2018-08-27
Anziché spiegare, attaccano chi ha fatto luce
I giornalisti fan di Bergoglio non sperino di cavarsela ignorando il memoriale del monsignore o gettando ombre sulle sue intenzioni. Non importa la ragione che lo ha spinto a parlare, quel che dovrebbe contare è solo la realtà dei fatti elencati. Sono veri oppure no?Se nel giorno in cui il Papa chiede scusa per gli abusi sessuali, dicendo che la Chiesa non ha fatto abbastanza per denunciare i pedofili, un alto prelato si fosse alzato e rivolto al Pontefice avesse detto: «Scusi, ma io l'avvisai cinque anni fa che quel cardinale andava a letto con i seminaristi e lei non ha fatto niente», voi che avreste fatto? Dico, se foste stati giornalisti, addetti a seguire Bergoglio nei viaggi o anche solo incaricati di comporre i titoli sul Papa nei siti dei più importanti quotidiani italiani? Immagino la risposta: avreste fatto domande nel caso foste stati inviati sul posto e titolato sulla vicenda del monsignore che accusa Francesco qualora foste preposti a fare sintesi delle principali notizie. Invece no. In Italia la maggior parte della stampa ha preferito ignorare il memoriale che ieri abbiamo pubblicato in esclusiva. Eppure si tratta di un documento firmato dall'ex nunzio apostolico negli Usa, e non da un passante qualsiasi. In esso, Carlo Maria Viganò, un monsignore che ha ricoperto alti incarichi all'interno della gerarchia vaticana, rivela che già all'epoca del pontificato di Benedetto XVI erano note le tendenze del cardinale americano Theodore McCarrick, prova ne sia che il Papa emerito dispose che il prelato fosse confinato in una specie di isolamento, impedendo che costui potesse esercitare ed entrare in contatto con giovani seminaristi. E di ciò ci sarebbero prove e lettere. Lo steso nunzio dice di aver segnalato di persona a papa Francesco l'esistenza di un dossier vaticano sul prelato. Tuttavia, una volta eletto al soglio di Pietro, Bergoglio decise di infischiarsene e rimettere in circolo il discusso McCarrick, affidandogli nuovi incarichi, salvo destituirlo poche settimane fa, quando in America le polemiche sulla pedofilia lo costrinsero a riaccendere il faro sulle molestie sessuali all'interno dei seminari. «Perché il Papa non prese provvedimenti contro il cardinale quando Viganò lo informò?», è la domanda che sorge spontanea. L'ex nunzio, nel memoriale da noi reso noto, fa capire che McCarrick appartiene a una lobby gay piuttosto influente negli Usa, e che questa stessa lobby avrebbe contribuito in maniera determinante alla nomina del nuovo Pontefice. Destituendo il cardinale pedofilo, Francesco ha chiesto nuovamente scusa per gli abusi, invitando la Chiesa a far pulizia, ma il Papa è la massima autorità della Chiesa, e se egli stesso non denuncia e non fa pulizia, si chiede Viganò, chi dovrebbe farlo? Il memoriale dell'ex nunzio in America è un pugno nello stomaco. Un pugno che però giunge nel momento in cui Francesco è impegnato in un difficile viaggio in Irlanda, Paese dove altri pedofili in tonaca hanno commesso abusi. Tuttavia, anziché raccontare di questo pugno, chiedendo chiarezza sui fatti, la parte più importante della stampa preferisce nascondere la notizia. Per lo meno in Italia. All'estero i principali siti di informazione (Bbc, New York Times e Washington Post) dedicano ai fatti il risalto che meritano, pubblicando nel dettaglio la ricostruzione di Carlo Maria Viganò. Da noi invece si preferisce ignorare la vicenda: non si sa mai che dia fastidio a qualcuno. Tra i pochi che rompono il silenzio stampa, c'è chi lo fa per insinuare il dubbio che Viganò parli ora, a distanza dai fatti, perché Bergoglio non lo ha nominato cardinale, dunque la sua testimonianza non nasca da un'autentica voglia di fare pulizia all'interno della Chiesa, ma da motivi personali. A noi poco importa quale sia la ragione che ha indotto l'ex nunzio a parlare. Nel memoriale egli fa intuire di essere arrivato alla soglia degli ottantant'anni e di volersi presentare al cospetto di Dio con l'animo leggero e non appesantito da inconfessabili segreti. Non essendoci prova contraria, al momento non abbiamo motivo di dubitare della sua parola. Ma se anche egli avesse agito per rabbia per non avere ottenuto la porpora, che cosa cambierebbe? Ciò che conta è la verità dei fatti: è vero o no che Benedetto XVI agì contro McCarrick? È vero o no che papa Francesco ricevette avvisi riguardanti il discusso cardinale? È vero oppure no che nonostante ciò che gli disse Viganò rimise in circolo un prelato sospettato di pedofilia? In sostanza: se davvero su McCarrick il Vaticano sapeva tutto da tempo, perché il Papa non solo non fece niente, ma se ne servì? Il nostro non è un atto d'accusa, come qualcuno crede, ma una semplice domanda. Quella che tutti i giornalisti, papisti o non papisti, dovrebbero farsi. Servirebbe ai lettori, ma credo che fare quella domanda aiuterebbe anche la Chiesa. Per lo meno quella che dice di voler fare pulizia.
Antonio Decaro con Elly Schlein a Bari (Ansa)
La Mushtaha Tower di Gaza crolla dopo essere stata colpita dalle forze israeliane (Ansa)