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2021-12-15
Animali selvatici, ecco dove ammirarli in Italia
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Quando si parla di animali selvatici si pensa subito a luoghi come l’Australia o l’Africa. Eppure non è necessario andare così lontano per avvistarne di stupendi. Anzi: rimanendo in Italia, si possono organizzare dei viaggi a tema indimenticabili.
Non è raro che uomini e donne di città che si recano in Val d’Orcia, per esempio, lancino esclamazioni di meraviglia di fronte a un tasso, a un capriolo o a un cinghiale che attraversa loro la strada (evento non raro, peraltro). Non si tratterà di leoni o pinguini, ma per i “metropolitani” si tratta di eventi tutt’altro che scontati. Del resto, se è vero che ormai i cinghiali abitano anche le grandi città (vedi Roma), non c’è da stupirsi che tra colli e boschi incontaminati si nasconda questo e altro.
Ma a chi è indicato un viaggio alla scoperta degli animali selvatici nostrani? A tutti. Lavoratori stressati, bambini di città e persone che hanno bisogno di rifugiarsi nella natura: chi non trae beneficio dall’osservare un falco in volo o un gruppo di fenicotteri? Gli animali ci rimettono in contatto con la nostra parte selvaggia, fin troppo addomesticata da una quotidianità restrittiva.
Un viaggio di questo genere, inoltre, permette di tenere i cinque sensi costantemente accesi: si respira aria pura, si aguzzano soprattutto vista e udito e si ha la possibilità di tornare alle nostre radici di esseri umani.
Segue un viaggio tra alcune regioni italiane che permettono tutto questo, fatta la necessaria premessa che ciascuna regione vanta specie endemiche molto spesso sconosciute ai più.
Abruzzo

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L’Abruzzo è forse il primo luogo che viene in mente quando si parla dell’accoppiata animali selvatici-Italia. Orsi marsicani, camosci, cervi, martore… Poche altre regioni sono così selvagge, tanto che in alcuni punti sembra che l’essere umano sia semplicemente un ospite, non sempre troppo gradito.
Da dove partire? In Abruzzo esistono ben tre Parchi Nazionali (oltre a decine di riserve e oasi). Uno di questi è Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, casa prediletta di lupi, linci e caprioli (solo per fare qualche esempio).
Il borgo di Civitella Alfedena (AQ), per esempio, ospita l’Area Faunistica del Lupo Appenninico, una grande zona recintata che ospita alcuni esemplari di questa specie. Una semilibertà dovuta alle condizioni in cui questi mammiferi sono stati trovati. La particolarità consiste nel fatto che è possibile vederli circolare, con il loro tipico avanti e indietro, da diversi punti del paese.
Sempre a Civitella è possibile visitare il Museo del Lupo Appenninico, che spiega per filo e per segno (e in maniera piacevolmente facile) storia e caratteristiche di questo animale, che ancora, ingiustamente, inquieta molti.
Per qualunque informazione, scrivere a lupo.civitella@parcoabruzzo.it o chiamare lo 0864/890141.
Altro posto dove avvistare animali selvatici abruzzesi è Villetta Barrea (AQ): qui i cervi camminano in libertà, sia a bordo del lago che intorno al paese. Vederli dal vivo è uno spettacolo, anche perché la convivenza con gli esseri umani è pacifica, anche se ovviamente bisogna evitare di disturbarli.
Dormire e mangiare
- Affittacamere L’Airone, Via le Foci, 67030 Villetta Barrea – posizione di tutto rispetto.
- Ristorante La Poiana, Località Masseria, 67030 Barrea (AQ) – piatti tipici con un tocco innovativo.
Valle d'Aosta e Piemonte

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Simbolo del Parco Nazionale del Gran Paradiso, che si estende tra le due regioni del Nord Italia, è lo stambecco. Non è facilissimo avvistarlo, ma qualche accortezza può facilitare.
