2024-10-24
Avetrana, Disney tira dritto: «Faremo valere le nostre ragioni»
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«Avetrana - Qui non è Hollywood» (Disney+)
Dopo la decisione del tribunale di Taranto di sospendere la messa in onda della serie tv in cui viene ricostruito l'omicidio di Sarah Scazzi, il colosso streaming e la casa di produzione Groenlandia non ci stanno: «Non concordiamo con la decisione del tribunale e faremo valere le nostre ragioni nelle sedi competenti».Prima delle immagini, sono arrivate le polemiche. Tante, composite. Toni Greco, presidente della Confcommercio di Avetrana, ha rigurgitato tutto il proprio malessere sulla nuova produzione Groenlandia, sulla scelta Disney di adattare in una serie televisiva il caso di nera che più ha scosso il paese. «Il caso Scazzi è una ferita ancora aperta per la comunità locale e la serie tv Avetrana – Qui non è Hollywood appare come la spettacolarizzazione di una tragedia profonda, un atto di disprezzo verso il dolore dei familiari della vittima e della comunità stessa», ha dichiarato Greco, senza curarsi di mistificare il proprio livore, lo stesso manifestato anche dal sindaco della cittadina. Antonio Iazzi ha voluto sottolineare come «L’amministrazione di Avetrana disconosce la scelta di utilizzare la denominazione del comune nel titolo del film inerente all’omicidio di Sarah Scazzi, disconosce altresì voci di presunti accordi o partecipazione a introiti. Si riserva di valutare possibili azioni legali», ha giurato il primo cittadino di Avetrana, lamentando un forte danno d'immagine al comune, che, da «dopo la tragedia, sta cercando di allontanare da sé i tanti pregiudizi dettati dall’omicidio».Di più, l'amministrazione comunale ha depositato un ricorso cautelare d'urgenza per chiedere la rettifica della denominazione della serie tv Avetrana - Qui non è Hollywood e la sua «sospensione immediata». Avetrana – Qui non è Hollywood, il cui debutto su Disney+ è fissato al 25 ottobre, avrebbe oltrepassato i confini della cronaca, rinunciato al rispetto, avrebbe deciso (e consapevolmente, pure) di lucrare sulle tragedie altrui. Spettacolo e grottesco, un cinismo oltre il limite del consentito. A insorgere, via web, è stato anche il pubblico, che il manifesto della serie televisiva ha trovato offensivo: simile, troppo, a un film di Checco Zalone. La Disney non ha risposto. Non ha replicato alle accuse né spiegato come mai si sia deciso per Marracash, sui titoli di coda La banalità del male.Le parole sono state poche, come se l'argomento, tutto sommato, non avesse una grande importanza. La Disney ha tirato dritto, orgogliosa di aver dato a Sarah - La ragazza di Avetrana, romanzo scritto a quattro mani da Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni, una forma alternativa. Non documentario, non docufiction. Una serie in quattro episodi, decisa a muoversi tra fatti e interpretazioni per ricostruire l'omicidio di Sarah Scazzi attraverso il punto di vista dei protagonisti. Prima, la vittima. Poi, la cugina, Sabrina Misseri, sua madre Cosima. Infine, lo zio, zio Michele. L'idea è quella di ripercorrere la scomparsa di Sarah, il 26 agosto 2010, e i quarantadue giorni di ricerche che ne sono seguiti. Ripercorrere, pure, il ruolo che i media hanno giocato nella vicenda, il fascino perverso che hanno esercitato sui parenti della vittima, pronti ad offrirsi alle telecamere in quel che è passato alle cronache come un gigantesco e terribile reality show dell'orrore. Il processo, dunque, prima della sua fine, della sentenza che ha condannato all'ergastolo, in via definitiva, Sabrina e Cosima.
(Totaleu)
«Tante persone sono scontente». Lo ha dichiarato l'eurodeputato della Lega in un'intervista al Parlamento europeo di Strasburgo.