2024-01-17
Autonomia, ok agli emendamenti Fdi
Roberto Calderoli (Imagoeconomica)
Respinte le pregiudiziali dell’opposizione, passano invece due correttivi suggeriti dai meloniani su Lep e risorse finanziarie. Giuseppe Conte minaccia: faremo un referendum.«Siamo a un pezzo del percorso dell’Autonomia differenziata, c’è anche il premierato all’esame della commissione Affari costituzionali, quindi mi sembra che il trenino delle riforme vada»: così il ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli commenta l’approdo, ieri in aula al Senato, del ddl sulla Autonomia differenziata che porta il suo cognome. I lavori hanno riguardato solo le questioni pregiudiziali, presentate da Pd, M5s, Avs e Iv e respinte con 71 voti a favore, 90 contrari e 3 astenuti. Il Senato tornerà a riunirsi oggi per la discussione generale del disegno di legge. Ieri mattina a Palazzo Madama si è svolto un vertice di maggioranza al quale hanno partecipato, tra gli altri, lo stesso Calderoli, il presidente della commissione Affari costituzionali Alberto Balboni di Fratelli d’Italia, i capigruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri e della Lega Massimiliano Romeo e alcuni senatori del centrodestra. Su circa 350 emendamenti, solo due sono stati presentati dal centrodestra, in particolare da Fdi, e a quanto deciso nella riunione saranno approvati con il parere positivo del governo senza alcuna riformulazione. «Gli emendamenti di Fratelli d’Italia», ha spiegato Balboni, «sono solo due ma sono importanti. FdI ha preteso e ottenuto che la devoluzione di ulteriori materie alle Regioni che ne facciano richiesta ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione avvenga soltanto qualora siano garantiti i Livelli essenziali delle prestazioni. L’emendamento accettato dal governo, prevede che anche a favore delle regioni che non chiederanno la devoluzione di una determinata materia, andranno trasferite risorse pari alle regioni che invece, ottenendo la devoluzione di altre materie, avranno anche le relative risorse. È una garanzia che l’Autonomia non verrà mai realizzata a svantaggio di una regione e a vantaggio di un’altra». Le opposizioni annunciano battaglia, e già ieri sera hanno organizzato una manifestazione al Pantheon per protestare contro il ddl Calderoli: «Questo è un governo antimerdionalista», ha affermato la segretaria del Pd, Elly Schlein, «lo dimostra con una pessima riforma che spacca un Paese che dopo gli ultimi anni ha bisogno di essere ricucito, una riforma che aumenta le disuguaglianze che il Sud ha già pagato abbastanza. Non c’è riscatto per l’Italia se non c’è il riscatto per il Sud. Si mettono a rischio i diritti all’accesso alla salute, alla scuola e al Tpl di una grande parte del paese. Ci batteremo contro sia nelle piazze che in Parlamento. Quello tra la riforma costituzionale e la riforma dell’Autonomia differenziata è stato un becero baratto tra Fratelli d’Italia e la Lega, tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini». Al Pantheon anche Giuseppe Conte, che anticipa che, se il ddl Calderoli verrà approvato, sulla materia si interpelleranno i cittadini attraverso un referendum: «La presidente Meloni», ha attaccato Conte, «sta svendendo il Sud per tenere unita la coalizione di maggioranza, per accontentare Salvini e la Lega, ma in realtà il ddl sull’Autonomia è un disastro per l’intero Paese. È un progetto che mina le fondamenta, la coesione nazionale, che svantaggia profondamente il Sud e svantaggia le regioni che già arrancano e arrancheranno ancora di più. In realtà il ddl svantaggia anche il Nord: mi rivolgo agli imprenditori del Nord: non avrete nessuna convenienza ad avere 20 sistemi regionali con la propria regolamentazione nei vari settori di attività. L’Italia è forte se è unita e deve correre insieme. Se la battaglia in Parlamento non fosse sufficiente», ha aggiunto Conte, «è certo che dovremo andare a interpellare l’intero Paese, e chiamare a responsabilità la coscienza di tutti i cittadini». «Non è l’Autonomia in sé a essere contro la Costituzione», ha argomentato in aula al Senato il capogruppo di Avs Peppe De Cristofaro, «ma la declinazione dell’Autonomia differenziata, che aumenta i divari e spacca il Paese. Vi chiediamo di fermarvi».
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