Pare che Cogne, considerato il vero e proprio ingresso del Parco, sia il luogo ideale. In particolare, salendo al Rifugio Sella si hanno molte più probabilità, anche se si tratta di una bella escursione di circa tre ore partendo da Valnontey. È richiesto un minimo di allenamento, ma vedere (soprattutto di sera e al mattino presto) marmotte e stambecchi è sicuramente un’esperienza unica.
Da fare durante le stagioni di mezzo.
Per avere informazioni, telefonare allo (011)-8606233 o scrivere a info@pngp.it
Dormire e mangiare
- Hotel De La Tor, Rue Dottor Grappein 76, 11012 Cogne – bella vista e ottima cucina.
- La Brasserie du Bon Bec, Via Bourgeois, 72, 11012 Cogne AO – la fonduta di fontina è un must.
Puglia

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Un tour assolutamente da fare è quello per avvistare i delfini a Taranto. Questo simpaticissimo mammifero è solo uno dei tanti motivi per venire in questa zona: dal cibo al mare turchese, dai borghi della Valle d’Itria alle tradizioni ancora vive, sono tanti gli input che invitano all’esplorazione del Tarantino, compresi i suoi animali selvatici.
Il Jonian Dolphin Conservation è un’organizzazione scientifica che si occupa di studiare i cetacei nel Golfo di Taranto. Il suo scopo è quello di rendere consapevoli le persone che in Italia esistono ancora i cetacei e, soprattutto, che vanno tutelati.
Per prenotare un’escursione in mare con loro, bisogna telefonare al +39 0994706269 o scrivere a areaprogetti@joniandolphin.it
Dormire e mangiare
- Hotel Europa, Via Roma 2, 74123 Taranto – elegante 4 stelle nel centro della città.
- Trattoria L’Orologio, Viale Duca D'Aosta, 27, Taranto – Locale tradizione, dalla cucina tanto semplice quanto buona.
Sardegna

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La Sardegna è un’altra regione privilegiata per l’osservazione di animali selvatici: testuggini, gatti selvatici, donnole... E fenicotteri, gli affascinanti volatili rosa che ormai ritroviamo riprodotti su tazze e gadget di ogni tipo.
Gli stagni e le paludi dell’Oristanese sono il loro habitat privilegiato. In realtà, i fenicotteri rosa si trovano sparsi per la Sardegna (se ne possono vedere anche a Cagliari), ma segnandosi gli stagni di Cabras, di Santa Giusta, di S’Ena Arrubia, di Sale ‘e Porcus e la laguna di Mistras si va sul sicuro.
Il periodo ottimale è giugno, ma tanto vale preparare il viaggio con un certo anticipo.
Dormire e mangiare
- Red Ginger, 35 Via Lombardia, 09170 Oristano – alloggi accessoriati e centrali.
- Trattoria Portixedda, Vicolo Solferino, 6, 09170 Oristano OR – pesce fresco e di qualità.
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Dalla Valle d'Aosta alla Puglia, passando per Piemonte, Abruzzo e Sardegna, ecco un itinerario da percorrere alla scoperta di luoghi dove avvistare specie selvatiche, dai tassi ai caprioli, fino a falchi e fenicotteri.Lo speciale contiene un articolo e un itinerario di quattro tappe.Quando si parla di animali selvatici si pensa subito a luoghi come l’Australia o l’Africa. Eppure non è necessario andare così lontano per avvistarne di stupendi. Anzi: rimanendo in Italia, si possono organizzare dei viaggi a tema indimenticabili. Non è raro che uomini e donne di città che si recano in Val d’Orcia, per esempio, lancino esclamazioni di meraviglia di fronte a un tasso, a un capriolo o a un cinghiale che attraversa loro la strada (evento non raro, peraltro). Non si tratterà di leoni o pinguini, ma per i “metropolitani” si tratta di eventi tutt’altro che scontati. Del resto, se è vero che ormai i cinghiali abitano anche le grandi città (vedi Roma), non c’è da stupirsi che tra colli e boschi incontaminati si nasconda questo e altro.Ma a chi è indicato un viaggio alla scoperta degli animali selvatici nostrani? A tutti. Lavoratori stressati, bambini di città e persone che hanno bisogno di rifugiarsi nella natura: chi non