2023-09-16
Aneddoti rosa e foto strappalacrime. Così la stampa esorcizza il disastro
Dai balli con i profughi al carabiniere baby sitter: sugli arrivi un festival della retorica.Ricordate quando l’ondata di consensi per i partiti sovranisti veniva spiegata con il dilagare dell’«analfabetismo funzionale»? Una delle caratteristiche principali di questa condizione, secondo gli esperti, è quella di rapportarsi ai fenomeni sociali sulla base delle esperienze personali, la tendenza a generalizzare a partire da singoli episodi non rappresentativi e il largo uso di stereotipi. Ebbene, a leggere le cronache che in questi giorni arrivano da Lampedusa, pare proprio che un’epidemia di analfabetismo funzionale abbia contagiato varie redazioni. Ovunque ci si giri, infatti, c’è la corsa all’aneddoto zuccheroso, alla foto strappalacrime, al fatto estemporaneo che, da solo, smonterebbe qualsiasi interpretazione all’insegna dell’inquietudine. «I migranti cantano e ballano in piazza con turisti e residenti: “Ma quale invasione?”», titolava ieri il sito di Repubblica, mostrando le immagini di clandestini festanti insieme a volontarie in estasi. «La paventata pericolosa “invasione” è solo quella di una pista da ballo», si legge nell’articolo. E i costi sociali, politici, culturali di arrivi così massicci? Perché preoccuparsene, facciamoci trascinare dal ritmo. «A bordo “pista”, si sorride. “E questo sarebbe un problema?”. Qualcuno ci prova a polemizzare, ma nessuno ci fa troppo caso. Fino a tarda ora, il corso è pieno di gente che senza troppi patemi condivide spazi e risate», leggiamo ancora. Su Twitter, intanto, spopola l’immagine del carabiniere che tiene in braccio una bimba africana. «“Difendere i confini”. Da chi? Da lei?», twitta Sergio Scandura, di Radio Radicale. «Guardate quel carabiniere. Chiedetelo a lui chi sono gli “invasori”», aggiunge Nello Scavo, di Avvenire. L’isola è satura di maschi soli in età da militare, ma niente domande, l’immagine poetica basta e avanza. «Quella è davvero la fotografia di una società che si muove compatta e solidale verso questo mondo disperati scappati su barchini di acciaio, scampati per miracolo oppure per caso ai naufragi, determinati nel trovare un mondo migliore», chiosa poetica La Stampa. Su Avvenire leggiamo della reazione degli isolani al maxi arrivo dell’altro giorno: «Tutte le case aperte dei lampedusani durante la notte. Per offrire cibo, acqua, qualche vestito e anche qualche giocattolo per i più piccoli». Vedete? L’esodo biblico è indolore, basta aprire le case e donare una brocca d’acqua e un tozzo di pane. Così affronteremo l’emergenza. Il Corriere della Sera invece ci delizia con le avventure della signora Teresa, 84 anni, che di sera ha visto spuntare davanti casa un gruppo di migranti affamati e li ha sfamati con qualche panino: «Paura? E perché mai?». Una signora Teresa in ogni porto e abbiamo risolto il problema dell’accoglienza. Ora, a parte il fatto che se si vogliono prendere sul serio tutte queste cartoline sdolcinate bisognerebbe quanto meno finirla di raccontare che l’Italia è un Paese di razzisti in cui chi ha la pelle nera rischia la vita a ogni angolo di strada (le due narrazioni insieme non possono coesistere), resta comunque l’impressione di un intero comparto giornalistico che intende sostituire l’analisi con la retorica. E non si capisce che differenza ci sia tra spiegare l’immigrazione con la signora Teresa che prepara panini e ritenere, per esempio, che il Covid non esista perché magari non si hanno parenti toccati seriamente dal virus. In entrambi i casi, l’aneddoto, la percezione selettiva e limitata, prende il posto di qualsiasi indagine strutturale. Le società del Nord Europa che hanno scelto prima di noi la via della «convivenza» affrontano oggi problemi serissimi, ma noi andiamo allegramente incontro al medesimo destino a colpi di signore Terese e feste di paese multirazziali. Tutte le statistiche sui crimini violenti ci mostrano una propensione statisticamente abnorme da parte degli stranieri a commettere reati. Ma, siccome un carabiniere a Lampedusa ha preso in braccio una bambina, abbiamo deciso che il problema non esiste.
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
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Lo stabilimento Stellantis di Melfi (Imagoeconomica)