2020-05-15
Arcuri straordinario nello scaricabarile. Lui ha colpa di tutto ma non c’entra mai
Mascherine, tamponi, test, app: è in ritardo su ogni cosa. Però dà la responsabilità sempre ad altri. E allora che ci sta a fare?Le mascherine non arrivano? Lui non c'entra, è colpa degli speculatori e dei loro amici che parlano in tv. I test sierologici sono in un ritardo spaventoso? Lui non c'entra, è colpa del decreto del governo che è arrivato tardi. La gara sui tamponi è partita soltanto ora? Lui non c'entra, è colpa dei reagenti che nel mondo sono scarsissimi. Della annunciata app si sono perse le tracce? Lui non c'entra, è colpa dei problemi di sicurezza e di privacy. Il commissario straordinario per l'emergenza Domenico Arcuri, con una spudorata intervista al Corriere della Sera, si è aggiudicato il primo posto nella speciale Canzonissima dello Scaricabarile. Un messaggio unico: lui non c'entra mai. È sempre colpa di qualcun altro. Ha stilato una lista di responsabili immaginari in cui, a parte la Banda Bassotti, Pippo, Paperino, Diabolik e la strega cattiva di Biancaneve, non manca nessuno. Lasciando un solo dubbio: ma se c'è sempre un altro responsabile, che diavolo ci teniamo a fare un commissario straordinario irresponsabile? Sono due mesi che quest'uomo ameno ricopre l'incarico. Avrebbe dovuto, in particolare, risolvere il problema degli approvvigionamenti. Ha cominciato con i respiratori, che purtroppo non sono arrivati negli ospedali quando ce n'era davvero bisogno, cioè nella fase acuta dell'emergenza. Poi è passato a occuparsi delle mascherine: ha fissato il prezzo a 50 centesimi, di per sé un'iniziativa che poteva anche essere sensata, a patto di essere in grado di garantire le forniture a quei prezzi. Ovviamente non era in grado. Infatti come prima mancavano i respiratori, ora mancano le mascherine. E i tamponi? Mancano anche quelli. Da due mesi. E il genio ha indetto la gara soltanto l'altro giorno. Dunque anche i tamponi arriveranno in ritardo, così come sono in ritardo i test sierologici e la sbandierata app: entrambi dovevano essere pronti per la fase due. Invece, ovviamente, mancano. L'unica cosa che non manca da quando Arcuri è commissario è la mancanza di quello che serve. Ha collezionato una serie di risultati così deludenti non si vedevano dai tempi di Luigi Malabrocca, maglia nera al Giro d'Italia. Roba che l'Armata Brancaleone al confronto sembra l'esercito prussiano. E dunque, caro commissario dei miei tamponi: vuoi almeno chiedere scusa? In una paginata di intervista vuoi provare a dire una volta mi dispiace? Non sono stato all'altezza? Ho sbagliato? Niente. Scusa non gli esce di bocca. Sembra Fonzie di Happy Days. Anzi, con alterigia pari all'inefficienza, l'uomo rivendica i risultati fallimentari. Servono trenta milioni di mascherine al giorno? «Noi ne distribuiamo otto» (cioè ne mancano 22 milioni). Troppe mascherine dall'estero? «La produzione nazionale copre già il 15 per cento del fabbisogno» (notare il già, e pazienza per il restante 85 per cento). La app non c'è? «Si collegherà al sistema sanitario nazionale». Sì, ma quando? «Una volta risolti i problemi di sicurezza e di privacy». E quindi? Boh. Perché i tamponi partono solo adesso? «Secondo il rapporto Findoxx.org…». Ma che c'entra il rapporto? «C'è il problema dei reagenti». E come pensa di risolverlo? «Sono scarsissimi». Appunto. «Anche un'offerta d'acquisto congiunta europea non ha dato grandi frutti». E dunque? Nessuna risposta. Perché vi siete mossi per i test sierologici solo il 15 aprile? «La velocità della ricerca è stata forsennata». Forsennata? Ha aspettato un mese per partire… «La frontiera non era la stessa a marzo e non lo sarà a giugno». Ma che diavolo vuol dire? «Vanno evitati i test rapidi». Va bene, evitiamo i test rapidi. Ma un test psicologico? Che ne dice, commissario?grigio boiardoCome uno studentello impreparato a scuola, ha la giustificazione per ogni materia. Perché non hai studiato storia? Perché mio zio stava male. E matematica? Ho perduto il libro. E grammatica? Dovevo aiutare mio fratello a contare i francobolli. Ma vi pare? Questo grigio boiardo, recuperato in qualche scantinato della burocrazia, avrebbe dovuto garantire le forniture di strumenti sanitari. Non c'è una cosa che gli sia riuscita, nemmeno per sbaglio. E anziché presentarsi davanti agli italiani con il capo cosparso di cenere, fa il gradasso, accusa a destra e manca, scarica su chiunque. Ma, scusi signor Arcuri, non era lei il commissario? E allora delle due l'una: o non ha potere di decidere, e allora se ne vada perché un commissario che non decide non serve a niente. Oppure ha potere di decidere, e allora e ne vada perché visti i risultati serve meno ancora. Per salvare l'Italia nell'emergenza ci vuole un uomo di polso. Lei, a quanto pare, non è nemmeno un uomo di polsino.mancanza di rispetto Più che un vero commissario, infatti, sembra il commissario Basettoni. Oppure il commissario Lo Gatto nell'imperdibile interpretazione di Lino Banfi, quello che venne trasferito perché aveva chiesto al Papa l'alibi per un omicidio in Vaticano. Lei è un po' così: talmente surreale da apparire incredibile. L'unica cosa vera la dice alla fine dell'intervista: «Non ho bisogno del navigatore per orientarmi nel traffico romano». In effetti, non ha bisogno del navigatore: il navigatore è lei, e il traffico dei palazzi romani lo conosce alla perfezione. Ma gli italiani, in questo periodo, sono un filo incazzati e avrebbero bisogno di persone che risolvono i problemi, non che sanno muoversi tra i semafori della politica (rosso, giallo, verde. Soprattutto rosso). E che se i problemi non li risolvono, almeno sanno assumersi le loro responsabilità senza mettersi a cantare «la colpa non è mia la colpa è del bajon» facendo il coretto a Nilla Pizzi e Gino Latilla, anno d'oro 1953. Abbia un po' di rispetto, almeno, commissario. Quando assicura che «i risultati della fase 1 si replicheranno nella fase 2» sappia che per tutti noi non suona come una promessa ma come una minaccia. E se lei è «orgoglioso di servire il Paese», bene sappia che non è reciproco. Il Paese non è affatto orgoglioso di lei. E se i suoi servigi sono quelli che stiamo vedendo, ci possiamo rinunciare senza rimpianti. Faccia come se li avessimo accettati. E si accomodi altrove.
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