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2021-12-15
Animali selvatici, ecco dove ammirarli in Italia
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Quando si parla di animali selvatici si pensa subito a luoghi come l’Australia o l’Africa. Eppure non è necessario andare così lontano per avvistarne di stupendi. Anzi: rimanendo in Italia, si possono organizzare dei viaggi a tema indimenticabili.
Non è raro che uomini e donne di città che si recano in Val d’Orcia, per esempio, lancino esclamazioni di meraviglia di fronte a un tasso, a un capriolo o a un cinghiale che attraversa loro la strada (evento non raro, peraltro). Non si tratterà di leoni o pinguini, ma per i “metropolitani” si tratta di eventi tutt’altro che scontati. Del resto, se è vero che ormai i cinghiali abitano anche le grandi città (vedi Roma), non c’è da stupirsi che tra colli e boschi incontaminati si nasconda questo e altro.
Ma a chi è indicato un viaggio alla scoperta degli animali selvatici nostrani? A tutti. Lavoratori stressati, bambini di città e persone che hanno bisogno di rifugiarsi nella natura: chi non trae beneficio dall’osservare un falco in volo o un gruppo di fenicotteri? Gli animali ci rimettono in contatto con la nostra parte selvaggia, fin troppo addomesticata da una quotidianità restrittiva.
Un viaggio di questo genere, inoltre, permette di tenere i cinque sensi costantemente accesi: si respira aria pura, si aguzzano soprattutto vista e udito e si ha la possibilità di tornare alle nostre radici di esseri umani.
Segue un viaggio tra alcune regioni italiane che permettono tutto questo, fatta la necessaria premessa che ciascuna regione vanta specie endemiche molto spesso sconosciute ai più.
Abruzzo

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L’Abruzzo è forse il primo luogo che viene in mente quando si parla dell’accoppiata animali selvatici-Italia. Orsi marsicani, camosci, cervi, martore… Poche altre regioni sono così selvagge, tanto che in alcuni punti sembra che l’essere umano sia semplicemente un ospite, non sempre troppo gradito.
Da dove partire? In Abruzzo esistono ben tre Parchi Nazionali (oltre a decine di riserve e oasi). Uno di questi è Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, casa prediletta di lupi, linci e caprioli (solo per fare qualche esempio).
Il borgo di Civitella Alfedena (AQ), per esempio, ospita l’Area Faunistica del Lupo Appenninico, una grande zona recintata che ospita alcuni esemplari di questa specie. Una semilibertà dovuta alle condizioni in cui questi mammiferi sono stati trovati. La particolarità consiste nel fatto che è possibile vederli circolare, con il loro tipico avanti e indietro, da diversi punti del paese.
Sempre a Civitella è possibile visitare il Museo del Lupo Appenninico, che spiega per filo e per segno (e in maniera piacevolmente facile) storia e caratteristiche di questo animale, che ancora, ingiustamente, inquieta molti.
Per qualunque informazione, scrivere a lupo.civitella@parcoabruzzo.it o chiamare lo 0864/890141.
Altro posto dove avvistare animali selvatici abruzzesi è Villetta Barrea (AQ): qui i cervi camminano in libertà, sia a bordo del lago che intorno al paese. Vederli dal vivo è uno spettacolo, anche perché la convivenza con gli esseri umani è pacifica, anche se ovviamente bisogna evitare di disturbarli.
Dormire e mangiare
- Affittacamere L’Airone, Via le Foci, 67030 Villetta Barrea – posizione di tutto rispetto.
- Ristorante La Poiana, Località Masseria, 67030 Barrea (AQ) – piatti tipici con un tocco innovativo.
Valle d'Aosta e Piemonte

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Simbolo del Parco Nazionale del Gran Paradiso, che si estende tra le due regioni del Nord Italia, è lo stambecco. Non è facilissimo avvistarlo, ma qualche accortezza può facilitare.
