2022-01-29
«Aumento abnorme di soldati malati». Gli Usa si interrogano sui danni da siero
Tre medici militari americani affermano, sotto giuramento, di avere le prove di un allarme sanitario in corso nell’esercito.«Correlazione». È la parola chiave per capire se una patologia, o addirittura un decesso, siano dipesi o meno dal vaccino anti Covid. Ed è la parola chiave per stabilire se il vertiginoso aumento di malattie, che alcuni medici militari sostengono di aver riscontrato tra i soldati americani, sottoposti all’obbligo di iniezione, sia proprio un effetto avverso dovuto alla somministrazione di quei farmaci.Ad aprire il caso, durante l’ultima audizione organizzata dal senatore repubblicano Ron Johnson, è stato un avvocato dell’Ohio, Thomas Renz, già protagonista di varie battaglie legali contro l’imposizione delle punture. L’attivista ha raccolto - ed è pronto a portarle in tribunale - le testimonianze giurate di tre dottori dell’esercito, Samuel Sigoloff, Peter Chambers e Theresa Long, i quali hanno notato un particolare che sarebbe eufemistico definire preoccupante: nel 2021, rispetto ai cinque anni precedenti, sono cresciute enormemente sia le diagnosi di alcune malattie serie, sia manifestazioni cliniche molto gravi. Ad esempio, gli aborti spontanei, con un balzo del 300% rispetto alla media del quinquennio precedente: 1.499 voci inserite nel database della Difesa dal 2016 in avanti, 4.182 nei primi dieci mesi dello scorso anno (novembre e dicembre sono stati esclusi dal conteggio, dunque le cifre potrebbero essere persino più alte). I sanitari si sono domandati se il fenomeno, più che con il vaccino, potesse avere a che fare con il Covid. Tuttavia, hanno rilevato che pure nel 2020, quindi nel mezzo della pandemia, gli episodi registrati erano in linea con quelli del periodo precedente. I dottori - non solo i tre «whistlblower», bensì, riferisce Renz, anche altri professionisti che hanno preferito restare anonimi - hanno iniziato a maturare dei dubbi alla luce della propria «esperienza clinica reale», avendo trattato sempre più giovani soldati affetti da «malattie estremamente inusuali»: addirittura, tumori che hanno provocato repentine metastasi, patologie autoimmuni, disordini cardiocircolatori. Tutti tragici inconvenienti che hanno costretto gli appartenenti alle forze armate ad abbandonare diversi programmi di addestramento. Così, i medici si sono messi a scartabellare il «cervellone» del Dipartimento della Difesa, dove vengono caricati i codici Icd, associati alle malattie per le quali è richiesto l’intervento della polizza sanitaria del paziente. A ciascuna voce non corrispondono per forza altrettanti individui: una singola persona potrebbe aver avuto bisogno di più trattamenti ambulatoriali o ricoveri. Fatto sta che i risultati dell’indagine sono sconcertanti: le diagnosi di cancro sono aumentate del 300%; i problemi neurologici, addirittura, del 1.000%; le malformazioni congenite del 156%; l’infertilità femminile del 471%.Di primo acchito, sembra improbabile che tutti questi disturbi siano collegabili al vaccino. Se così fosse, sarebbero stati osservati su larghissima scala, nella popolazione generale, visti gli elevati tassi di inoculazione nell’intero mondo occidentale. Peraltro, sarebbe quasi un unicum nella storia della medicina se, a pochi mesi dalla loro somministrazione, ammesso che possano esserne la causa, quei medicinali avessero già scatenato un’epidemia di tumori e sterilità. Va comunque segnalato che, accanto a patologie in un certo senso inattese, nel 2021 si è verificato altresì un sostanziale aumento di episodi che con maggior sicurezza sono riferibili alla vaccinazione: miocarditi (+269%), tanto più frequenti se si considera che i soldati sono di solito dei ragazzi, ergo più esposti a questo effetto collaterale; paralisi di Bell (una paresi improvvisa del nervo facciale, che quasi sempre guarisce spontaneamente); embolie polmonari (467%), già messe in relazione, sebbene in rare occorrenze, con i preparati a mRna.Secondo Blazemedia, un canale d’informazione vicino ai repubblicani Usa, in una delle dichiarazioni giurate dei sanitari, si legge: «È mia opinione professionale che la maggior parte degli aumenti d’incidenza dei casi sopra discussi di aborti spontanei, cancri e altre malattie, siano dovuti alle vaccinazioni contro il Covid-19». A ottobre, il maggiore Sigoloff, uno dei tre camici bianchi dell’esercito, è stato sospeso perché rilasciava esenzioni vaccinali e somministrava ivermectina ai suoi soldati. In ogni caso, quelle in possesso dell’avvocato Renz sono affermazioni rese sotto giuramento; chi ne ha la paternità se ne assume la responsabilità giuridica. Dal canto suo, il legale garantisce per la veridicità delle rivelazioni e proclama di aver raccolto, oltre ai documenti scottanti, un video che immortala i «whistleblower» mentre scaricano i dati dal Web. A suo parere, questa sarebbe solo «la punta dell’iceberg» e presto emergeranno altre patologie, delle quali sarebbe stata verificata una diffusione abnorme tra i militari statunitensi: oltre 100 categorie di differenti diagnosi mediche. Se pure i vaccini non c’entrassero niente con tutto ciò, saremmo lo stesso di fronte a una sorta di catastrofe sanitaria. E qualcuno, nell’amministrazione americana, farebbe bene a chiedersi costa sta accadendo ai soldati: una terribile fatalità? L’esposizione a sostanze tossiche in qualche teatro di guerra? Un altro e ignoto fattore scatenante? Ma per quale motivo l’esercito non ha avvisato i Centers for disease control and prevention? Perché, da Roma a Washington, si profondono tante energie nella propaganda pro puntura, mentre ogni notizia in grado di scalfire la narrativa dominante diventa un’esclusiva dei media «corsari»?
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