trae beneficio dall’osservare un falco in volo o un gruppo di fenicotteri? Gli animali ci rimettono in contatto con la nostra parte selvaggia, fin troppo addomesticata da una quotidianità restrittiva. Un viaggio di questo genere, inoltre, permette di tenere i cinque sensi costantemente accesi: si respira aria pura, si aguzzano soprattutto vista e udito e si ha la possibilità di tornare alle nostre radici di esseri umani.Segue un viaggio tra alcune regioni italiane che permettono tutto questo, fatta la necessaria premessa che ciascuna regione vanta specie endemiche molto spesso sconosciute ai più.<div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/animali-selvatici-ecco-dove-ammirarli-in-italia-2656027271.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="abruzzo" data-post-id="2656027271" data-published-at="1639499594" data-use-pagination="False"> Abruzzo iStock L’Abruzzo è forse il primo luogo che viene in mente quando si parla dell’accoppiata animali selvatici-Italia. Orsi marsicani, camosci, cervi, martore… Poche altre regioni sono così selvagge, tanto che in alcuni punti sembra che l’essere umano sia semplicemente un ospite, non sempre troppo gradito.Da dove partire? In Abruzzo esistono ben tre Parchi Nazionali (oltre a decine di riserve e oasi). Uno di questi è Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, casa prediletta di lupi, linci e caprioli (solo per fare qualche esempio).Il borgo di Civitella Alfedena (AQ), per esempio, ospita l’Area Faunistica del Lupo Appenninico, una grande zona recintata che ospita alcuni esemplari di questa specie. Una semilibertà dovuta alle condizioni in cui questi mammiferi sono stati trovati. La particolarità consiste nel fatto che è possibile vederli circolare, con il loro tipico avanti e indietro, da diversi punti del paese.Sempre a Civitella è possibile visitare il Museo del Lupo Appenninico, che spiega per filo e per segno (e in maniera piacevolmente facile) storia e caratteristiche di questo animale, che ancora, ingiustamente, inquieta molti.Per qualunque informazione, scrivere a lupo.civitella@parcoabruzzo.it o chiamare lo 0864/890141.Altro posto dove avvistare animali selvatici abruzzesi è Villetta Barrea (AQ): qui i cervi camminano in libertà, sia a bordo del lago che intorno al paese. Vederli dal vivo è uno spettacolo, anche perché la convivenza con gli esseri umani è pacifica, anche se ovviamente bisogna evitare di disturbarli.Dormire e mangiareAffittacamere L’Airone, Via le Foci, 67030 Villetta Barrea – posizione di tutto rispetto.Ristorante La Poiana, Località Masseria, 67030 Barrea (AQ) – piatti tipici con un tocco innovativo. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/animali-selvatici-ecco-dove-ammirarli-in-italia-2656027271.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="valle-d-aosta-e-piemonte" data-post-id="2656027271" data-published-at="1639499594" data-use-pagination="False"> Valle d'Aosta e Piemonte iStock Simbolo del Parco Nazionale del Gran Paradiso, che si estende tra le due regioni del Nord Italia, è lo stambecco. Non è facilissimo avvistarlo, ma qualche accortezza può facilitare.Pare che Cogne, considerato il vero e proprio ingresso del Parco, sia il luogo ideale. In particolare, salendo al Rifugio Sella si hanno molte più probabilità, anche se si tratta di una bella escursione di circa tre ore partendo da Valnontey. È richiesto un minimo di allenamento, ma vedere (soprattutto di sera e al mattino presto) marmotte e stambecchi è sicuramente un’esperienza unica.Da fare durante le stagioni di mezzo.Per avere informazioni, telefonare allo (011)-8606233 o scrivere a info@pngp.itDormire e mangiareHotel De La Tor, Rue Dottor Grappein 76, 11012 Cogne – bella vista e ottima cucina.La Brasserie du Bon Bec, Via Bourgeois, 72, 11012 Cogne AO – la fonduta di fontina è un must. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem3" data-id="3" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/animali-selvatici-ecco-dove-ammirarli-in-italia-2656027271.html?rebelltitem=3#rebelltitem3" data-basename="puglia" data-post-id="2656027271" data-published-at="1639499594" data-use-pagination="False"> Puglia iStock Un tour assolutamente da fare è quello per avvistare i delfini a Taranto. Questo simpaticissimo mammifero è solo uno dei tanti motivi per venire in questa zona: dal cibo al mare turchese, dai borghi della Valle d’Itria alle tradizioni ancora vive, sono tanti gli input che invitano all’esplorazione del Tarantino, compresi i suoi animali selvatici.Il Jonian Dolphin Conservation è un’organizzazione scientifica che si occupa di studiare i cetacei nel Golfo di Taranto. Il suo scopo è quello di rendere consapevoli le persone che in Italia esistono ancora i cetacei e, soprattutto, che vanno tutelati.Per prenotare un’escursione in mare con loro, bisogna telefonare al +39 0994706269 o scrivere a areaprogetti@joniandolphin.itDormire e mangiareHotel Europa, Via Roma 2, 74123 Taranto – elegante 4 stelle nel centro della città.Trattoria L’Orologio, Viale Duca D'Aosta, 27, Taranto – Locale tradizione, dalla cucina tanto semplice quanto buona. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem4" data-id="4" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/animali-selvatici-ecco-dove-ammirarli-in-italia-2656027271.html?rebelltitem=4#rebelltitem4" data-basename="sardegna" data-post-id="2656027271" data-published-at="1639499594" data-use-pagination="False"> Sardegna iStock La Sardegna è un’altra regione privilegiata per l’osservazione di animali selvatici: testuggini, gatti selvatici, donnole... E fenicotteri, gli affascinanti volatili rosa che ormai ritroviamo riprodotti su tazze e gadget di ogni tipo.Gli stagni e le paludi dell’Oristanese sono il loro habitat privilegiato. In realtà, i fenicotteri rosa si trovano sparsi per la Sardegna (se ne possono vedere anche a Cagliari), ma segnandosi gli stagni di Cabras, di Santa Giusta, di S’Ena Arrubia, di Sale ‘e Porcus e la laguna di Mistras si va sul sicuro.Il periodo ottimale è giugno, ma tanto vale preparare il viaggio con un certo anticipo.Dormire e mangiareRed Ginger, 35 Via Lombardia, 09170 Oristano – alloggi accessoriati e centrali.Trattoria Portixedda, Vicolo Solferino, 6, 09170 Oristano OR – pesce fresco e di qualità.
Guido Guidesi (Imagoeconomica)
Le Zis si propongono come aree geografiche o distretti tematici in cui imprese, startup e centri di ricerca possano operare in sinergia per stimolare l’innovazione, generare nuova occupazione qualificata, attrarre capitali, formare competenze avanzate e trattenere talenti. Nelle intenzioni della Regione, le nuove zone dovranno funzionare come poli stabili, riconosciuti e specializzati, ciascuno legato alle vocazioni produttive del proprio territorio. I progetti potranno riguardare settori differenti: manifattura avanzata, digitalizzazione, life science, agritech, energia, materiali innovativi, cultura tecnologica e altre filiere considerate strategiche.
La procedura di attivazione delle Zis è così articolata. La Fase 1, tramite manifestazione di interesse, permette ai soggetti coinvolti di presentare un Masterplan, documento preliminare in cui vengono indicati settore di specializzazione, composizione del partenariato, governance, spazi disponibili o da realizzare, laboratori, servizi tecnologici e prospetto di sostenibilità. La proposta dovrà inoltre includere la lettera di endorsement della Provincia competente. Ogni Provincia potrà ospitare fino a due Zis, senza limiti invece per le candidature interprovinciali. La dotazione economica disponibile per questa fase è pari a 1 milione di euro: il contributo regionale finanzia fino al 50% delle spese di consulenza per la stesura dei documenti necessari alla Fase 2, fino a un massimo di 100.000 euro per progetto.
La Fase 2 è riservata ai progetti ammessi dopo la valutazione iniziale. Con l’accompagnamento della Regione, i proponenti elaboreranno il Piano strategico definitivo, che dovrà disegnare una visione a lungo termine con orizzonte al 2050. Il programma di sviluppo indicherà le azioni operative: attrazione di nuove imprese e startup innovative, apertura o potenziamento di laboratori, creazione di infrastrutture digitali, percorsi formativi ad alta specializzazione, incubatori e servizi condivisi. Sarà inoltre definito un modello economico sostenibile e un sistema di monitoraggio basato su indicatori misurabili per valutare impatti occupazionali, tecnologici e competitivi.
I soggetti autorizzati alla presentazione delle candidature sono raggruppamenti pubblico-privati con imprese o startup come capofila. Possono partecipare enti pubblici, Comuni, Province, camere di commercio, università, centri di ricerca, enti formativi, fondazioni, associazioni e organizzazioni del terzo settore. Regione Lombardia avrà il ruolo di coordinatore e facilitatore. All’interno della direzione generale sviluppo economico sarà istituita una struttura dedicata al supporto dei territori: un presidio tecnico incaricato di orientare, assistere e valorizzare le progettualità, monitorando l’attuazione e la coerenza con gli obiettivi strategici.
Nel corso della presentazione istituzionale, l’assessore allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, ha dichiarato: «Cambiamo per innovare. Le Zis saranno il connettore dei valori aggiunti di cui già disponiamo e che metteremo a sistema, ecosistemi settoriali che innovano in squadra tra aziende, ricerca, formazione, istituzioni e credito. Guardiamo al futuro difendendo il nostro sistema produttivo con l’obiettivo di consegnare opportunità ai giovani». Da Confindustria Lombardia è arrivata una valutazione positiva. Il presidente Giuseppe Pasini ha affermato: «Attraverso le Zis si intensifica il lavoro a favore delle imprese e dei territori. Apprezziamo la capacità di visione e la volontà di puntare sui giovani».
Ogni territorio svilupperà la propria specializzazione, puntando su filiere già forti o sulla creazione di nuovi segmenti tecnologici. Il percorso non prevede limiti settoriali ma richiede sostenibilità economica e capacità di generare ricadute occupazionali misurabili.
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Kennedy Jr (Ansa)
D’ora in avanti, le donne che risultano negative al test per l’epatite B potranno decidere, consultando il proprio medico, se vaccinare o no alla nascita il proprio bambino. I membri che hanno votato a favore delle nuove raccomandazioni hanno sostenuto che il rischio di contrarre il virus è basso, e che i vaccini dovrebbero essere personalizzati.
Il gruppo di lavoro dell’Acip, rinnovato dallo scorso giugno dal segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr. ha suggerito di attendere almeno i 2 mesi di età per la prima dose. La vaccinazione continuerà a essere somministrata ai neonati di madri che risultano positive, o il cui stato di salute è sconosciuto. Il direttore facente funzioni dei Cdc, Jim O’Neill, ora dovrà decidere se adottare o meno queste raccomandazioni.
La commissione ha inoltre votato a favore della consultazione dei genitori con gli operatori sanitari, per sottoporre i figli a test sulla ricerca degli anticorpi contro l’epatite B prima di decidere se sia necessario somministrare altre dosi del vaccino. Attualmente, dopo la prima i bambini ricevono la seconda a 1-2 mesi di età e la terza tra i 6 e i 18 mesi.
Kennedy ha già limitato l’accesso ai vaccini contro il Covid-19 e raccomandato che i neonati vengano vaccinati separatamente contro la varicella. Susan Kressly, presidente dell’American academy of pediatrics, ha affermato che il cambiamento apportato dall’Acip renderà i bambini americani meno sicuri. «Esorto i genitori a parlare con il pediatra e a vaccinarsi contro l’epatite B alla nascita, indipendentemente dallo stato di salute della madre», è stato il suo appello.
