2021-08-30
Siri: «Più che sanitaria l’emergenza ormai è ideologico-psichiatrica»
Il senatore della Lega: «L'obbligo vaccinale è una forzatura, meglio i test salivari gratuiti. La gestione del virus non è più scientifica: si preferiscono gli opinionisti ai premi Nobel».«A voler essere precisi io non mi sono dimesso, ma sono stato dimesso per decreto. Ed anche in questo caso va in scena un altro capitolo della drammaturgia politica di quest'epoca». Il senatore della Lega Armando Siri risponde alle domande e non si sottrae al tema più noioso ma d'obbligo. Il sottosegretario leghista Claudio Durigon è stato costretto alle dimissioni per alcune improvvide dichiarazioni. E a Siri, sottosegretario ai trasporti dimissionato nel governo Conte 1, tocca di nuovo ripercorrere la vicenda. Ideatore e curatore della Scuola di formazione politica della Lega, è considerato il padre della flat tax. Ed oggi sta conducendo una battaglia per la libertà contro l'obbligo vaccinale ed il green pass. Cosa non semplice anche in un partito come la Lega dove la sua posizione risulta osteggiata da alcuni suoi colleghi di partito. Qui Siri, in realtà, puntualizza: «Personalmente non mi sento osteggiato. Mi confronto sempre coi colleghi governatori Zaia e Fedriga. Non hanno una posizione pregiudiziale. Promuovono la vaccinazione come via per evitare sovraccarichi negli ospedali. Io punto soprattutto sulle terapie domiciliari. Una cosa non esclude l'altra. Insieme siamo d'accordo sui test salivari usati in maniera sistematica per lo screening. Un compromesso valido per evitare una differenza di trattamento inaccettabile tra chi si vaccina e chi sceglie di non farlo. Del resto, lo stabilisce l'art. 36 del Regolamento europeo».Esauriamo prima il tema Durigon. Come sostituirlo? Un consiglio a Salvini e una previsione.«Salvini è uomo sensibile e generoso. Non ha bisogno di consigli, ed è sufficientemente coraggioso per assumersi le responsabilità delle sue decisioni. Quanto alla previsione, fra qualche anno, di questo passo, temo che questi ruoli saranno ricoperti direttamente da funzionari. La politica si sta purtroppo progressivamente riducendo ad un ornamento».La partenza di Durigon significa che quota 100 non sarà rinnovata?«Non si può andare in pensione dopo 38 anni di lavoro e chi non ha mai lavorato deve avere un reddito garantito? Le pare normale? Il reddito di cittadinanza è un attentato al lavoro, iniziato trent'anni fa con la delegittimazione dei mestieri e delle qualifiche professionali e che negli ultimi dieci anni ha subito un'accelerazione formidabile. Chi dirige il Paese non può ignorare ristoranti e altre attività che chiudono perché non trovano personale. E sottolineo “dirige", non governa. Due condizioni differenti». Circola la bozza di decreto con cui si imporrà l'obbligo vaccinale per tutti…«L'obbligo vaccinale è una forzatura. Venti milioni di italiani hanno scelto di non vaccinarsi. Migliaia di medici, docenti universitari, insegnanti, imprenditori, professionisti e uomini e donne di cultura condividono molte perplessità. Ci atterremo assieme ai colleghi alla linea del segretario. Che del resto è chiara: siamo contrari e avanti coi test salivari come nella regione Marche».Convintamente no vax?«Rifiuto totalmente questa dicotomia tra pro vax e no vax e sostengo convintamente la libera scelta. Peraltro, solo la guarigione naturale garantisce la creazione di vera immunità sterilizzante per il soggetto, che purtroppo il vaccino non può offrire». Oltre l'85% della popolazione over 50 è già vaccinata con almeno una dose. Che spiegazione si dà per questo accanimento?«Non è più un'emergenza sanitaria, ma piuttosto una patologia ideologico-psichiatrica. Moltissimi hanno perso la ragione che è stata sostituita dalla religione. Non è più una questione scientifica. I medici da salotto sono opinionisti del pomeriggio mentre molti Nobel vengono censurati se esprimono critiche a questa gestione medico scientifica del terrore».Che succede con la riapertura delle scuole?«Test salivari gratuiti per tutti e se c'è un caso di Covid nessuna quarantena per la classe e niente Dad. Sarebbe la scelta giusta. I giovani hanno pagato fin troppo e per fortuna sul Covid sono solo spettatori perché praticamente nessuno di loro ha avuto problemi». Il ministro più inadeguato?«Di sicuro il ministero della Salute non ha brillato e ha boicottato inspiegabilmente le cure precoci domiciliari nonostante una mozione del Senato votata quasi all'unanimità. In termini di grammatica istituzionale trovo inaccettabile che i ministri di Salute e dell'Interno non abbiano mai risposto in due anni alle mie interrogazioni».Cosa pensa di Israele e Regno Unito? Sono i paesi che hanno vaccinato prima e di più. Eppure...