2021-04-30
Assemblea Generali: Caltagirone strappa ma Donnet tira dritto. «Un nuovo piano»
Philippe Donnet (Getty images)
Il costruttore non partecipa, mentre Leonardo Del Vecchio e i Benetton approvano il bilancio. L'anno prossimo rinnovo dei verticiCon l'assenza all'assemblea Generali di ieri, l'azionista (al 5,63%) Francesco Gaetano Caltagirone ha mandato un segnale, che non è ancora una minaccia ma un avviso ai naviganti per quando sarà passata la tempesta del Covid. Ma per il momento il suo pare restare un segnale isolato: la Delfin di Leonardo Del Vecchio (al 4,82%) e la holding Edizione dei Benetton (al 3,97%) hanno votato a favore di tutti i punti all'ordine del giorno dell'appuntamento con i soci nonché l'intera lista di proposte del cda: dal bilancio al dividendo fino alla politica di remunerazioni e i compensi per amministratori, sindaci e top manager. Così ha fatto Mediobanca, azionista con il 12,82%. Quanto al timoniere francese delle Generali, Philippe Donnet, per ora tiene la barra dritta: ha puntato sugli ottimi risultati del gruppo, guardando al futuro e annunciando che sta già lavorando al nuovo piano industriale 2022-2024. Quasi una risposta alla ridda di voci sulla continuità del management (in scadenza l'anno prossimo) scatenate mercoledì dalla mossa a sorpresa di Caltagirone. A maggio è inoltre prevista una riunione tra lo stesso Donnet con tutti gli ad del gruppo proprio per condividere le prime idee strategiche sul nuovo piano, visto che Generali 2021 si esaurirà quest'anno. «Dopo un 2020 senza precedenti, Generali si trova oggi in una posizione di forza e grande solidità e i risultati 2020 confermano la validità' e la resilienza del nostro modello di business con un risultato operativo record a 5,2 miliardi per il secondo anno consecutivo, un record nella generazione di capitale a quota 4 miliardi e una solvency al 224% migliore dei nostri concorrenti», ha sottolineato Donnet. Aggiungendo che il nuovo piano sarà in continuità con l'attuale e avrà come obiettivo - dal punto di vista strategico - il rafforzamento della capacità del gruppo di generare valore e risultati sostenibili nel tempo. Nel 2020, ha anche ricordato l'ad, la compagnia triestina «ha dimostrato di sapere fare crescita profittevole, rafforzando la leadership in Europa, rilevando le attività di Axa in Grecia e completando in nove mesi l'integrazione degli asset in Portogallo». Quanto alla crisi legata al Covid, Generali ha proposto «la creazione di un fondo anti pandemia di natura pubblico-privata basato sul coinvolgimento di partner strategici, come assicurazioni e riassicurazioni, istituzioni comunitarie e Stati» e un «trattamento specifico ai green bond nell'ambito di Solvency 2 in modo da favorire gli investimenti delle compagnie assicurative in questa classe di attivi».Caltagirone ieri non ha partecipato come azionista né ha seguito da vicepresidente i lavori dell'assemblea in streaming come tutti gli altri consiglieri (l'unico altro non collegato è stato Lorenzo Pellicioli). Ha invece preso parte al cda ordinario che si è riunito, sempre in modalità a distanza, al termine dell'assise che si è conclusa con il voto favorevole dei soci, con maggioranze di volta in volta superiori al 90% del capitale presente, al bilancio e ai dividendi. Anche su remunerazione e piano di incentivi le Generali hanno ottenuto il largo favore degli azionisti. Sulla politica di remunerazione i sì sono stati pari al 95,315% del capitale presente, mentre lo scorso anno solo il 68,7% aveva votato a favore (e il 29,8% si era espresso contro). Non solo. Lo scorso anno il compenso di Donnet (e degli altri top manager) aveva avuto il 64,4% di sì e il 34,6% di no; quest'anno la maggioranza a favore è stata pari al 92,3% e i contrari solo il 7,4%. I conti hanno ricevuto il sì del 99,85% dei presenti mentre la cedola del 98,72%.Resta da capire se quello di Caltagirone resterà solo un messaggio per far capire a Donnet di essere sotto attento monitoraggio, dopo i mal di pancia emersi nei mesi scorsi in consiglio di amministrazione su operazioni strategiche per il gruppo (lo shopping in Malesia e l'investimento su Cattolica assicurazioni, cui si era opposto anche Del Vecchio) o se invece è il prodromo di una sfida a Mediobanca, in cui il costruttore romano è entrato di recente con poco più dell'1% e di cui il patron di Luxottica che di Piazzetta Cuccia è arrivato a detenere il 13,2% (con il via libera della Bce a salire fino al 20%). «Non sapevo che Caltagirone stesse comprando azioni Mediobanca. Ci conosciamo e stimiamo da tanto tempo, ma ognuno va per la sua strada in maniera indipendente», aveva detto proprio Del Vecchio lo scorso 5 marzo in un'intervista. Di certo alla prossima assemblea, quella del 2022, verrà rinnovato il board del Leone con modalità nuove rispetto al passato visto che l'anno scorso la compagnia ha approvato, con i voti favorevoli di tutti, alcune riforme alla governance fra le quali la facoltà al cda di presentare una lista propria.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)