
Il Telepass suona, ma arriva a casa il verbale per mancato pagamento del pedaggio. La Verità prova che il moderno sistema senza caselli non funziona. E la società non risponde alla richiesta di chiarimenti.Camionisti che pagano due volte perché il rimorchio viene conteggiato come un secondo veicolo, pedaggi letti attraverso il Telepass e misteriosamente scomparsi, targhe confuse e multe recapitate alle persone sbagliate. Sono solo alcune delle disavventure in cui incorrono, sempre più frequentemente, gli automobilisti che percorrono l'autostrada Pedemontana lombarda. La tratta, inaugurata a gennaio 2015, con i suoi 21,8 chilometri che si snodano fra le province di Monza e Brianza, Como e Varese, dovrebbe essere il vanto e l'orgoglio delle infrastrutture italiane: la prima totalmente «free flow», ovvero priva dei tradizionali caselli, sostituiti da un sistema automatico di pagamento che, eliminati gli intoppi, rende il traffico scorrevole. In pratica una rete di telecamere disseminate lungo il percorso «legge» la targa in transito e addebita il conto in modo diretto. All'automobilista non resta che pagarlo: o subito attraverso il Telepass, oppure online entro 15 giorni dalla rilevazione, attraverso un sistema ricaricabile che richiede la registrazione della propria targa su una piattaforma Web.Ma i guai arrivano proprio quando si tratta di corrispondere il pedaggio, specialmente se si è utenti Telepass. Perché alcuni transiti sfuggono all'occhio della telecamera che infallibile non è, nonostante l'apparecchio presente nell'abitacolo emetta regolarmente il rassicurante segnale sonoro. Così si resta convinti di essere in regola, finché qualche tempo dopo non arriva a casa la multa. Con l'importo maggiorato dalle more. In queste settimane sono migliaia gli automobilisti che protestano per i disservizi, visto che Pedemontana ha deciso di usare il pugno duro per recuperare i «mancati pagamenti», inviando verbali a pioggia. Peccato che spesso siano sbagliati. Possiamo testimoniarlo personalmente, avendo percorso l'autostrada in giorni diversi. Lo abbiamo fatto il 14 giugno, transitando sotto il varco di Lentate Seveso-Lazzate: dopo parecchie settimane è giunto il conto del Telepass, ma solo quando è arrivata la sanzione abbiamo scoperto che l'accesso non era stato rilevato. Che si tratti di un errore è evidente: alle 19.26 risulta pagato il pedaggio a Lazzate A9 e alle 19.34 quello di Como Grandate, ma non quello di Lentate Seveso alle 19.25. Eppure l'apparecchio ha sempre emesso il bip. Ancora più lampante il caso del 16 luglio: addebitati regolarmente 2,30 euro per il passaggio a Como alle 15.27, poi 0,69 euro a Lazzate Lentate alle 15.37, multa invece alle 15.36 per non aver pagato 1,03 euro al varco di Lazzate A9. Come se avessimo spento il Telepass tra il primo e il terzo posto di controllo. Idem il 30 luglio, e anche in quest'occasione l'apparecchio presente nella vettura ha emesso correttamente il segnale sonoro. Risultato: ci è stata recapitata una multa per tre mancati versamenti, per un totale di 6,25 euro. Nel verbale, per di più, alla voce «totale pedaggio» corrispondono solo 2,75 euro, il resto della cifra è composta da «spese» non meglio precisate. Spese che non avremmo dovuto corrispondere se le telecamere avessero rilevato i tre passaggi attraverso il Telepass. La somma che ci è stata contestata è modesta, è vero. Ma cosa sarebbe accaduto se avessimo preso la Pedemontana tutti i giorni, come succede a migliaia di pendolari? Un artigiano comasco, confidando a sua volta sul Telepass, si è visto recapitare a tradimento 30 verbali per un importo totale di 5.070 euro e 60 punti decurtati dalla patente. Ha deciso di ricorrere al giudice di pace. Gli auguriamo di riuscire a provare la sua buona fede.Abbiamo cercato invano di scoprire il motivo del pasticcio: ebbene, il numero dedicato al servizio clienti ci ha messi, per una intera giornata, in attesa senza permetterci di parlare con un operatore. Stessa sorte è toccata all'email inviata all'indirizzo indicato sul sito: finora nessuno ha mai risposto. Un caso sfortunato? A quanto pare no, visto che sono tanti gli automobilisti e gli autotrasportatori infuriati per la medesima ragione. Da parte sua, l'ufficio comunicazione di Pedemontana fa sapere che la società consiglia a chi abbia ricevuto solleciti poco chiari di chiederne l'annullamento utilizzando il modulo allegato al sollecito medesimo. «Ciò consentirà ai nostri operatori di effettuare le opportune verifiche e assumere le azioni conseguenti senza alcun aggravio di costi per l'utente», spiegano. Ma intanto le multe continuano a fioccare.
Il Tempio di Esculapio, all’interno del parco di Villa Borghese (IStock)
La capitale in versione insolita: in giro dal ghetto ebraico a Villa Borghese, tra tramonti, osterie e nuovi indirizzi.
John Lennon e la cover del libro di Daniel Rachel (Getty Images)
Un saggio riscrive la storia della musica: Lennon si ritraeva come il Führer e Clapton amava il superconservatore Powell.
L’ultimo è stato Fedez: dichiarando di preferire Mario Adinolfi ad Alessandro Zan e scaricando il mondo progressista che ne aveva fatto un opinion leader laburista, il rapper milanese ha dimostrato per l’ennesima volta quanto sia avventata la fiducia politica riposta in un artista. Una considerazione che vale anche retrospettivamente. Certo, la narrazione sul rock come palestra delle lotte per i diritti è consolidata. Non di meno, nasconde zone d’ombra interessanti.
Gianrico Carofiglio (Ansa)
Magistrato, politico in quota Pd per un breve periodo e romanziere. Si fa predicatore del «potere della gentilezza» a colpi di karate. Dai banchi del liceo insieme con Michele Emiliano, l’ex pm barese si è intrufolato nella cricca degli intellò scopiazzando Sciascia.
(IStock)
Pure la Francia fustiga l’ostinazione green di Bruxelles: il ministro Barbut, al Consiglio europeo sull’ambiente, ha detto che il taglio delle emissioni in Ue «non porta nulla». In Uk sono alle prese con le ambulanze «alla spina»: costate un salasso, sono inefficienti.
Con la Cop 30 in partenza domani in Brasile, pare che alcuni Paesi europei si stiano svegliando dall’illusione green, realizzando che l’ambizioso taglio delle emissioni in Europa non avrà alcun impatto rilevante sullo stato di salute del pianeta visto che il resto del mondo continua a inquinare. Ciò emerge dalle oltre 24 ore di trattative a Bruxelles per accordarsi sui target dell’Ue per il clima, con alcune dichiarazioni che parlano chiaro.






