
Ore decisive per la scalata di Mps a Mediobanca. Il consiglio di amministrazione del Monte si è riunito nel tardo pomeriggio di ieri per deliberare se aggiungere una componente cash alla sua offerta per Piazzetta Cuccia allo scopo di dare una ulteriore spinta alle adesioni, già vicine alla soglia minima del 35%, e garantirsi così il pieno controllo dell’istituto guidato da Alberto Nagel.
Le decisioni saranno comunicate questa mattina prima dell’apertura della Borsa.
Sul mercato le scommesse sono tutte per un rilancio, sulla scia di quanto visto nelle ultime offerte bancarie ostili (Bper su Sondrio, Ifis su Illimity e Intesa su Ubi). Più incerto quanto Mps, che dispone di 2,8 miliardi di euro di capitale in eccesso, sia disposta a mettere sul piatto. L'offerta di Siena (2,533 azioni per ogni azione Mediobanca) valorizza Piazzetta Cuccia il 3,7% in meno della Borsa, dove Mediobanca ha chiuso invariata e Mps in rialzo dello 0,3%. Il Monte dovrebbe accompagnare la sua Ops con un assegno da 640 milioni per allinearsi alle valutazioni di mercato. Un rilancio più sostanzioso renderebbe l’offerta a premio, dunque ancora più appetibile per fondi e arbitraggisti.
Lo sforzo finanziario verrà calibrato per permettere a Siena di superare il 50% di Mediobanca, così da garantirsi il controllo di diritto della banca, dispiegare appieno le sinergie e utilizzare i crediti fiscali del Monte per pagare meno imposte sugli utili di Piazzetta Cuccia.
Per il delisting - tra gli obiettivi dell’Ops - servirà arrivare almeno alla soglia del 66,7%, che blinderebbe il controllo dell’assemblea straordinaria e, conseguentemente, un’eventuale fusione.
Intanto per effetto dei conferimenti di ieri sera le adesioni sono salite al 28,8% del capitale, apportato principalmente da Delfin e da Caltagirone, primi due azionisti di Mediobanca e sostenitori dell’Ops di Siena, di cui sono pure grandi soci.
Le società quotate del gruppo romano - Caltagirone e Caltagirone Editore - hanno reso noto di aver riscontrato «la convenienza e la correttezza sostanziale» dell’offerta del Monte ai fini dell’adesione delle controllate che detengono azioni Mediobanca.
Si tratta di un ulteriore pacchetto di poco superiore all’1% del capitale, che porta il fronte del sì al 30% circa. L’obiettivo del 35% - la soglia minima irrinunciabile a cui l'offerta è subordinata - appare a portata di mano, anzitutto per la presenza di soggetti (le casse di previdenza, i Benetton, Unicredit, Anima, Amundi, Tages) a cui fa riferimento circa il 12% di Mediobanca, che hanno già contribuito alla bocciatura dell’offerta difensiva di Piazzetta Cuccia su Banca Generali e che, come nel caso di Enpam, Enasarco, Anima e Amundi, hanno anche votato a favore della scalata di Mps.
Ma anche dando per scontata l’adesione di questi soggetti - accusati da Nagel di aver votato in conflitto di interessi e sotto il condizionamento del governo - per scavallare la soglia del 50%, servirà comunque convincere fondi e investitori istituzionali, schierati in massa per l’Ops su Banca Generali. Sul rilancio tornerà ad esprimersi in settimana il cda di Piazzetta Cuccia per ribadire con ogni probabilità come il corrispettivo resti «del tutto inadeguato» nonostante il ritocco. Mediobanca - nel comunicato dell’emittente - chiedeva infatti un concambio di 3,71 azioni, equivalente a un rilancio di quasi il 50% rispetto alle 2,533 azioni offerte da Mps. Il termine per aderire è fissato all’8 settembre, con le azioni acquistate il 7 e l’8 che non potranno essere conferite. La chiusura definitiva dell’offerta arriverà il 22 settembre, dopo la riapertura dei termini che scatterà il 16 settembre.





