2019-06-14
I vescovi chiedono soldi ai bambini per pagare le bollette agli abusivi
Nell'inserto per l'infanzia Popotus, il giornale dei vescovi lancia una colletta. Ci sono da pagare i debiti creati dall'Elemosiniere riattaccando la corrente agli abusivi. Il cardinal Bolletta non sgancia un euro.I titoli dei giornali, verso la metà di maggio, riportavano impegnative dichiarazioni di monsignor Konrad Krajewski, l'Elemosiniere del Papa. Il cardinale assicurava: «Pago io per i bambini». Invece, a quanto pare, toccherà ai bambini pagare per il cardinale. Ricorderete senz'altro la vicenda. Il prelato ruppe i sigilli di un palazzo occupato in via di Santa Croce in Gerusalemme a Roma, per riattivare le utenze. Arrivò addirittura a calarsi in un pozzo per consentire all'edificio di riavere l'elettricità. «Da questo momento, da quando è stato riattaccato il contatore, pago io, non c'è problema», ribadì il monsignore. «Non voglio che diventi una cosa politica, io faccio l'elemosiniere e mi preoccupo dei poveri, di quelle famiglie, dei bambini. Intanto, hanno luce e acqua calda, finalmente. Adesso tutto dipende dal Comune, aspettiamo che riaprano gli uffici». Il cardinal Bolletta volle battere sul tasto della compassione, parlando di poveri e di indifesi. Fu decisamente più elusivo, tuttavia, sul fatto che il palazzo in questione fosse stato occupato da Action, l'associazione antagonista del famigerato Tarzan, specialista del settore. All'interno vivono circa 450 persone, tra cui numerosi stranieri, ovviamente in una condizione di abusivismo pressoché totale. Krajewski, giustificando il suo gesto, evitò di parlare pure dei rave e delle feste che anche oggi si organizzano nello stabile. A detta degli stessi antagonisti, infatti, all'interno dell'edificio «ci sono un'osteria, un laboratorio di birra artigianale, una falegnameria, una sala prove». La luce, quindi, non serviva soltanto agli ultimi e ai poveri, anzi. Per altro, a fronte di tutte queste divertenti attività ricreative, gli occupanti hanno accumulato un debito di ben 300.000 euro con Acea. Il cardinale, oltre ad aver violato la legge, ha più volte ripetuto: pago tutto io. Ma, dicevamo, sembra che le cose stiano in maniera leggermente diversa. A svelarlo è un articoletto apparso ieri su Popotus, il «giornale di attualità per bambini» che si trova all'interno di Avvenire. Il quotidiano della Cei, sin da subito, ha preso le difese dell'Elemosiniere, presentandolo come una sorta di Che Guevara con l'aureola. A quanto risulta, non ha cambiato linea. Su Popotus, il cardinal Bolletta viene descritto come un vero eroe. «Cosa ci fa un cardinale in un tombino?», si legge nel pezzo. «No, non è una barzelletta di Popotus, ma una storia vera: qualche settimana fa il cardinale Krajewski (don Corrado, per gli amici) si è calato in una botola sotto un grande palazzo a Roma per arrivare nel locale sotterraneo dove c'erano i contatori della luce e riattaccare la corrente che era stata tolta perché gli inquilini del palazzo non riuscivano a pagare essendo la gran parte di loro troppo poveri». L'hanno rigirata per bene, non c'è che dire. Ai piccoli lettori di Avvenire si racconta di un palazzo abitato da indigenti a cui il coraggioso cardinale ha fatto la carità. Ovviamente ai bimbi non viene spiegato che cosa sia un'occupazione abusiva e non vengono illustrate le varie e interessanti attività ludiche che in quell'edificio si svolgevano. Semplicemente, ai piccini viene rifilata una storiella ingannevole, in linea con la consueta opera d'indottrinamento. Purtroppo, però, non finisce qui. L'articolo di Popotus prosegue spiegando che Krajewski «ha lasciato un biglietto: alla bolletta non pagata ci penso io». Ed eccoci al punto dolente. «Molti si sono chiesti: da dove prende i soldi necessari?». Già, da dove li prende il generoso cardinale? Sentite qua: «La risposta la conosciamo molto bene noi di Avvenire: perché ogni anno diamo una mano a raccogliere in tutte le parrocchie italiane le offerte della gente per la Carità del Papa, cioè quel salvadanaio del quale solo il Papa tiene la chiave e che gli serve proprio per pagare operazioni come quella di Roma, e un'infinità di altre in tutto il mondo». Ah, davvero? La Carità del Papa serve per pagare la bolletta agli occupanti abusivi spalleggiati dagli antagonisti area centro sociale? Buono a sapersi. Di nuovo, però, non è finita. Dopo aver rifilato ai bimbi una mistificazione; dopo le stravaganti affermazioni sulle opere pie del Pontefice, arriva il colpo finale: la richiesta di denaro. «Domenica 30 giugno», scrive Popotus, sarà la Giornata per la Carità del Papa: se nella tua parrocchia raccolgono le offerte per questo scopo siamo sicuri che darai una mano a Francesco anche tu». Come? I bambini devono contribuire alle offerte che servono per pagare la bolletta agli antagonisti? Alla faccia della carità, tanto valeva fare un esproprio proletario. Su, piccini, tutti a versare l'obolo, così magari lo usano per pagare il prossimo party... L'invito alla mobilitazione è reiterato. «Quest'anno vogliamo dare una mano più grande al Papa raccogliendo molti più fondi per le sue opere di carità», si legge su Popotus. «E allora proponiamo ai giovani (e giovanissimi) di vendere copie di Avvenire domenica 30 giugno nella propria parrocchia. Noi di Avvenire rinunciamo al ricavato, che andrà al Papa. Siamo certi che funzionerà alla grande: i più giovani sono anche quelli con più fantasia e più coraggio per iniziative come questa». Chiaro, no? Non basta fare un'offerta o chiedere ai propri genitori di aprire il portafogli. Bisogna anche mettersi a vendere copie di Avvenire il cui ricavato andrà a beneficio di iniziative come quella del cardinal Bolletta. Avanti, bambini, rompete il porcellino e già che ci siete perché non consegnate i soldini direttamente all'amico Tarzan?Ora, al netto dell'amara ironia, di sicuro i denari raccolti per la carità finiranno in parte anche a chi ne ha davvero bisogno. Ma è veramente singolare che, tra tutte le vicende possibili, il giornale dei vescovi scelga di prendere ad esempio proprio quella di Krajewski e del palazzo occupato (dove, per giunta, il 31 maggio è stata organizzata una nuova serata disco chiamata Amen, al grido di «Balliamo per difendere i nostri spazi di libertà»). Si vede che ormai la mutazione genetica è compiuta: una parte della Chiesa si è definitivamente tramutata in una versione più di sinistra dell'Arci. Lasciate allora che i pargoli vengano, e che portino la paghetta.
Francesca Albanese (Ansa)