Il presidente Donald Trump, invece, ha commentato soddisfatto l’esito della votazione. Con un post su Truth, venerdì sera aveva definito «un’ottima decisione porre fine alla raccomandazione sul vaccino contro l’epatite B per i neonati, la stragrande maggioranza dei quali non corre alcun rischio di contrarre una malattia che si trasmette principalmente per via sessuale o tramite aghi infetti. Il calendario vaccinale infantile americano richiedeva da tempo 72 “iniezioni” per bambini perfettamente sani, molto più di qualsiasi altro Paese al mondo e molto più del necessario. In effetti, è ridicolo! Molti genitori e scienziati hanno messo in dubbio, così come me, l’efficacia di questo “programma”».
Trump ha poi annunciato di avere appena firmato «un memorandum presidenziale che ordina al dipartimento della Salute e dei Servizi Umani di “accelerare” una valutazione completa dei calendari vaccinali di altri Paesi del mondo e di allineare meglio quello statunitense, in modo che sia finalmente radicato nel Gold Standard della scienza e del buon senso», ha concluso il presidente.
Prima del voto, questa settimana dodici ex dirigenti della Fda avevano contestato sul The New England journal of medicine la proposta di revisione delle approvazioni dei vaccini da parte dell’agenzia, sostenendo che i cambiamenti minacciano gli standard basati sulle prove, indeboliscono le pratiche di immunobridging (strategia scientifica e normativa che confronta i marcatori della risposta immunitaria indotti da un vaccino in diverse situazioni per stimare l’efficacia del vaccino) e rischiano di erodere la fiducia del pubblico.
A proposito della nota interna di Vinay Prasad, direttore della divisione vaccini della Food and drug administration (Fda), che dieci giorni ha sostenuto che «non meno di 10» dei 96 decessi infantili segnalati tra il 2021 e il 2024 al Vaers, il sistema federale di segnalazione degli eventi avversi da vaccino, erano «correlati» alle somministrazioni di dosi contro il Covid, i dodici si affannano a criticarla. «Prove sostanziali dimostrano che la vaccinazione può ridurre il rischio di malattie gravi e di ospedalizzazione in molti bambini e adolescenti», dichiarano. Dati che non risultano confermati da nessuno studio o revisione paritaria.
Sul continuo attacco alle scelte operate nel campo delle vaccinazioni dalla nuova amministrazione americana interviene il professor Francesco Cetta, ordinario di Chirurgia e docente di Intelligenza artificiale umanizzata presso lo Iassp (Istituto di alti studi strategici e politici). «Trump non è contro la scienza, come urla ad alta voce la sinistra nostrana», commenta. «Al contrario, pragmaticamente, per i problemi che non conosce, ha insediato nuove commissioni indipendenti di esperti, in grado di acclarare in tempi brevi, per quanto possibile, la verità su due argomenti particolarmente sensibili come le vaccinazioni e gli effetti dei cambiamenti climatici. E su che cosa si può fare in concreto per controllarli. Con quali costi e benefici per la comunità».
Il professore aggiunge: «Bisogna evitare le terapie a tappeto, indistintamente uguali per tutti, ma adattare ad ogni malato il suo trattamento come un “abito su misura”. In particolare, per alcune categorie come i bambini e le donne in gravidanza, bisogna valutare con attenzione vantaggi e svantaggi della somministrazione di ogni farmaco, incluso i vaccini, che determinano una perturbazione delle difese immunitarie individuali».
Considerazioni che dovrebbero essere fatte anche dal nostro ministero della Salute e dalle varie associazioni mediche che non ammettono revisioni dei metodi vaccinali.
