2021-11-10
Dagli anticorpi eterni alla terza dose. Sull’immunità hanno dato i numeri
Nel giro di 24 ore, Ilaria Capua annuncia richiami ogni anno e il Cts promette una tregua decennale. Ma sulla durata dei vaccini e sulla copertura «di gregge», gli esperti ne hanno dette di ogni. Distruggendo ogni credibilità.La terza dose somiglia al doping del Fantozzi ciclista: con lo shot «arrivi primo, stacchi a tutti quanti e te lo fa pure arrizza'…». Ad esempio, Sergio Abrignani, del Cts, non ha dubbi: bisogna sottoporre tutti a un'altra punturina, «per innescare una memoria» immunitaria «di lungo termine, che consenta di fare altri richiami non prima di cinque-dieci anni». Cinque o dieci? Non è uguale, ma sarebbe meraviglioso. Solo che in Israele parlano già di quarta iniezione. E meno di 24 ore prima che uscisse l'intervista di Abrignani sul Corriere, la virostar Ilaria Capua spiegava ad Huffington Post: «Faremo richiami ogni anno».Ci risiamo. Come sulle mascherine, sui lockdown, sugli effetti collaterali dei farmaci anti Covid, anche su immunità e terze dosi, i tecnici partecipano al gran ballo. Beninteso, siamo consapevoli che, sull'argomento, talora s'annaspa nel buio. E se i luminari si avventurano in pareri spericolati, è pure un po' colpa di noi giornalisti, che poniamo domande quando le risposte non esistono. In una situazione d'incertezza, però, gioverebbe la costante sobrietà comunicativa di scienziati e consiglieri del governo: sappiamo di non sapere, ammettiamo di doverci orientare, di volta in volta, in base alle evidenze. Invece, il copione è il solito: si procede per sentenze apodittiche, regolarmente seguite da altrettante ritrattazioni. È stata quest'alternanza tra promesse di vittoria e burrascose ritirate a generare la sfiducia cui, adesso, si tenta di rimediare con gli obblighi vaccinali surrettizi. Il problema, comunque, resta: come facciamo a fidarci ancora dei cervelloni?Prendete Guido Rasi, consulente del commissario Francesco Paolo Figliuolo. Il 21 settembre aveva il passo felpato: «Qualche classe di età potrebbe non avere bisogno» della terza dose. «Meglio aspettare». Ha aspettato fino a una settimana fa, per il cambio di programma: subito richiami estesi ai cinquantenni e, a partire da gennaio, a tutti, senza distinzione di età. Più o meno, è la parabola del coordinatore del Cts, Franco Locatelli: il 29 settembre era «tutto fuorché scontato che si debba andare verso una terza dose» per «i soggetti sani e giovani». Il 4 novembre, è diventato «ragionevole» e «plausibile» abbassare i limiti d'età per la somministrazione del booster, in modo che, entro fine anno, «si parta per tutti quanti». Che è poi la linea di Roberto Speranza: dunque, è il ministero a seguire la scienza o la scienza a seguire il ministero? D'altronde, se si è arrivati al lascia o raddoppia - anzi, triplica - è per (de)merito del marketing immunitario dai toni millenaristici. La strategia del messia vaccino è stata accompagnata - in qualche caso, addirittura preceduta - da altisonanti proclami: «I vaccini ci salveranno, la via d'uscita è vicina» (Mario Draghi), «Il vaccino si salverà» (Speranza, di nome e di fatto), «Grazie ai vaccini ne usciremo» (Pierpaolo Sileri). Come capita con le avvertenze scritte in caratteri minuscoli, invero, nessuno ci aveva giurato esattamente che sarebbero bastate le due dosi. Ma le aspettative parevano incoraggianti. Lo scorso agosto, Gianni Rezza, direttore della Prevenzione al dicastero della Salute, osservava che «anche se gli anticorpi neutralizzanti tendono a scendere nel corso del tempo, le risposte cellulari e la memoria dell'incontro con l'antigene virale» persistono «più a lungo di quanto si pensasse». Più si va a ritroso, più gli scenari erano luminosi. Sempre Rezza, in audizione al Senato, a marzo ipotizzava «una durata dell'immunità di due anni». A maggio, Matteo Bassetti riteneva che «sei mesi» fossero «una durata bassa. […] I dati sull'immunità ci dicono che dura almeno 12-18 mesi». Sul richiamo, tuttavia, il vanesio di Genova rimescolava le carte: «Dovremo abituarci all'idea che una volta all'anno ci vaccineremo contro il Covid». Il vaticinio più antico è forse di Fabrizio Pregliasco. Novembre 2020: «Partiamo con un vaccino che potrebbe fermare il virus per almeno otto mesi. Probabilmente l'immunità sarà anche più lunga degli otto mesi: il vaccino sarà più efficace rispetto all'aver avuto la malattia». In seguito, diversi studi avrebbero affermato il contrario. Ma Roberto Burioni, lettore del New England journal of medicine, ad aprile di quest'anno conservava l'ottimismo: «Osservando i vaccinati Moderna dopo sette mesi è possibile che la protezione possa durare anni». Poche settimane più tardi, l'ad dell'azienda giurava: la protezione può durare «da uno a tre anni». Guai a chiedere all'oste se il vino è buono…Sull'immunità da vaccini, per motivi cronologici, non c'erano grandi ricerche. Ma sull'immunità di gregge, un quadro più chiaro potevano darcelo. A maggio, Locatelli fremeva: «Tenderei a dire» che la meta sarà raggiunta «entro l'estate, stando larghi per prudenza, tra agosto e settembre». La prudenza non è mai troppa. E puntuale, a ottobre, è piombata la sveglia di Silvio Brusaferro: «L'immunità di gregge non è obiettivo che ci possiamo porre con il Sars-Cov-2». Addio normalità: «Non basta la copertura immunitaria, serve anche mantenere le misure di contenimento». E così, dall'immunità lunga mesi, forse anni, forse eterna, abbiamo iniziato a volare basso con Walter Ricciardi, che gela i «clienti» di Johnson&Johnson (traducendo male un documento di Fda): a loro occorre un richiamo «a distanza di due mesi». Sì, il virus muta; questi medicinali sono leaky; schermano dalle conseguenze serie della malattia, tuttavia non bloccano la trasmissione del Covid e, dopo un po', perdono di efficacia financo sulle forme gravi. Chissà, magari i nostri super esperti avrebbero potuto immaginarselo, prima di prefigurarci manna dal cielo e fontane di vino. La scienza lavora per tentativi ed errori, non per annunci e smentite.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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