
Analisi Bankitalia: crescono le domande di credito di imprese e famiglie. Vola la Borsa.C’è una regola non scritta, ma che non conosce smentite: appena l’economia si comporta in maniera diversa da quanto prevedono gli economisti «mainstream» i profeti di sventura non tardano a comparire, pronti ad annunciare cataclismi globali, crolli di interi settori e, naturalmente, il fallimento dell’Italia. A queste voci si è sommata, da quando ha vinto il centrodestra, una certa narrazione che vuole l’Italia sempre sull’orlo del baratro. Ma nel bel mezzo della «tempesta perfetta», la durezza dei dati smentisce ogni previsione apocalittica.Non solo l’Italia è ben lontana dal disastro, ma sembra anzi che stia vivendo un incredibile riscatto. La Borsa ha registrato performance da record con un rialzo che dall’inizio dell’anno che sfiora il 20%. Lo spread nei confronti del bund tedesco che in passato rappresentava il termometro della nostra fragilità, è ormai ridotto ai minimi storici. Ieri l’indice di Piazza Affari ha sorpreso, guadagnando l’1,33% a 40.697 punti. Si tratta di un record che non si vedeva dal lontano ottobre 2007, quando l’indice aveva toccato quota di 40.770 punti. Era stato l’ultimo sussulto di Piazza Affari prima di un incubo durato diciotto anni. Nell’estate di quell’anno c’erano stati i primi segnali della grande crisi: era scoppiata la bolla dei mutui subprime negli Usa e si cominciavano a vedere le file di correntisti davanti agli sportelli. Poi il crack di Lehman e successivamente lo tsunami che aveva investito l’euro. Il decennio degli anni ‘20 si era aperto con il Covid. Un inncubo che sembrava infinito.A far notizia non è solo l’andamento del listino, ma anche il volume degli scambi, che ha registrato 4,44 miliardi di euro di controvalore. Un dato che non solo sottolinea l’interesse degli investitori, ma conferma anche il ritrovato vigore del nostro mercato azionario, capace di attrarre capitali nonostante le incertezze geopolitiche e le sfide economiche globali.E mentre l’indice Ftse Mib corre, un altro dato sorprende positivamente: lo spread tra Btp e Bund tedeschi è sceso ai minimi dal 2008, chiudendo a 82,3 punti. Questo non è solo un numero da archiviare nei grafici: è una vera e propria sconfitta per chi pensava che l’Italia fosse destinata a rimanere prigioniera dei suoi debiti e dei vincoli europei. Lo spread, che per anni è stato considerato un simbolo della nostra fragilità, ha avuto una discesa tanto rapida quanto inaspettata, mettendo in crisi tutti coloro che predicevano l’esplosione della bolla italiana. L’effetto, ovviamente, non è solo simbolico. La riduzione dello spread riflette una maggiore fiducia dei mercati nei confronti della stabilità finanziaria dell’Italia. E quando i mercati sono fiduciosi, le politiche monetarie diventano più efficaci, i tassi di interesse si abbassano, e il Paese sembra in grado di gestire le proprie risorse con maggiore serenità.Ma la vera sorpresa, che per molti è stata una rivelazione, arriva dal mercato del credito. Le previsioni di una crisi del credito, che avrebbe paralizzato famiglie e imprese, sembrano essere state non solo esagerate, ma completamente infondate. I dati diffusi da Banca d’Italia parlano chiaro: nel secondo trimestre del 2025, le condizioni di accesso al credito sono migliorate, con i tassi di interesse sui prestiti alle imprese che sono stati abbassati e una maggiore concorrenza tra gli istituti bancari che ha favorito l’allentamento delle politiche di offerta.Le banche italiane non solo non stanno chiudendo i rubinetti del credito, ma stanno addirittura incentivando prestiti a condizioni favorevoli, in particolare per i prestiti considerati meno rischiosi. Anche le famiglie italiane, che spesso venivano dipinte come prigioniere di mutui troppo onerosi, stanno godendo di una domanda solida e in crescita, soprattutto nel mercato immobiliare. In un contesto di incertezze globali, dove la crescita economica stenta a decollare, le famiglie italiane si dimostrano più ottimiste che mai, con tassi d’interesse ancora ritenuti favorevoli.Ma non è solo il mercato delle famiglie a sorridere. Le imprese italiane, che negli anni passati avevano faticato a tenere il passo, stanno vedendo un contesto più favorevole, con un abbassamento dei tassi di interesse che rende più vantaggioso l’accesso al credito. L’effetto dell’irrigidimento delle politiche di offerta è stato riscontrato principalmente sul credito al consumo, ma questo non ha fermato il trend positivo per i prestiti destinati alle imprese.
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