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Giorgia Meloni (Imagoeconomica)
L’attuale governo sta mostrando la consapevolezza di dover sostenere, con una politica estera molto attiva sul piano globale, il modello economico italiano basato sull’export che è messo a rischio - gestibile, ma comunque problematico per parecchi settori sul piano dei margini finanziari - dai dazi statunitensi, dalla crisi autoinflitta per irrealismo ambientalista ed eccessi burocratici dell’Ue, dai costi eccessivi dell’energia e, in generale, dal cambio di mondo in atto senza dimenticare la crisi demografica. Vedremo dopo le soluzioni interne, ma qui va sottolineato che l’Italia non può trasformare il proprio modello economico dipendente dall’export senza perdere ricchezza. La consapevolezza di questo punto è provata dalla riforma del ministero degli Esteri: accanto alla Direzione politica, verrà creata nel prossimo gennaio una Direzione economica con la missione di sostenere l’internazionalizzazione e l’export delle imprese italiane in tutto il mondo. Non è una novità totale, ma mostra una concentrazione di risorse e capacità geoeconomiche e geopolitiche finalmente adeguate alla missione di un’Italia globale, per inciso titolo del mio libro pubblicato nell’autunno 2023 (Rubbettino editore). Con quale meccanismo di moltiplicazione del potere negoziale italiano? Tradizionalmente, via la duplice convergenza con Ue e Stati Uniti pur sempre più complicata, ma con più autonomia per siglare partenariati bilaterali strategici di cooperazione economica-industriale (i trattati doganali sono competenza dell’Ue, condizione necessaria per un mercato unico europeo essenziale per l’Italia) a livello mondiale.
E con un metodo al momento solo italiano: partenariati bilaterali con reciproco vantaggio, cioè non asimmetrici. Con priorità l’Africa (al momento, 14 nazioni) ed il progetto di «Via del cotone» (Imec) tra Indo-Pacifico, Mediterraneo ed Atlantico settentrionale via penisola arabica. La nuova (in realtà vecchia perché elaborata dal Partito repubblicano nel 2000) dottrina di sicurezza nazionale statunitense è di ostacolo ad un Italia globale? No, perché, pur essendo divergente con l’Ue, non lo è con le singole nazioni europee, con qualche eccezione. Soprattutto, le chiama a un maggiore attivismo per la loro sicurezza, lasciando di fatto in cambio spazio geopolitico. Come potrà Roma usarlo? Aumentando i suoi bilaterali strategici e approfondendoli con Giappone, India, nazioni arabe sunnite, Asia centrale (rilevante l’accordo con la Mongolia se riuscisse) ecc. Quale nuovo sforzo? Necessariamente integrare una politica mercantilista con i requisiti di schieramento geopolitico. E con un riarmo non solo concentrato contro la minaccia russa, ma mirato a novità tecnologiche utili per scambiare strumenti di sicurezza con partner compatibili. Ovviamente è oggetto di studio, ma l’Italia ha il potenziale per farlo via progetti condivisi con America, europei e giapponesi nonché capacità proprie. Considerazione che ci porta a valutare la modernizzazione interna dell’Italia perché c’è una relazione stretta tra potenziale esterno e interno.
Obiettivi interni
La priorità è ridurre il costo del debito pubblico per aumentare lo spazio di bilancio utile per investimenti e detassazione stimolativi. Ciò implica la sostituzione del Pnrr, che finirà nel 2026, con un programma nazionale stimolativo (non condizionato dall’esterno) di dedebitazione: valorizzare e cedere dai 250 a 150 miliardi di patrimonio statale disponibile, forse di più (sui 600-700 teorici) in 15 anni. Se ben strutturata, tale operazione «patrimonio pubblico contro debito» potrà dare benefici anticipativi via aumento del voto di affidabilità del debito italiano riducendone il costo di servizio che oggi è di 80-90 miliardi anno. Già tale costo è stato un po’ ridotto dal giusto rigore della politica di bilancio per il 2026. Con il nuovo programma qui ipotizzato, da avviare nel 2027 per sua complessità, lo sarà molto di più dando all’Italia più risorse per spesa sociale, di investimenti competitivi e minori tasse.
