2023-04-20
Asse Cina-Francia per la pace in Ucraina. Kiev alla Germania: «Grazie per i missili»
Emmanuel Macron e Xi Jinping (Ansa)
Xi vuole un ruolo diplomatico dell’Europa, ma sotto sotto spinge per l’intervento di Emmanuel Macron. Sul campo i soldati di Mosca avanzano.«La Cina sostiene l’Unione europea nel promuovere il riavvio dei colloqui di pace per l’Ucraina il prima possibile, tenendo conto delle legittime preoccupazioni di tutte le parti e costruendo una sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile». La dichiarazione del portavoce del ministero degli Esteri di Pechino arriva pochi giorni dopo la visita del presidente francese Emmanuel Macron, lasciando quindi intendere che esista un dialogo e una sponda tra i due governi per cercare di trovare una soluzione al conflitto. Come spesso accade infatti la Francia si smarca dalla diplomazia comune e prova a condurre da sola la partita. È già successo, come in Libia ad esempio. La Cina non perde l’occasione per sottolineare la cosa e proseguire con la strategia che l’ha resa grande, divide et impera. L’Europa è in evidente crisi e l’affare del grano degli ultimi giorni rappresenta una questione in più da risolvere. Le lamentele di Polonia, Bulgaria, Ungheria e Slovacchia e le loro minacce di porre un blocco all’import del grano ucraino, sono servite alla fine per intavolare una negoziazione con Bruxelles. Anche l’accordo delle ultime ore per sbloccare la transizione del cereale, va inquadrato in quest’ottica. Insomma ognuno prova a trarre i propri vantaggi da una crisi che comincia ormai ad avere dimensioni globali. Le armi e il loro flusso in qualche modo ne disegnano già gli schieramenti. Pechino ad esempio ieri ha seccamente smentito l’accusa di aver fornito alla Russia droni militari per la guerra in Ucraina. Ulteriore segno che anche se esistesse una fornitura, a loro adesso interessa porsi sopra le parti per uscirne poi vincitori alla fine. Allo stesso tempo Seul ha aperto a possibili aiuti militari verso Kiev: lo ha detto in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa Reuters il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol, segnalando per la prima volta un cambiamento nella posizione. Il Cremlino non ha tardato la sua riposta: «Naturalmente, l’inizio delle forniture di armi significherà indirettamente una certa fase di coinvolgimento in questo conflitto» ha dichiarato il portavoce, Dmitri Peskov. E come spesso accade, il vice presidente del Consiglio di sicurezza, Dmitri Medvedev ha rincarato la dose: «Mi chiedo cosa diranno gli abitanti di questo Paese quando vedranno gli ultimi progetti di armi russe dai loro vicini, i nostri alleati della Corea del Nord». Nel frattempo Kiev continua a ricevere armi dall’Occidente, principalmente dagli Stati Uniti. La Casa Bianca ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina. L’ultima consegna riguarda i sistemi di difesa Patriot americani. «Oggi i nostri splendidi cieli ucraini diventano più sicuri con l’arrivo in Ucraina dei sistemi di difesa aerea Patriot», ha twittato il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, ringraziando Stati Uniti, Germania e Paesi Bassi per «aver mantenuto la parola data». Il sistema missilistico di difesa aera Patriot, consegnato all’Ucraina da Berlino insieme alle sue munizioni, sarà in grado di abbattere i bersagli russi a una distanza massima di 150 km. Lo ha precisato Yurii Ihnat, portavoce del Comando delle forze aeree dell'Ucraina. Ed è proprio la fornitura di armi ad aver acceso il dibattito interno a molti Paesi. Anche in Italia ci si divide sempre di più in favorevoli e contrari. A guidare la sponda dello stop alla fornitura di armi adesso c’è il giornalista Michele Santoro. Va infatti avanti con buon successo la sua iniziativa «la staffetta dell’umanità, stop armi». Il 7 maggio la «staffetta» attraverserà l’Italia, da Aosta a Lampedusa, segnata dai colori dell’arcobaleno, «per camminare insieme, unire l’Italia contro la guerra in Ucraina, per riaccendere la speranza». L’appello lanciato da Santoro sta raccogliendo decine di firme, da Alessandro Barbero a padre Alex Zanotelli, da Ginevra Bompiani ad Ascanio Celestini, da Fiorella Mannoia a Moni Ovadia, da Vauro Senesi a Elio Germano e Massimo Cacciari, e condiviso, poi, con alcuni sindacati e leader politici, quali Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. L’iniziativa è stata presentata dallo stesso giornalista assieme alla professoressa Donatella Di Cesare, e all’ex parlamentare Cristian Romaniello. «Nelle prossime ore daremo il percorso. Ci saranno anche alcune diramazioni, per far sì che si tocchino tutte le regioni italiane», ha spiegato Santoro. La professoressa Di Cesare ha invece messo in chiaro che l’iniziativa ha una valenza politica, contro scelte e posizioni sbagliate, prese dall’Italia e dall’Europa. E chiedendo così che l’Italia diventi perno nella mediazione e nell’opera diplomatica, contro l’invio di armi.Quindi mentre nel mondo si delineano sempre con più forza le posizioni politiche, sul campo continuano le battaglie feroci, metro su metro. A Bakhmut i mercenari della Wagner hanno probabilmente conquistato tre isolati e si starebbe combattendo per il controllo della stazione ferroviaria in centro.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco