2020-03-28
Arcuri scarica sulle Regioni le colpe di Stato
Il commissario usa il bollettino per giustificarsi dopo lo sfogo sui ritardi di Consip rivelato dalla Verità. Ma Vincenzo De Luca critica le forniture da Roma: «Roba da carnevale». Proteste anche dai sindacati di polizia.Da almeno 10 giorni il commissario Domenico Arcuri si alza la mattina e sa che dovrà rispondere in fretta alle esigenze delle Regioni che aspettano invano il materiale per contrastare la pandemia. Ma più che una gazzella sembra un elefante. Del resto le misure messe in campo fino adesso continuano a essere in ritardo rispetto all'espansione della pandemia, che ieri è arrivata a registrare 9.134 morti in Italia. Tanto che solo nelle ultime 24 ore il commissario scelto dal premier, Giuseppe Conte, si è accorto di poter utilizzare l'esercito per distribuire mascherine e ventilatori nel Paese: è dovuto intervenire il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, a ricordare che ci sono a disposizione elicotteri e aerei. Del resto, dopo aver raccontato durante la consueta videoconferenza di giovedì che le gare di Consip sono servite a poco (metà materiale arriverà quando l'emergenza sarà finita), ieri il manager calabrese è apparso di nuovo poco collaborativo con le Regioni, scaricando su di loro la responsabilità della situazione. «Gli acquisti (di materiali sanitari, ndr) che vengono effettuati dal governo, dalla Protezione civile, dalla Consip e dal commissario, resteranno complementari, in qualche modo suppletivi a quelli che le Regioni possono effettuare», ha spiegato a sorpresa durante la consueta conferenza stampa serale, leggendo anche il bollettino quotidiano dei contagi, dei ricoveri e dei morti. È la conferma del fallimento del commissariamento dei giorni scorsi, dei ritardi e del fatto che ognuno dovrà arrangiarsi come può. Il commissario ha poi citato una relazione, spiegando che la collaborazione con la Protezione civile e con le Regioni procede spedita. A leggere le dichiarazioni del governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, non sembra proprio così. Ieri il presidente campano ha spiegato che le mascherine che sono arrivate da Roma sono utili al massimo per pulire gli occhiali o per maschere da carnevale del coniglietto Bunny.D'altra parte è passata più di una settimana dalla sua nomina e i rapporti con le Regioni hanno raggiunto livelli di tensione mai visti nell'ultimo mese, nemmeno quando la gestione era in capo solo alla Protezione civile di Angelo Borrelli. Prima i ritardi con cui si presentava agli appuntamenti. Poi le spedizioni che non arrivavano. Quindi le incomprensioni sui bandi sono stati gli ingredienti che hanno reso le comunicazioni sempre più difficili, sia con i governatori sia con la stessa Protezione civile.Per di più, durante la conferenza serale, Arcuri non ha risposto a chi gli chiedeva che fine avessero fatto i 1.205 apparecchi di ventilazione previsti appunto nella gara Consip. Dovevano essere pronti per il 25 di marzo e se ne sono perse le tracce. E questo avviene dopo che nemmeno cinque giorni fa lo stesso commissario, scelto da Conte, assicurava che nel giro di una settimana tutti gli italiani avrebbero avuto a disposizione le mascherine. La realtà è ben diversa. Non solo non le hanno tutti i cittadini, ma mancano sempre nei presidi ospedalieri dove continuano a morire medici e operatori sanitari: ieri si è toccata la cifra di 51. Mancano anche alle forze di polizia. Stefano Paoloni, segretario generale del Sap, lancia l'allarme. «Sin dall'inizio dell'emergenza del coronavirus le mascherine ci sono state distribuite in quantità sempre molto limitate, tanto che in alcune occasioni le nostre pattuglie sono uscite senza e a Torino ad esempio è stata data la disposizione che in una macchina da due la mascherina la indossi uno solo. Non si può combattere il virus a mani nude».In ogni caso, durante il punto stampa, Arcuri ha dato una notizia. A dieci giorni da commissariamento dell'emergenza, ci si è resi appunto conto della possibilità di utilizzare l'esercito per la redistribuzione del materiale in arrivo anche dall'estero. Non poteva essere fatto prima? «Da domani, grazie al ministero della Difesa utilizzeremo non solo i camion per consegnare ma anche gli elicotteri» ha spiegato Arcuri. «Avremo personale militare e uomini nei depositi che gli aerei ci consegnano. L'esercito ci aiuterà a fare più in fretta possibile per avere le apparecchiature e i dispositivi in tutto il mondo». Negli ultimi giorni alle riunioni mattutine non è più presente Borrelli, il numero uno della Protezione civile, impegnato ormai da più di un mese contro l'emergenza coronavirus e fermato da un'influenza. Ieri Arcuri lo ha salutato e ringraziato, ma è sembrato soltanto un gesto di circostanza.