Pare che Cogne, considerato il vero e proprio ingresso del Parco, sia il luogo ideale. In particolare, salendo al Rifugio Sella si hanno molte più probabilità, anche se si tratta di una bella escursione di circa tre ore partendo da Valnontey. È richiesto un minimo di allenamento, ma vedere (soprattutto di sera e al mattino presto) marmotte e stambecchi è sicuramente un’esperienza unica.
Da fare durante le stagioni di mezzo.
Per avere informazioni, telefonare allo (011)-8606233 o scrivere a info@pngp.it
Dormire e mangiare
- Hotel De La Tor, Rue Dottor Grappein 76, 11012 Cogne – bella vista e ottima cucina.
- La Brasserie du Bon Bec, Via Bourgeois, 72, 11012 Cogne AO – la fonduta di fontina è un must.
Puglia

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Un tour assolutamente da fare è quello per avvistare i delfini a Taranto. Questo simpaticissimo mammifero è solo uno dei tanti motivi per venire in questa zona: dal cibo al mare turchese, dai borghi della Valle d’Itria alle tradizioni ancora vive, sono tanti gli input che invitano all’esplorazione del Tarantino, compresi i suoi animali selvatici.
Il Jonian Dolphin Conservation è un’organizzazione scientifica che si occupa di studiare i cetacei nel Golfo di Taranto. Il suo scopo è quello di rendere consapevoli le persone che in Italia esistono ancora i cetacei e, soprattutto, che vanno tutelati.
Per prenotare un’escursione in mare con loro, bisogna telefonare al +39 0994706269 o scrivere a areaprogetti@joniandolphin.it
Dormire e mangiare
- Hotel Europa, Via Roma 2, 74123 Taranto – elegante 4 stelle nel centro della città.
- Trattoria L’Orologio, Viale Duca D'Aosta, 27, Taranto – Locale tradizione, dalla cucina tanto semplice quanto buona.
Sardegna

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La Sardegna è un’altra regione privilegiata per l’osservazione di animali selvatici: testuggini, gatti selvatici, donnole... E fenicotteri, gli affascinanti volatili rosa che ormai ritroviamo riprodotti su tazze e gadget di ogni tipo.
Gli stagni e le paludi dell’Oristanese sono il loro habitat privilegiato. In realtà, i fenicotteri rosa si trovano sparsi per la Sardegna (se ne possono vedere anche a Cagliari), ma segnandosi gli stagni di Cabras, di Santa Giusta, di S’Ena Arrubia, di Sale ‘e Porcus e la laguna di Mistras si va sul sicuro.
Il periodo ottimale è giugno, ma tanto vale preparare il viaggio con un certo anticipo.
Dormire e mangiare
- Red Ginger, 35 Via Lombardia, 09170 Oristano – alloggi accessoriati e centrali.
- Trattoria Portixedda, Vicolo Solferino, 6, 09170 Oristano OR – pesce fresco e di qualità.
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Dalla Valle d'Aosta alla Puglia, passando per Piemonte, Abruzzo e Sardegna, ecco un itinerario da percorrere alla scoperta di luoghi dove avvistare specie selvatiche, dai tassi ai caprioli, fino a falchi e fenicotteri.Lo speciale contiene un articolo e un itinerario di quattro tappe.Quando si parla di animali selvatici si pensa subito a luoghi come l’Australia o l’Africa. Eppure non è necessario andare così lontano per avvistarne di stupendi. Anzi: rimanendo in Italia, si possono organizzare dei viaggi a tema indimenticabili. Non è raro che uomini e donne di città che si recano in Val d’Orcia, per esempio, lancino esclamazioni di meraviglia di fronte a un tasso, a un capriolo o a un cinghiale che attraversa loro la strada (evento non raro, peraltro). Non si tratterà di leoni o pinguini, ma per i “metropolitani” si tratta di eventi tutt’altro che scontati. Del resto, se è vero che ormai i cinghiali abitano anche le grandi città (vedi Roma), non c’è da stupirsi che tra colli e boschi incontaminati si nasconda questo e altro.Ma a chi è indicato un viaggio alla scoperta degli animali selvatici nostrani? A tutti. Lavoratori stressati, bambini di città e persone che hanno bisogno di rifugiarsi nella natura: chi non trae beneficio dall’osservare un falco in volo o un gruppo di fenicotteri? Gli animali ci rimettono in contatto con la nostra parte selvaggia, fin troppo addomesticata da una quotidianità restrittiva. Un viaggio di questo genere, inoltre, permette di tenere i cinque sensi costantemente accesi: si respira aria pura, si aguzzano soprattutto vista e udito e si ha la possibilità di tornare alle nostre radici di esseri umani.Segue un viaggio tra alcune regioni italiane che permettono tutto questo, fatta la necessaria premessa che ciascuna regione vanta specie endemiche molto spesso sconosciute ai più.<div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/animali-selvatici-ecco-dove-ammirarli-in-italia-2656027271.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="abruzzo" data-post-id="2656027271" data-published-at="1639499594" data-use-pagination="False"> Abruzzo iStock L’Abruzzo è forse il primo luogo che viene in mente quando si parla dell’accoppiata animali selvatici-Italia. Orsi marsicani, camosci, cervi, martore… Poche altre regioni sono così selvagge, tanto che in alcuni punti sembra che l’essere umano sia semplicemente un ospite, non sempre troppo gradito.Da dove partire? In Abruzzo esistono ben tre Parchi Nazionali (oltre a decine di riserve e oasi). Uno di questi è Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, casa prediletta di lupi, linci e caprioli (solo per fare qualche esempio).Il borgo di Civitella Alfedena (AQ), per esempio, ospita l’Area Faunistica del Lupo Appenninico, una grande zona recintata che ospita alcuni esemplari di questa specie. Una semilibertà dovuta alle condizioni in cui questi mammiferi sono stati trovati. La particolarità consiste nel fatto che è possibile vederli circolare, con il loro tipico avanti e indietro, da diversi punti del paese.Sempre a Civitella è possibile visitare il Museo del Lupo Appenninico, che spiega per filo e per segno (e in maniera piacevolmente facile) storia e caratteristiche di questo animale, che ancora, ingiustamente, inquieta molti.Per qualunque informazione, scrivere a lupo.civitella@parcoabruzzo.it o chiamare lo 0864/890141.Altro posto dove avvistare animali selvatici abruzzesi è Villetta Barrea (AQ): qui i cervi camminano in libertà, sia a bordo del lago che intorno al paese. Vederli dal vivo è uno spettacolo, anche perché la convivenza con gli esseri umani è pacifica, anche se ovviamente bisogna evitare di disturbarli.Dormire e mangiareAffittacamere L’Airone, Via le Foci, 67030 Villetta Barrea – posizione di tutto rispetto.Ristorante La Poiana, Località Masseria, 67030 Barrea (AQ) – piatti tipici con un tocco innovativo. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/animali-selvatici-ecco-dove-ammirarli-in-italia-2656027271.