2021-08-22
Audio choc e veleni nel Pd: «Firme false per le primarie»
In una registrazione tra dirigenti emiliani si parla di certificare più votanti di quelli reali, decidendo a tavolino le percentuali.La notizia circola da diverso tempo nelle stanze del Partito democratico bolognese, e in qualche chat di iscritti e dirigenti. Finora, però, non è mai spuntata dal sottosuolo, e il motivo è piuttosto chiaro: si tratta di una storia estremamente imbarazzante, che potrebbe avere conseguenze destabilizzanti per l'intera struttura. Si parla di schede falsificate per gonfiare il risultato di una competizione elettorale che ha mobilitato i militanti su tutto il territorio nazionale: le primarie del Pd del 2019. Certo, sono passati oltre due anni, ma ora che Bologna si appresta a tornare al voto all'interno della sinistra emiliana le vecchie ferite ricominciano a bruciare, e anche i segreti ben sepolti, talvolta, tornano a galla.Le nostre fonti riferiscono la notizia in modo molto approfondito. La vicenda riguarda un Comune della provincia di Bologna, Argelato, con una popolazione che si aggira intorno ai diecimila abitanti. Stiamo parlando di una delle roccaforti storiche della sinistra. Il sindaco è la giovane Claudia Muzic, che nel maggio 2019 è stata confermata dai cittadini per il secondo mandato. Il 3 marzo 2019, anche nel Comune bolognese si è votato per le primarie. La sfida, come noto, era tra Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti. A un certo punto della giornata, i responsabili locali del Pd hanno iniziato a preoccuparsi per l'affluenza. Le nostre fonti lo riportano con convinzione, e possono farlo perché di tutta la scena esistono delle registrazioni, probabilmente realizzate con un cellulare, di cui siamo in grado di riassumere il contenuto.Vediamo quel che emerge. Matteo Meogrossi, che risulta attualmente coordinatore della segreteria provinciale del Pd di Bologna, intorno alle 17 del 3 marzo si sente al telefono con Manuela Bulla, all'epoca segretario del circolo Pd Argelato-Funo. Quest'ultima spiega che, in occasione delle precedenti primarie, furono aggiunte un bel po' di schede a quelle effettivamente compilate dagli elettori. Questo fatto preoccupa Meogrossi: poiché in passato il numero dei voti è stato fatto lievitare, bisogna gonfiarlo di nuovo, affinché il dato finale dell'affluenza non risulti troppo basso. A discutere del problema, oltre a Meogrossi e alla Bulla - così riportano le fonti - c'è anche Claudia Muzic, sindaco in carica. Quest'ultima fa presente che non si può intervenire sulle schede, perché sul posto sono presenti alcuni militanti, e non si può farli uscire per poi provvedere a eventuali modifiche.Meogrossi però insiste. Suggerisce che i segretari dei due circoli di Argelato e Argelato-Funo - le già citate Manuela Bulla e Laura Zoboli - si mettano d'accordo e inseriscano alcune schede artefatte, attribuendo i voti in proporzione ai candidati in lizza. Se si trova un accordo fra i due segretari dei circoli, il gioco è fatto. L'idea è quella di produrre alcune decine di schede, dividendo i voti in maniera equa fra Zingaretti e Martina: 65% al primo, 35% al secondo. A Giachetti, invece, non andrebbe attribuito nulla perché le sue preferenze - stando ai primi dati emersi a livello nazionale - sono comunque molto basse.Il sindaco Muzic insiste che il gioco non si possa fare: ci sono i militanti, specie i più anziani, e non li si può certo coinvolgere nell'affare. Ma Meogrossi pare convinto: se Bulla e Zoboli si mettono d'accordo, sostiene, andrà tutto liscio. Stando alle conversazioni tra gli esponenti Pd, ci sarebbe persino un margine di trattativa sulle percentuali da attribuire ai due principali candidati. Prima