2021-06-20
Arcuri esce dal bunker di Invitalia per tenersi la guida dei bus italiani
L'ex commissario, che come i dalemiani sembrava sparito, si muove per blindare i suoi nella ex Irisbus. Serve un aumento di capitale e l'altro socio Leonardo punta a un manager per il rilancio. In mezzo, i soldi del Pnrr.Domenico Arcuri, già commissario, si è inabissato. La strategia è un po' quella del geco: mimetizzarsi ed evitare che Invitalia sia al centro dell'attenzione. A questa politica low profile, Arcuri sembra interessato ad andare in deroga per una controllata che si occupa di bus. Industria italiana autobus è la ex Irisbus ed è partecipata al 42% circa da Invitalia. Il restante 58 è diviso più o meno in parti uguali fra Karsan, player turco, e Leonardo. Nei prossimi giorni si terrà l'assemblea. La data è ballerina. Fissata per il 7 luglio, potrebbe essere anticipata prima della fine del mese. All'ordine del giorno ci sarà l'approvazione del bilancio, la nomina o la conferma dei vertici aziendali e la ricapitalizzazione. Infatti, anche il bilancio del 2020 registra segni negativi per almeno 6 milioni di euro. Importo che sommato alle perdite del 2019 e del 2018 impone ai soci di mettere mano al portafogli. Una spina in più in un lungo percorso costellato di cassa integrazione e di forti interessamenti della politica. Lo stabilimento di Flumeri è l'eredità della produzione Fiat. Nel 2011, il Lingotto abbandonò il sito per spostare in Francia la produzione lasciando 300 dipendenti in Cigs e una ventina di milioni di sofferenze. A quel punto subentrò un socio privato, la Tevere spa, che portò a casa commesse per 2.000 pullman. Paradosso ha voluto che l'impegno abbia portato le finanze in crisi e spinto gli azionisti a chiedere una mano al Mise. A giugno del 2018 Invitalia sembrava aver trovato una soluzione. Il proprio ingresso assieme a un altro privato. Ma il Mise su input di Giorgio Sorial e Davide Crippa ha preferito un'altra strada. Immaginando l'arrivo di Ferrovie. Ipotesi che non si è concretizzata. E che ha imposto una ricapitalizzazione (siamo a novembre 2018). Un po' di commesse si sono perse per strada. Ben 500 bus sono stati costruiti in Turchia dalla Karsan (quelli dell'Atac per capirsi) e nonostante il migliaio di altri pullman da costruire si è resa necessaria una nuova ondata di cassa integrazione. All'inizio del 2019 entra nella compagine Leonardo. L'azienda negli ultimi tre anni ha avviato un importante processo di reshoring, riportando in patria tutte le attività che erano state delocalizzate in Turchia. E seppur la start up abbia segnato interessanti passi avanti, adesso si torna al tema del capitale. Con la differenza che il governo ha appena approvato il Recovery plan che va a destinare alla mobilità e al trasporto pubblico locale importanti risorse. Lasciare nel parcheggio gli autobus italiani sarebbe qualcosa in più di un peccato. Ma sul futuro della società i due azionisti di riferimento rischiano di avere punti di vista molto diversi. Karsan è ormai un socio finanziario visto che la produzione in Turchia è cessata. Arcuri nelle ultime settimane sembra essere uscito dal bunker scavato dopo l'arrivo di Mario Draghi con l'intenzione di perorare la causa dell'attuale ad Giovanni De Filippis, ma soprattutto la strategia dello status quo. Dall'altra parte Leonardo, che sarà chiamata forse a uno sforzo maggiore dal punto di vista finanziario, avrebbe individuato il nome di Antonio Liguori, manager storico del gruppo cui si deve l'impegno in Ansaldo Breda e la liberazione dal fardello della mega fideiussione e dai circa 600 milioni di petitum legale. Arcuri, dopo aver fatto un po' di barriera, adesso sembra voler prendere altro tempo facendo slittare termini e decisioni. Sarebbe anche disposto a valutare il doppio ad pur di non lasciare la presa. Tra i numerosi incontri tecnici al Mise, c'è stato anche un recente abboccamento tra il ministro Giancarlo Giorgetti, Arcuri e l'ad di Leonardo, Alessandro Profumo. Invitalia è destinata a uscire dalla compagine. Anche se i tempi sono tutti da decidere. é quindi ancor più difficile capire la posizione di Invitalia. Il mondo con la pandemia è cambiato. Nel 2018 gli approcci dei 5 stelle che hanno influenzato le scelte sullo stabilimento di Flumeri sono ormai nell'archivio della storia. Così come i legami politici che hanno contraddistinto la nomina di Arcuri a commissario per la gestione del Covid sono stati acciaccati dall'arrivo di Draghi. Evidentemente i punti di riferimento dalemiani restano forti. Solo che il Recovery è una occasione unica. Se il danaro non si usa per progetti concreti diventerà mero debito. Industria italiana autobus è un esempio da letteratura. C'è un piano di rilancio concreto. Sarebbe un peccato lasciarlo cadere. Finiremmo con il dover acquistare bus tedeschi o francesi. Vedremo se nei prossimi giorni il Mise dirà la sua. O se Arcuri spiegherà apertamente la strategia che vuole applicare per il rilancio di una azienda che oltre alla sede di Bologna è fondamentale per la provincia di Avellino e una fetta del Sud.
Jose Mourinho (Getty Images)