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="valle-d-aosta-e-piemonte" data-post-id="2656027271" data-published-at="1639499594" data-use-pagination="False"> Valle d'Aosta e Piemonte iStock Simbolo del Parco Nazionale del Gran Paradiso, che si estende tra le due regioni del Nord Italia, è lo stambecco. Non è facilissimo avvistarlo, ma qualche accortezza può facilitare.Pare che Cogne, considerato il vero e proprio ingresso del Parco, sia il luogo ideale. In particolare, salendo al Rifugio Sella si hanno molte più probabilità, anche se si tratta di una bella escursione di circa tre ore partendo da Valnontey. È richiesto un minimo di allenamento, ma vedere (soprattutto di sera e al mattino presto) marmotte e stambecchi è sicuramente un’esperienza unica.Da fare durante le stagioni di mezzo.Per avere informazioni, telefonare allo (011)-8606233 o scrivere a info@pngp.itDormire e mangiareHotel De La Tor, Rue Dottor Grappein 76, 11012 Cogne – bella vista e ottima cucina.La Brasserie du Bon Bec, Via Bourgeois, 72, 11012 Cogne AO – la fonduta di fontina è un must. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem3" data-id="3" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/animali-selvatici-ecco-dove-ammirarli-in-italia-2656027271.html?rebelltitem=3#rebelltitem3" data-basename="puglia" data-post-id="2656027271" data-published-at="1639499594" data-use-pagination="False"> Puglia iStock Un tour assolutamente da fare è quello per avvistare i delfini a Taranto. Questo simpaticissimo mammifero è solo uno dei tanti motivi per venire in questa zona: dal cibo al mare turchese, dai borghi della Valle d’Itria alle tradizioni ancora vive, sono tanti gli input che invitano all’esplorazione del Tarantino, compresi i suoi animali selvatici.Il Jonian Dolphin Conservation è un’organizzazione scientifica che si occupa di studiare i cetacei nel Golfo di Taranto. Il suo scopo è quello di rendere consapevoli le persone che in Italia esistono ancora i cetacei e, soprattutto, che vanno tutelati.Per prenotare un’escursione in mare con loro, bisogna telefonare al +39 0994706269 o scrivere a areaprogetti@joniandolphin.itDormire e mangiareHotel Europa, Via Roma 2, 74123 Taranto – elegante 4 stelle nel centro della città.Trattoria L’Orologio, Viale Duca D'Aosta, 27, Taranto – Locale tradizione, dalla cucina tanto semplice quanto buona. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem4" data-id="4" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/animali-selvatici-ecco-dove-ammirarli-in-italia-2656027271.html?rebelltitem=4#rebelltitem4" data-basename="sardegna" data-post-id="2656027271" data-published-at="1639499594" data-use-pagination="False"> Sardegna iStock La Sardegna è un’altra regione privilegiata per l’osservazione di animali selvatici: testuggini, gatti selvatici, donnole... E fenicotteri, gli affascinanti volatili rosa che ormai ritroviamo riprodotti su tazze e gadget di ogni tipo.Gli stagni e le paludi dell’Oristanese sono il loro habitat privilegiato. In realtà, i fenicotteri rosa si trovano sparsi per la Sardegna (se ne possono vedere anche a Cagliari), ma segnandosi gli stagni di Cabras, di Santa Giusta, di S’Ena Arrubia, di Sale ‘e Porcus e la laguna di Mistras si va sul sicuro.Il periodo ottimale è giugno, ma tanto vale preparare il viaggio con un certo anticipo.Dormire e mangiareRed Ginger, 35 Via Lombardia, 09170 Oristano – alloggi accessoriati e centrali.Trattoria Portixedda, Vicolo Solferino, 6, 09170 Oristano OR – pesce fresco e di qualità.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 19 dicembre con Flaminia Camilletti
Alberto Stasi (Ansa)
Ieri, nell’aula del tribunale di Pavia, quell’ombra è stata cancellata dall’incidente probatorio. «È stato chiarito definitivamente che Stasi è escluso». Lo dice senza giri di parole all’uscita dal palazzo di giustizia Giada Bocellari, difensore con Antonio De Rensis di Stasi. «Tenete conto», ha spiegato Bocellari, «che noi partivamo da una perizia del professor Francesco De Stefano (il genetista che nel 2014 firmò la perizia nel processo d’appello bis, ndr) che diceva che il Dna era tutto degradato e che Stasi non poteva essere escluso da quelle tracce». È il primo elemento giudiziario della giornata di ieri. La stessa Bocellari, però, mette anche un freno a ogni lettura forzata: «Non è che Andrea Sempio verrà condannato per il Dna. Non verrà mai forse neanche rinviato a giudizio solo per il Dna». Gli elementi ricavati dall’incidente probatorio, spiega, sono «un dato processuale, una prova che dovrà poi essere valutata e questo lo potrà fare innanzitutto la Procura quando dovrà decidere, alla fine delle indagini, cosa fare». Dentro l’aula, però, la tensione non è stata solo scientifica. È stata anche simbolica. Perché Stasi era presente. Seduto, in silenzio. E la sua presenza ha innescato uno scontro.
