2023-12-28
«Avevo avvertito l’Ue: “Il Mes non passerà”»
Giancarlo Giorgetti (Imasgoeconomica)
Il ministro Giancarlo Giorgetti ricorda all’opposizione che sul tema spettava al «Parlamento sovrano» esprimersi: «E io avevo anticipato in sede europea che la maggioranza era contraria». Poi attacca ancora il Superbonus: «È stata un’allucinazione, il debito si paga».Dopo la pausa di Natale e Santo Stefano, ieri è ripartita la maratona del governo sulla manovra. Ma ieri il protagonista è stato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in audizione in commissione Bilancio, come richiesto dalle opposizioni, dove è arrivato sorridente e divertito: «Ho interrotto le ferie a qualcuno» ha detto, aggiungendo: «Sono aperto a rispondere a ogni tipo di domanda anche sul Mes e la vicenda europea, giustamente il ministro deve dare conto al Parlamento che è l’organo sovrano». Dopo il «no» del Parlamento alla ratifica e il suo «da ministro avrei detto sì», Giorgetti ha precisato la sua posizione. «Io non ho mai detto né in Parlamento, né in sede europea, né in nessuna sede che l’Italia avrebbe ratificato il Mes. Ho letto cose assurde, assolutamente false e vi prego di prenderne atto. Quello che ho fatto io in sede europea è semplicemente ricordato che il Parlamento italiano aveva di volta in volta rinviato la votazione su una richiesta che arrivava dall’opposizione», ha detto il ministro, spiegando che «dopo il quarto rinvio ho ritenuto, e ho detto nelle sedi del governo, che prima del 31 dicembre il Parlamento avrebbe dovuto prendere una decisione, e il Parlamento sovrano ha votato, e ha votato come io avevo anticipato in sede europea, dicendo cioè che gran parte del Parlamento era contraria e che l’esito sarebbe stato inevitabilmente questo». E per rispondere alla richiesta di dimissioni non ha evitato una stoccata alle opposizioni: «Ratificare il Mes da ministro dell’Economia era più comodo, avrei fatto più bella figura. Ma quello che vorrei dire è che il Mes non è né la causa né la soluzione al nostro problema perché il nostro problema si chiama debito». Come sottolineato dal ministro leghista «dobbiamo considerare che il debito, soprattutto quando costa, deve essere tenuto sotto controllo o questo Paese non ce la fa. Abbiamo il sistema più solido in Europa e anche grazie alla ricapitalizzazione le banche hanno una situazione eccezionale». Poi Giorgetti ha fatto il punto sugli effetti del Superbonus sulle finanze del nostro Paese rispetto a quelli previsti dalla Nadef. «Gli ultimi dati sul Superbonus sono ancora peggiori, siamo l’unico caso di un Superbonus al 110%, con il debito a 140, e dal prossimo anno ci troveremo con un bonus al 70%. Qual è l’altro Paese europeo in cui c’è il 70% di bonus per ristrutturare gli edifici? La Macedonia del Nord, che non è in Europa. Visto da dentro quel 70 è pochissimo, visto da fuori è tantissimo, dobbiamo uscire fuori da questa allucinazione di questi anni in cui ci sembra tutto dovuto, anche perché quando fai debito lo paghi e sono miliardi sottratti agli italiani, alle famiglie italiane, di spesa per la previdenza». Il Parlamento deciderà, ha aggiunto Giorgetti, ma «io so quale è il limite che posso fare e che proporrò in cdm (in riferimento alla riunione di oggi dalla quale pezzi della maggioranza, in particolare Forza Italia, si aspettano una proroga per i lavori dei condomìni, ndr) e oltre al quale non si potrà andare». E anche qui è arrivata la stoccata per la misura bandiera del M5s, «misura che ha degli effetti radioattivi: è come una centrale nucleare che produce effetti che non riusciamo a gestire». Anche a proposito del Patto di stabilità il responsabile del Tesoro ha parlato di «allucinazioni psichedeliche»: «La discussione sul nuovo Patto di stabilità è viziata dall’allucinazione psichedelica degli ultimi quattro anni, dove abbiamo pensato che lo scostamento si poteva fare e il debito si poteva fare. Il problema non è l’austerità, è la disciplina per chi fa politica di prendere decisioni e attuarle anche se sono impopolari». L’accordo, ha chiarito Giorgetti, «è un compromesso, se un compromesso verso il basso o verso l’alto, io ho detto e ribadisco, le valutazioni le faremo tra qualche tempo. Ma il successo italiano è la possibilità dell’allungamento (dell’aggiustamento dei conti, ndr) fino a 7 anni per coloro che rispettano il Pnrr. Vuol dire che bisogna rispettare il Pnrr» ha sottolineato, «in tutto questo, la flessibilità è entrata ed è un grande successo del nostro Paese». Ed ha aggiunto: «Quello che posso dire è che le previsioni del governo con i documenti programmatici sono coerenti con quello che è previsto dal nuovo Patto di stabilità, non sono previste manovre aggiuntive». Infine un passaggio sulla manovra che, dopo l’ok incassato giovedì in Senato, dovrà essere approvata anche alla Camera entro il 31 dicembre, pena l’esercizio provvisorio: «Con riferimento alla legge di Bilancio l’esame del Senato ha prodotto una serie di cambiamenti che hanno nel complesso prodotto un miglioramento di tutti i saldi di finanza pubblica». Poi ha citato le modifiche intercorse nell’esame di Palazzo Madama tra cui quelle sulla previdenza di medici, dipendenti di enti locali, maestri e ufficiali giudiziari, ma anche le misure a contrasto del disagio abitativo o quelle relative alle infrastrutture. Per quanto riguarda il ponte sullo Stretto di Messina, Giorgetti ha affermato di non trovare «scandaloso il contributo di Calabria e Sicilia»: «Era nel disegno originario della manovra, è stata modificata la spalmatura. Non trovo per niente scandaloso che il fondo di sviluppo e coesione delle Regioni direttamente interessate dia un contributo». Concludendo, il giudizio sull’iter della manovra per il ministro dell’Economia è positivo: «È stata mantenuta intatta la quadratura e l’impianto della nostra proposta e il governo lo valuta positivamente».
Nel riquadro la prima pagina della bozza notarile, datata 14 novembre 2000, dell’atto con cui Gianni Agnelli (nella foto insieme al figlio Edoardo in una foto d'archivio Ansa) cedeva in nuda proprietà il 25% della cassaforte del gruppo
Papa Leone XIV (Ansa)
«Ciò richiede impegno nel promuovere scelte a vari livelli in favore della famiglia, sostenendone gli sforzi, promuovendone i valori, tutelandone i bisogni e i diritti», ha detto Papa Leone nel suo discorso al Quirinale davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Padre, madre, figlio, figlia, nonno, nonna sono, nella tradizione italiana, parole che esprimono e suscitano sentimenti di amore, rispetto e dedizione, a volte eroica, al bene della comunità domestica e dunque a quello di tutta la società. In particolare, vorrei sottolineare l'importanza di garantire a tutte le famiglie - è l'appello del Papa - il sostegno indispensabile di un lavoro dignitoso, in condizioni eque e con attenzione alle esigenze legate alla maternità e alla paternità».
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