2020-05-23
Assolta un’altra vittima innocente degli inventori di abusi di Bibbiano
Completamente scagionato in Appello un uomo accusato ingiustamente di avere abusato di una minorenne e condannato a oltre sei anni. Il tutto orchestrato dall'Unione Val d'Enza e dalla psicoterapeuta moglie di Claudio Foti.Poi venne l'epidemia e tutto passò in secondo piano, qualcosa addirittura finì nel dimenticatoio, perché a molti faceva comodo così, che non se ne parlasse più. E invece, nonostante tutto, le magagne talvolta riaffiorano, e s'impongono impertinenti all'attenzione. Vi ricordate di Bibbiano? Degli abusi inesistenti, delle idee balzane dei servizi sociali dell'Emilia rossa sulla distruzione della famiglia? Forse no. Del resto ci hanno provato in ogni modo a insabbiare tutta la vicenda. Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna in quota Pd, ha da poco pubblicato un libretto autocelebrativo in cui liquida la faccenda in pochissime paginette, quasi si trattasse di un incidente di percorso che ha riguardato poche mele marce. E invece ora scopriamo che qualcosa di strano, in quelle terre, accadeva anche al di là dei casi di bambini coinvolti nell'inchiesta «Angeli e demoni». O, meglio: che il fenomeno degli abusi inventati fosse molto più ampio e diffuso lo sapevamo, adesso è arrivata soltanto un'ulteriore conferma. La storia è quella di un uomo - l'ennesimo - accusato ingiustamente di avere abusato di una minorenne. A quest'uomo, nel 2015, fu appioppata una condanna a sei anni e tre mesi per abusi sessuali sulla figlia della compagna. Ebbene, cinque anni dopo, nel processo d'appello, il signore in questione è stato completamente scagionato: assolto con formula piena. Nel 2015 la ragazzina aveva 12 anni, l'uomo 41. La condanna piovve come un maglio, spezzando la convivenza e l'intera esistenza del condannato, che si è ritrovato una lettera scarlatta sul petto. Certo, adesso lo hanno assolto, ma potete immaginare che cosa significhi trascorrere cinque anni con una condanna per pedofilia sulle spalle? C'è da morirne. Direte: che c'entra tutto questo con il caso Bibbiano? C'entra eccome, anche se la storia della dodicenne non fa parte dell'inchiesta «Angeli e demoni». A seguire la ragazzina e tutto il percorso dell'accusa per molestie furono infatti i servizi sociali dell'Unione Val d'Enza, quelli per cui lavorava Federica Anghinolfi, una delle protagoniste dell'inchiesta esplosa circa un anno fa. Qualche mese fa la Anghinolfi ha perso il posto, altre sue colleghe si sono dimesse, e tutta la struttura della Val d'Enza ha subito un duro colpo. Ma ecco che, dodici mesi dopo, continuano a saltare fuori dal pantano altre brutte storie di abusi inesistenti e di famiglie devastate. Aspettate, però, perché non è finita. Sapete chi si occupava di condurre le sedute di psicoterapia sulla ragazzina al centro del caso? Nadia Bolognini, ovvero la moglie di Claudio Foti, il fondatore della Onlus Hansel & Gretel. Sembra passato un secolo da quando abbiamo sentito questi nomi l'ultima volta, ma eccoli di nuovo tra noi. «Non ho impostato l'appello né ho insistito particolarmente sull'inserimento nel contesto dell'Unione Val d'Enza, perché a mio avviso c'erano elementi sufficienti per ottenere un ribaltamento della sentenza di primo grado», ha detto all'Ansa l'avvocato Nicola Tria, difensore dell'uomo ingiustamente accusato di violenze. «Posso dire», ha aggiunto il legale, «che chi ha gestito questa cosa, operatori e servizi sociali, forse ha avuto una tendenza a guardare in un'unica direzione e a non valutare sufficientemente questioni che avrebbero potuto probabilmente indurre a farsi delle domande». Già: hanno guardato in un'unica direzione, in cerca di maschio violento da incolpare. C'è stato il virus di mezzo, e i fatti di Bibbiano ora ci sembrano preistoria. Ma le azioni dei fabbricanti di mostri della Val d'Enza non hanno smesso di distruggere vite.