«È venuto perché questa era una giornata importante», spiega ancora Bocellari, aggiungendo: «Tenete conto che sono undici anni che noi parliamo di questo Dna e finalmente abbiamo assunto un risultato nel contraddittorio». Una scelta rivendicata senza tentennamenti: «Tenete conto anche del fatto che lui ha sempre partecipato al suo processo, è sempre stato presente alle udienze e quindi questo era un momento in cui esserci, nel massimo rispetto anche dell’autorità giudiziaria che oggi sta procedendo nei confronti di un altro soggetto». E quel soggetto è Sempio. Indagato. Ma assente. Una scelta opposta, spiegata dai suoi legali. «In ogni caso non avrebbe potuto parlare», chiarisce Angela Taccia, che spiega: «Il Dna non è consolidato, non c’è alcuna certezza contro Sempio. Il software usato non è completo, anzi è molto scarno, non si può arrivare a nessun punto fermo». Lo stesso tono lo usa Liborio Cataliotti, l’altro difensore di Sempio. «Confesso che non mi aspettavo oggi la presenza di Stasi. Però non mi sono opposto, perché si è trattato di una presenza, sia pur passiva, di chi è interessato all’espletamento della prova. Non mi sembrava potessero esserci controindicazioni alla sua presenza». Se per la difesa di Sempio la presenza di Stasi è neutra, sul fronte della famiglia Poggi il clima è diverso. L’avvocato Gian Luigi Tizzoni premette: «Vedere Stasi non mi ha fatto nessun effetto, non ho motivi per provare qualsiasi tipo di emozione». Ma la linea processuale è chiara. Durante l’udienza i legali dei Poggi (rappresentati anche dall’avvocato Francesco Compagna) hanno chiesto che Stasi uscisse dall’aula perché «non è né la persona offesa né l’indagato». Richiesta respinta dal gip Daniela Garlaschelli come «irrilevante e tardiva», perché giunta «a sei mesi di distanza dall’inizio dell’incidente probatorio». Stasi è stato quindi ammesso come «terzo interessato». Ma l’avvocato Compagna tiene il punto: «Credo che di processuale ci sia poco in questa vicenda, è un enorme spettacolo mediatico». E attacca sul merito: «La verità è che le unghie sono prive di significato, visto che la vittima non si è difesa e giocare su un dato che non è scientifico è una follia».
La perita Denise Albani, ricorda Compagna, «ha ribadito che non si può dire come, dove e quando quella traccia è stata trasferita e quindi non ha valore». Deve essersi sentito un terzo interessato anche il difensore dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti (indagato a Brescia per un’ipotesi di corruzione in atti giudiziari riferita all’archiviazione della posizione di Sempio nel 2017). L’avvocato Domenico Aiello, infatti, ha alzato il livello dello scontro: «Non mi risulta che esista la figura della parte processuale del “terzo interessato”. Si è palesato in aula a Pavia il titolare effettivo del subappalto di manodopera nel cantiere della revisione». E insiste: «Sarei curioso di capire se sia soddisfatto e in quale veste sarà registrato al verbale di udienza, se spettatore abusivo o talent scout od osservatore interessato. Ancora una grave violazione del Codice di procedura penale. Spero non si sostituisca un candidato innocente con un altro sfortunato innocente e a spese di un sicuro innocente».