Stimo dai 10 ai 18 miliardi anno di risparmio sul costo del debito e un aumento di investimenti esteri in Italia perché con voto di affidabilità (rating) crescente. Senza tale programma, l’Italia sarebbe condizionabile dalla concorrenza intraeuropea e senza i soldi sufficienti per la politica globale detta sopra. Ci sono tante altre priorità tecniche sia per invertire più decisamente il lento declino economico dell’Italia, causato da governi di sinistra e/o dissipativi, sia per rendere più globalmente competitiva l’economia italiana. Ma sono fattibili via un nuovo clima di cultura politica che crei fiducia ed ottimismo sul potenziale globale dell’Italia. Come? Più ordine interno, investimenti sulla qualificazione cognitiva di massa, sulla rivoluzione tecnologica, in sintesi su un’Italia futurizzante. L’obiettivo è attrarre più capitale e competenze dall’estero, comunicando credibilmente al mondo che l’Italia è terra di libertà, sicurezza, opportunità e progresso. Non può farlo solo la politica, ma ci vuole il contributo dei privati entro un concetto di «nazione attiva», aperta al mondo e non chiusa. Ritroviamo il vento, gli oceani.
www.carlopelanda.com
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Lando Norris (Getty Images)
Nell’ultimo GP stagionale di Abu Dhabi, Lando Norris si laurea campione del mondo per la prima volta grazie al terzo posto sul circuito di Yas Marina. Nonostante la vittoria in gara, Max Verstappen non riesce a difendere il titolo, interrompendo il suo ciclo di quattro mondiali consecutivi.
Lando Norris è campione del mondo. Dopo quattro anni di dominio incontrastato di Max Verstappen, il pilota britannico centra il titolo iridato al termine di una stagione in cui ha saputo coniugare costanza, precisione e lucidità nei momenti decisivi. La vittoria ad Abu Dhabi, conquistata con una gara solida e senza errori, suggella un percorso iniziato con un Mondiale che sembrava già scritto a favore dell’olandese.
La stagione ha visto Norris prendere il comando delle operazioni già nelle prime gare, approfittando di alcuni passaggi a vuoto di Verstappen e di una gestione impeccabile del suo team. Il britannico ha messo in mostra una costanza rara, evitando rischi inutili e capitalizzando ogni occasione: punti preziosi accumulati gara dopo gara che hanno costruito un vantaggio psicologico e tecnico difficile da colmare per chiunque, ma non per Verstappen, che nelle ultime gare ha tentato il tutto per tutto per costruirsi una chance di rimonta. Una rimonta sfumata per appena due punti, visto che il pilota della McLaren ha chiuso il Mondiale a quota 423 punti, davanti ai 421 del rivale della RedBull e che se avessero chiuso a pari punti il titolo sarebbe andato a Verstappen in virtù del numero di gran premi vinti in stagione: otto contro i sette di Norris. Inevitabile per l'olandese non pensare alla gara della scorsa settimana in Qatar, dove Norris ha recuperato proprio due punti sfruttando un errore di Kimi Antonelli all'inizio dell'ultimo giro.
La gara di Abu Dhabi ha rappresentato la sintesi perfetta della stagione di Norris: partenza accorta, gestione dei pit stop e mantenimento della concentrazione fino alla bandiera a scacchi. L’olandese, pur vincendo la corsa, non è riuscito a recuperare il distacco, confermando che i quattro anni di dominio sono stati interrotti da un talento giovane e capace di gestire la pressione del momento clou.
Alle spalle dei due contendenti, la stagione è stata amara per Ferrari e altri protagonisti attesi al vertice. Charles Leclerc e Lewis Hamilton non hanno mai realmente impensierito i leader della classifica, incapaci di inserirsi nella lotta per il titolo o di ottenere risultati significativi in gran parte del campionato. Una conferma, se ce ne fosse bisogno, delle difficoltà del Cavallino Rosso nel trovare una combinazione di macchina e strategia competitiva.
Il Mondiale 2025 si chiude quindi con un volto nuovo sul gradino più alto del podio e con alcune conferme sullo stato della Formula 1: Norris dimostra che la gestione mentale, l’attenzione ai dettagli e la capacità di evitare errori critici contano quanto la velocità pura. Verstappen, pur da vincitore di tante gare, dovrà riflettere sulle occasioni perdute, mentre la Ferrari è chiamata a ripensare, ancora una volta, strategie e sviluppo per la stagione successiva.
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