«Purtroppo, e ribadisco purtroppo, il vaccino sembra non si stia rivelando efficace nell'impedire i contagi. Lo si sapeva da tempo e non protegge dalle varianti. Questo inevitabilmente ci dice che la maggioranza degli ospedalizzati ormai cominciano ad essere i vaccinati. Purtroppo. La cosa non mi fa affatto piacere. Tutt'altro. Ma numerosi scienziati e Nobel per la medicina avevano avvertito che la vaccinazione di massa durante una pandemia è altamente sconsigliata. Contribuisce a generare varianti». La Sicilia torna zona gialla. Succederà anche al resto del Paese?«La Sicilia non ha insistito a sufficienza sulle cure domiciliari precoci. In ospedale finiscono pazienti non trattati adeguatamente. I medici di base o non sanno cosa fare, o non rispondono o ti mandano in ospedale. Sono pochissimi quelli che hanno chiaro il protocollo. Chi si cura subito e bene, in ospedale non ci va a meno che abbia patologie gravi pregresse». Dal 1° settembre ripartiranno 60 milioni di cartelle esattoriali.«Imprese e famiglie hanno patito con lockdown e restrizioni. È impensabile possano pagare questo fardello. Serve almeno un'altra proroga al 31 dicembre e poi una ristrutturazione del debito fiscale in cinque anni per i soggetti solventi. Saldo e stralcio per chi ha chiuso o è in gravi difficoltà economiche».La federazione con Forza Italia. Lei che idea si è fatto?«Le alchimie non mi appassionano. Sulla bandiera di Forza Italia del '94 soffiava il vento della libertà, ricordo lunghe conversazioni con don Gianni Baget Bozzo sui fondamentali di quella esperienza. In qualche modo si respirava aria di anticonformismo che oggi vedo un po' rarefatta. Ben venga però l'unione d'intenti e un'azione comune sui temi condivisi». Un po' invidia per Fratelli d'Italia che dall'opposizione sembrano mietere consensi. Vero?«Gli invidiosi - ricorda l'etimologia della parola - guardano fuori da sé alla ricerca di uno scopo. Gli intelligenti lo cercano in sé stessi. Se sei troppo impegnato a guardare ciò che fanno gli altri finisci nel fosso o contro un muro. Il con-senso è come l'amor, fugace e rapido; direbbe Verdi. Il senso, beh quello è più resistente, un po' come la casetta di mattoni dei tre porcellini. Più faticoso da costruire ma quando arriva il lupo non crolla». Esiste una linea oltrepassata la quale la Lega dovrebbe uscire dal governo?«Linea è stata delineata quando ci si è presi l'impegno di partecipare alla messa in sicurezza e al rilancio del Paese nel governo Draghi. Niente nuove tasse, difesa degli interessi nazionali in Europa e impegno al blocco dell'immigrazione clandestina. Ecco le condizioni che, se violate, costituirebbero un motivo valido per fare un passo indietro. Un epilogo di questo tipo significherebbe però consegnare il Paese a un'agenda politica che mortificherebbe la maggioranza degli italiani». Che aria tira nelle prossime elezioni amministrative? Il centrodestra perde in tutti e cinque i capoluoghi?«Fare campagna elettorale ad agosto è a tratti impossibile. I sindaci uscenti partono avvantaggiati rispetto ai civici. Ma c'è voglia di cambiamento di passo anche nelle roccaforti dagli avversari. I nostri “Davide" nei vari Comuni, se prendono bene la mira contro i Golia avversari, possono raggiungere risultati inattesi». Sul dossier Mps, se abbiamo ben capito, il progetto è questo: un bel po' di credito d'imposta per Unicredit. Un bel po' di dipendenti in meno che non si accollerà. Un bel po' di sofferenze in meno che non acquisterà. Tutto il contenzioso in capo al Tesoro. Si può fare?«Sinceramente ciò che si può fare e ciò che non si può fare ultimamente non è molto chiaro neppure a giuristi e costituzionalisti. Lo Stato di diritto è molto compromesso e anche le ragioni costitutive degli Stati in quanto comunità di individui sono scemate». Ci sarebbe pure Carige da sistemare. Che idea si è fatto?«È la stessa idea di cui sopra. Aggiungo che se il denaro non vale più nulla e gli interessi sono sottozero quale sarebbe il ruolo delle banche? Il 1° gennaio 2001 se mettevi da parte 2.000 euro in banca al 31 dicembre ne trovavi 2.050 oggi ne trovi 1.950, se ti va bene». Una sua opinione sull'economia italiana nei prossimi dodici mesi.«Complicata, non tragica. Ma in economia non si ragiona di anno in anno. Prima del Covid sembrava impossibile parlare di sforamento del deficit anche a fini pro-ciclici come, ad esempio, investire su una coraggiosa riforma fiscale introducendo un'aliquota unica per famiglie e imprese al 15% che cuba a regime massimo 3 punti di Pil, e come al solito ci sono volute le vittime per attivare i neuroni. Siamo passati dal 134% di debito pubblico del 2019 al 160% del 2021 senza battere ciglio». Con i soldi (non regalati) del Pnrr rischiamo di perdere il treno di riforme strutturali che possono avere effetti a lungo termine come la riforma fiscale preferendo invece disperdere tutto in mille rivoli foraggiando gli interessi dei pochi soliti soggetti qualificati per l'occasione, per poi voltarci indietro fra 5 anni e accorgersi che non è rimasto niente se non i debiti da pagare». Scelga il nuovo presidente della Repubblica in scadenza il prossimo febbraio.«Quello che ho in mente io e che avrebbe visione e spirito giusti ha solo 30 anni. Ma lavoriamo perché la sua generazione possa eleggerlo direttamente».