Ma mentre le polemiche rimbalzano fuori dall’aula, dentro il dato resta tecnico. E su quel dato, paradossalmente, tutti escono soddisfatti. «Dal nostro punto di vista abbiamo ottenuto risposte che riteniamo molto ma molto soddisfacenti sulla posizione di Sempio», dice Cataliotti. Taccia conferma: «Siamo molto soddisfatti di com’è andata oggi». La difesa di Sempio ribadisce che il dato è neutro, parziale, non decisivo. La difesa di Stasi incassa l’esclusione definitiva del Dna. E alla fine l’incidente probatorio ha fatto la sua parte. Ha prodotto una prova. Ha chiarito un equivoco storico. E ha lasciato ognuno con il proprio argomento in mano. Fuori dall’aula, però, il processo mediatico si è concentrato tutto sulla presenza di Stasi e sull’assenza di Sempio, come se l’innocenza o la colpevolezza di qualcuno fosse misurabile a colpi di apparizioni sceniche.
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E come si può chiamare un tizio che promette «appena posso (violare la legge, ndr) lo rifaccio»?. «Costi quel che costi», disse Luca Casarini, «al vostro ordine continuerò a disobbedire, perché obbedisco ad altro, di fronte al quale le vostre leggi ingiuste e criminali, ciniche e orribili non possono niente». Quelle contestate sono le leggi dello Stato italiano, approvate dal Parlamento italiano, vigilate dalla Corte costituzionale italiana, rispettate dalla maggioranza degli italiani. Ma per Casarini e compagni si possono ignorare. Anzi, si devono violare. E nessuno può permettersi il diritto di critica e di chiamarli pirati. «Abbiamo disobbedito a un ordine ingiusto e inumano del ministero dell’Interno», disse Beppe Caccia, capo missione di Mediterranea, «ma così facendo abbiamo obbedito al diritto marittimo, alla Costituzione italiana, alle leggi dell’umanità». Chi si può arrogare il diritto di stabilire che ci si può infischiare di una legge? Ve la immaginate quale sarebbe la reazione di fronte a un tizio che ignora il codice della strada o la normativa fiscale e dice che lui risponde a una legge superiore? E vi ricorda qualche cosa la definizione di «legge criminale»? Negli anni della contestazione lo Stato era criminale, le misure repressive, i divieti autoritari. Come sia finita si sa.
Il soccorso in mare ha un obiettivo politico: è un’azione che mira a «contrastare e a sovvertire il sistema capitalista e patriarcale» come ha spiegato don Mattia Ferrari, il cappellano di Mediterranea. «Abbiamo abbattuto un muro. Quello innalzato in mare dal decreto sicurezza bis. Siamo stati costretti a farlo», ha aggiunto Carola Rackete, la capitana che nella foga di attraccare nonostante le fosse stato negato il diritto allo sbarco andò a sbattere con la sua nave contro una motovedetta della Guardia di finanza. E costoro non si possono definire pirati? Chiamarli tali, perché come diceva il filosofo Giulio Giorello a proposito dei bucanieri, ritengono la loro coscienza «superiore a ogni legge», sarebbe diffamatorio? E quale offesa alla propria reputazione, quale danno, avrebbero patito, di grazia? È evidente che le querele hanno un obiettivo: tappare la bocca a chi esprime un giudizio critico, impedire alla libera stampa di dire quel che pensa e di chiamare le cose con il loro nome.
Da una settimana si discute di giornali comprati e venduti, perché John Elkann ha messo in vendita Repubblica e La Stampa. Ma la minaccia all’articolo 21 della Costituzione non viene da un imprenditore greco o italiano che compra una testata, bensì dal tentativo di imbavagliare chi si oppone, con le inchieste e le notizie, alla strategia dell’immigrazione, arma - come predica don Ferrari - usata per abbattere il sistema capitalistico e patriarcale. Sono certo che di fronte alla sentenza contro Panorama non si leveranno le voci degli indignati speciali. Quelle si alzano solo quando condannano Roberto Saviano a pagare mille euro per aver chiamato bastardi Meloni e Salvini. Visti i risultati, mi conveniva titolare «I nuovi bastardi».
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