma non si sono mai presentati. In Emilia Romagna, fino a domenica pomeriggio, soltanto 54 sessantenni si sono prenotati per l'Open day dell'Ausl di Bologna che prevede per oggi la somministrazione del J&J fra l'Autostazione e il palasport di Calderara di Reno, dove il sindacoaha pure organizzato un'apericena per i partecipanti. I posti disponibili sono dieci volte tanto. Eppure, nella fascia 70-79 anni il 10% non è vaccinato, in quella 60-69 il popolo del «no» tocca il 16%.A livello nazionale, in base ai dati aggiornati a ieri pomeriggio, sono intanto 57.860.027 le dosi somministrate in Italia. Si tratta del 91% del totale di quelle consegnate, pari finora a 63.603.392 (nel dettaglio, 43.065.897 Pfizer-Biontech, 6.476.737 Moderna, 11.796.151 Vaxzevria-Astrazeneca e 2.264.607 Janssen). Le persone che hanno completato il ciclo vaccinale sono 24.015.200, il 44,46% della popolazione over 12. Ieri le prime dosi sono state solo 54 mila; domenica erano state somministrate solo 52.851 dosi come prima vaccinazione, su un totale di 402.531 vaccini distribuiti nell'arco delle 24 ore. Per quanto riguarda la prima dose, si tratta di numeri particolarmente esigui, con un livello che non si registrava da febbraio scorso. Analizzando i dati ufficiali è evidente il calo delle prime vaccinazioni da giugno ad oggi: si è passati da oltre 400.000 in 24 ore, ad una media quotidiana sotto le 100.000 negli ultimi tre giorni. Nel frattempo, secondo sondaggio realizzato dalla Tecnica della scuola, 6 docenti su 10 sono contrari all'obbligo vaccinale per il personale della scuola e la percentuale sale tra i presidi e il personale.
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