2021-02-05
Le associazioni Lgbt vanno nel panico. Temono che il ddl Zan venga affossato
S.Granati/Corbis/Getty Images
Sui siti e fra i militanti arcobaleno si diffonde il terrore: ora la mordacchia è a rischio. Ma la sinistra non vuole mollare.Brivido, terrore, raccapriccio. Mentre il Partito democratico e la gran parte della sinistra si sono già stesi a pelle di leopardo di fronte a Mario Draghi, ancora prima di sapere quali fossero le sue intenzioni, nel mondo arcobaleno ogni minuto che passa il panico aumenta. Associazioni, attivisti e portavoce Lgbt si pongono ossessivamente, ormai da giorni, una sola domanda: ma che fine farà il ddl Zan? Gay.it lancia titoloni allarmati: «Che ne sarà della legge contro l'omotransfobia?». Vladimir Luxuria, su Twitter, ribadisce il concetto: «Con Draghi che destino avrà la legge contro l'omobitransfobia?». E aggiunge ulteriore inquietudine: «Il professor Draghi non si è mai espresso su queste tematiche e temo che l'emergenza economica e sanitaria (unita alla ricerca di sostegno di partiti tra i più vari) sacrificherà un disegno di legge importante». In effetti, la possibilità che il disegno di legge che porta il nome di Alessandro Zan del Partito democratico salti è più che concreta. Il testo è stato approvato alla Camera, per altro contando, oltre che sui consensi giallorossi, pure su voti provenienti da esponenti di Forza Italia. Al Senato il cammino s'immaginava più difficile, ma con la maggioranza Pd-5 stelle a condurre le danze c'è da credere che sarebbe passato anche lì. Adesso, però, i piani saltano, tutto il mosaico istituzionale si deve ridisegnare e la discussione sul ddl non solo sarà rinviato, ma potrebbe - appunto - inabissarsi nelle profondità romane. A nostro avviso sarebbe, dopo tanto tempo, una buona notizia.Come questo giornale ha già scritto più volte, se dovesse essere approvata, la norma arcobaleno si trasformerà in uno spaventoso strumento di limitazione della libertà di espressione. In pratica, chiunque fosse contrario alle posizioni ideologiche delle associazioni Lgbt rischierebbe non solo la censura, ma anche punizioni non indifferenti. Il mondo arcobaleno, tuttavia, è in ambasce per più di una ragione. Non teme soltanto la sconfitta sul piano politico-ideologico. Ha anche paura di perdere gli introiti che il ddl Zan garantirebbe. Il progetto di legge, infatti, prevede una sorta di indottrinamento di Stato per gli impiegati pubblici, le scuole eccetera. Parliamo di «attività di formazione» che verrebbero ovviamente appaltate alle varie sigle Lgbt. Capite bene che vedersi privare di questa ricca opportunità sarebbe un bello smacco per gli attivisti. I quali, infatti, già da qualche settimana sono in preda alla paura più agghiacciante. Pochi giorni fa, Alessandro Zan ha rilasciato a Open un'intervista piuttosto eloquente: «Se si va ad elezioni anticipate, la legge muore», ha detto. «Se si cambia legislatura, bisognerà ripartire da zero. Di fatto, rischia di cadere tutto, ma proprio tutto. Se il prossimo governo sarà a guida sovranista, poi, significa che di legge contro l'omofobia, forse, se ne riparlerà tra 5-10 anni. E noi, invece, non possiamo più aspettare». Nel discorso di Zan il passaggio relativo alle elezioni risulta particolarmente interessante: il deputato del Pd, infatti, mostra di sapere benissimo quanto sia impopolare il suo progetto legislativo. Dunque si augura che alle elezioni non si vada mai, altrimenti il ddl sarebbe sicuramente cestinato dal nuovo Parlamento scelto dal popolo. Ma non c'è necessariamente bisogno del voto per affossare il ddl. Basta un cambio di equilibri all'interno delle Camere, proprio quello che si profila con l'arrivo di Draghi. Da qui, il timor panico imperante nell'universo arcobaleno, più che giustificato. Il fatto, però, è che i sostenitori della mordacchia arcobaleno, benché spaventati all'idea di perdere la splendida occasione, non hanno intenzione di mollare il colpo tanto facilmente. In queste ore si stanno moltiplicando gli appelli a sostegno del ddl Zan, sottoscritti pure da Comuni e autorità locali. Ieri, ad esempio, Dario Nardella ha fatto sapere che il Comune di Firenze è a favore del bavaglio gay. A Villafranca di Verona, invece, il Pd appoggia l'iniziativa di alcuni studenti del liceo Medi che hanno organizzato un evento scolastico tutto dedicato a celebrare la legge «anti omofobia». E non dubitiamo che, nelle prossime ore, altre personalità di sinistra si uniranno alla campagna e iniziative grottesche come quella veronese si moltiplicheranno. Lungi da noi il desiderio di confortare i militanti Lgbt, sia chiaro. Ma, allo stato attuale, il pericolo non è ancora del tutto scongiurato. Il ddl Zan è sempre lì che aspetta, conta ancora su una potente spinta ideologica, e non resta che augurarsi che l'arrivo di Draghi serva a neutralizzarlo. Un motivo in più per sperare che l'ex capo della Bce non si faccia tirare per la cravatta dai giallorossi. Tra le tante assurdità progressiste che urge lasciarsi alle spalle, la legge bavaglio è senz'altro una delle peggiori.
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».