si parla di 65% e 35%; poi di 60% e 40%; infine si arriva a ipotizzare di attribuire il 70% a Zingaretti e il 30% a Martina. Muzic e Bulla continuano però a essere dubbiose a riguardo. Il sindaco suggerisce di aspettare: bisogna vedere come sarà il dato dell'affluenza intorno alle 18-18.30 e poi prendere una decisione definitiva. In serata, però, pare che l'accordo sia stato trovato. Meogrossi si fa vivo nuovamente, e la segretaria del circolo di Argelato-Funo gli conferma che sono state inserite artificiosamente 120 schede, su cui, in un momento successivo (dopo il conteggio dei voti), saranno apposte le firme necessarie. Alla fine, risulta che i votanti di Funo siano circa 350.Nei giorni seguenti, Il Resto del Carlino scriverà che Argelato ha sostanzialmente pareggiato il risultato ottenuto alle primarie precedenti: «Dai 651 votanti del 2017 si è scesi appena a 635». Stando alle notizie che circolano nel Pd bolognese e che abbiamo riportato, tuttavia, entrambi questi risultati sarebbero stati gonfiati inserendo schede preparate ad arte. Dopo essere venuti a conoscenza del contenuto, decisamente imbarazzante, delle registrazioni, ci siamo rivolti ai diretti interessati, per sentire la loro versione dei fatti. Manuela Bulla ormai da qualche tempo è uscita dalla politica, vive altrove. Ci ha fatto sapere che la vicenda non la riguarda, e ci ha invitato a rivolgerci a chi ha ancora incarichi nel partito.Matteo Meogrossi, contattato al telefono, appare da subito molto deciso. Quando gli chiediamo se a lui risulta che il numero di voti alle primarie sia stato gonfiato, risponde: «No. Assolutamente non mi risulta. E poi è passato del tempo, tre anni più o meno…». Gli facciamo presente che, come riferito dalle nostre fonti, esistono registrazioni: «Si commette un reato a possedere delle registrazioni», risponde l'esponente Pd. «È un reato a prescindere da chi le ha fatte e da chi le possiede. Ripeto: se qualcuno ha telefonate o millanta di avere mie telefonate siamo comunque di fronte a un reato penale, perché io non ho autorizzato nessuno a registrare le mie chiamate tantomeno a divulgarle, quindi…». Sulle registrazioni si sofferma anche Claudia Muzic, sindaco di Argelato. Prima spiega di «non ricordare alcun episodio di questo tipo» relativo alle primarie del 2019. Poi aggiunge: «Se c'è qualcuno che ha una registrazione se ne assumerà la responsabilità. Mi sembra una favola inventata visto che poi nel circolo c'è stato un cambio di segretario… Magari qualcuno è andato via perché non era contento di ciò che ha avuto dal circolo… O magari ambiva a ruoli e non li ha avuti e ora per screditare gli altri racconta questa storia…». Le chiediamo a chi si riferisca quando parla di persone che hanno lasciato il circolo Pd. E la Muzic risponde, testuale: «Manuela Bulla si è dimessa, non ha più fatto il segretario di circolo, so che voleva avere degli incarichi amministrativi che non ha avuto. Magari potrebbe essere lei che ha interesse nello screditare qualcuno. Questo lo dico perché lei non è più segretario di circolo, si è dimessa dal partito e da tutto, a volte queste sono situazioni in cui magari salta fuori la cattiveria, però mi fermo qua, a me non risulta… Non ho mai sentito registrazioni, nessuno mi ha mai chiesto di registrarmi. Se qualcuno mi ha registrato, eventualmente prenderò dei provvedimenti. Questi fatti a me in ogni caso non risultano».Le registrazioni, tuttavia, esistono, e sono molto dettagliate. Si parla di 120 schede inserite, di numeri gonfiati in più occasioni, di voti da spartire equamente tra Zingaretti e Martina lasciando fuori Giachetti. Il quadro, insomma, non è esattamente edificante.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)