2023-06-10
Il pellegrino cattolico che ha difeso i bimbi: «Ho agito come deve agire un francese»
Henri D'Anselme (nel riquadro) è l'uomo a destra che insegue l'attentatore di Annecy (Ansa)
Henri D’Anselme ha affrontato disarmato il siriano che ha pugnalato i piccoli in Francia. Tre restano gravi. Video dell’attacco oscurato.Un lampo di speranza squarcia la notte scesa su Annecy, dopo la mattanza dei bambini tentata dal siriano Abdalmasih Hanoun.Il bimbo olandese di 22 mesi colpito dall’immigrato e ricoverato a Ginevra sarebbe fuori pericolo: lo ha comunicato ieri il ministro degli Esteri dei Paesi Bassi, Wopke Hoekstra. Secondo quanto riportato inizialmente dal portavoce del governo francese, Olivier Véran, degli altri tre bambini colpiti (un fratello e una sorella di 2 e 3 anni e una bambina inglese di 3 anni, tutti ricoverati a Grenoble), due sarebbero ancora in pericolo di vita. Più tardi, il primo ministro Élisabeth Borne ha spiegato che tutti e quattro i minori sono stati operati e che il loro stato può essere considerato stabile. Emmanuel Macron, in visita alla prefettura di Annecy, ha annunciato: «Possiamo veramente nutrire le più grandi speranze per i bambini e gli adulti feriti. Di norma, le cose dovrebbero continuare a migliorare. Tutto ciò che mi è stato detto a tal proposito va in un senso positivo». Quanto all’anziano accoltellato e poi, colmo della sfortuna, centrato anche accidentalmente dai colpi della polizia, anche nel suo caso le notizie sarebbero positive e l’uomo si sarebbe già risvegliato. Un secondo adulto era stato ferito più lievemente e curato sul posto. In attesa di notizie più definitive sullo stato di salute dei feriti, la Francia e l’Europa intera si interrogano sull’accaduto. Oltralpe il video dell’aggressione ha cominciato a girare giovedì sui social ma è stato subito bandito da ogni piattaforma. La sinistra denuncia la récupération da parte della destra, cioè la strumentalizzazione a fini politici, ricordando che rilanciare immagini cruente può essere reato. Leggi che comunque, a suo tempo, non impedirono a Libération di sbattere in prima pagina il cadavere del piccolo Aylan. Al solito: c’è chi può operare «recuperi» politici e chi no.Fa discutere anche l’identità religiosa di Hanoun, che sarebbe di fede cristiana. «Vi uccido in nome di Dio», titolava ieri in prima pagina La Stampa, che sembra aver finalmente scoperto che esiste un terrorismo di matrice religiosa. All’interno del quotidiano torinese, il politologo Olivier Roy gongolava perché «se verrà confermato che il tipo di Annecy è veramente cristiano, sarà un grosso problema per loro questa volta!». Dove per «loro» si intende l’estrema destra, ovviamente. Roy ha spiegato che, probabilmente, Hanoun «è un individuo che ha avuto un colpo di pazzia, succede spesso a persone che passano da un Paese all’altro e che hanno a che fare con la burocrazia per presentare le loro richieste». Curiosamente, l’intervistatore non ha trovato una formula più breve da suggerire all’esperto per definire le «persone che passano da un Paese all’altro» e che, per questo, pare siano solite diventare pazze.Di Hanoun si sa ancora poco. Nato nel 1991, in Siria, avrebbe lasciato il suo Paese nel 2011 (o forse dopo), recandosi prima in Svezia e poi in Francia. Avrebbe anche ottenuto asilo in Italia e in Svizzera. Nel Paese scandinavo era stato accolto come profugo, ma senza ottenere la cittadinanza, secondo Le Monde per il fatto di essere un ex soldato dell’esercito siriano. Deluso dalla mancata cittadinanza, si era recato in Francia, dove la sua domanda d’asilo era stata bocciata il 4 giugno scorso. Portato in carcere, il siriano «ha fatto ostruzione all’arresto», in particolar modo «rotolandosi per terra», hanno dichiarato fonti interne all’inchiesta ai media transalpini. Secondo Le Parisien, l’uomo non è stato ancora interrogato a causa del suo stato, ma dovrebbe comparire davanti a un giudice oggi.Mentre il Paese si interroga su questo aspirante infanticida, un’altra figura assurge agli onori della cronaca, stavolta in positivo. Si tratta di Henri d’Anselme, l’uomo che, disarmato, ha affrontato l’immigrato facendosi scudo del suo solo zaino. D’Anselme ha incontrato, dopo il suo gesto, anche il presidente Macron. Una figura interessante, quella di d’Anselme: 24 anni, originario di Le Pecq, nel dipartimento degli Yvelines, cresciuto in una famiglia numerosa, laureato in filosofia all’Ipc di Parigi, d’Anselme ha iniziato da poco più di due mesi un tour delle cattedrali di Francia, di cui dà conto sui suoi profili social. «Ho sempre avuto il gusto per la marcia, associarlo alle cattedrali è un po’ come realizzare un grande pellegrinaggio», dichiarava a dei media cattolici lo scorso aprile, evocando un «cammino personale e anche spirituale».Su Youtube si trova anche un video in cui un tal Henri d’Anselme commenta dei passi di Jean Raspail, il grande scrittore che denunciò profeticamente l’invasione migratoria, e probabilmente si tratta proprio dell’eroe di Annecy. Che, dal canto suo, rifiuta tale qualifica: «Ho avuto paura per la mia vita, ma soprattutto per quella degli altri», ha dichiarato ai media. E ha aggiunto: «Ho agito istintivamente, per me era impensabile non fare niente. Ho agito come un francese dovrebbe agire, ovvero ho cercato di proteggere i più deboli». Forse la triste stagione del terrore e della viltà ha finalmente trovato il suo contraltare positivo.