2025-01-14
Andy Warhol. Beyond Borders. Gorizia celebra il re della pop art
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Andy Warhol.Reigning Queens (Queen Elizabeth) pink background, 1985
E’ la suggestiva cornice di Palazzo Attems Petzenstein a Gorizia ad ospitare (sino al 4 maggio 2025) una grande mostra su Andy Warhol. Evento fra i più attesi di GO!2025, la rassegna ideata e promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia in occasione di Nova Gorica Gorizia, Capitale europea della Cultura, l’esposizione offre al pubblico la visione di ben 180 opere, per un viaggio entusiasmante nell’estetica e nella vita dell’indiscusso re dela Pop Art.Un talento precoce e geniale, straordinario e poliedrico, che rivoluzionò per sempre il mondo dell’arte, dire Andy Warhol (Pittsburgh, 6 agosto 1928 – New York, 22 febbraio 1987) è come dire pop art, popular art, ossia quell’arte apparentemente semplice e colorata ispirata alla società consumistica americana degli anni ’60 e alla rappresentazione in serie degli oggetti comuni, quelli più banali e commerciali, dalle lattine alle bottiglie, dalle riviste alle lavatrici, dalle etichette della Campbell’s Soup al logo della Coca-Cola, passando per televisioni e tubetti di dentifricio. Prodotti di massa insomma, oggetti ordinari e accessibili a tutti elevati al grado di opere d’arte: ed è in questo che Warhol fu maestro.Di umili origini, ossessionato per tutta la vita dall’idea di essere brutto, Warhol era grafico, pubblicitario, illustratore, pittore, scultore, regista, persino produttore musicale (della band d'avanguardia The Velvet Underground, di cui faceva parte Lou Reed). Nella sua factory, il suo studio newyorkese (situato al quinto piano del 231 East 47th Street, a Midtown Manhattan) in cui si sperimentavano nuovi linguaggi artistici e in cui si faceva di tutto, feste e orge trasgressive comprese, passarono gli artisti più anticonformisti ed eccentrici di quegli anni: Keith Haring e Jean-Michel Basquiat in primis, ma anche lo scrittore Truman Capote e il grande Salvador Dalì, tutti affascinati dal carisma emanato da quello strano guru dalla chioma bionda e posticcia. Se la sua arte sia stata una critica o un’esaltazione della società iperconsumistica in cui si è trovato a vivere, questo non è ancora ben chiaro: quello che è certo è che Andy Warhol, infrangendo le barriere fra «arte alta» e arte commerciale, ha segnato un’epoca e ha profondamente influenzato gli anni ( egli artisti) a venire. Warhol ha saputo andare « oltre i confini », Beyond Borders, parafrasando il titolo della bella mostra in corso a Gorizia, negli spazi di Palazzo Attems Petzenstein. Un titolo che non è casuale, visto che l’esposizione, come ho già sottolineato, è fra gli eventi di punta della rassegna GO! 2025 , il cui obiettivo principale è quello di riunire in un percorso di riconciliazione il patrimonio di una città modernista, Nova Gorica - costruita da zero all'indomani della Seconda guerra mondiale, una volta tracciato il confine fra Italia e Slovenia - con l'eredità di una città millenaria, Gorizia, con una storia molto più antica.La MostraCurata da Gianni Mercurio, fra i massimi esperti di arte americana dagli anni sessanta ad oggi, l’esposizione si articola in un percorso espositivo di 180 opere suddiviso in varie sezioni tematiche, che spaziano dalla moda alla musica, dal cinema al consumismo: si parte dagli anni ’50 per arrivare, in un susseguirsi di opere notissime (fra cui spiccano le serie di ritratti di Marilyn, Jackie Kennedy, Mohammed Alì, Grace Kelly e persino Superman e Mickey Mouse ) e meno note (come la serie dedicata agli Animali in via di estinzione), alle ultime produzioni di Warhol. Accanto alle serigrafie, esposte numerose publicazioni degli anni ’50, un nutrito numero della rivista Interview (il periodico statunitense creato nel 1969 da Warhol, John Wilcock e Gerad Malanga) e decine di copertine di dischi in vinile, video e fotografie. Di particolare interesse, nella parte di mostra dedicata alla musica, due originali installazioni multimediali: il leggendario evento del 1966 - «The Exploding Plastic Inevitable», con Nico e i Velvet Underground di Lou Reed - e la suggestiva «Silver Clouds», una sala popolata da cuscini argentati gonfiati ad elio, che fluttuano nell’aria creando un’atmosfera ludica e interattiva, simbolo della genialità visionaria di Warhol.Una mostra di grande impatto visivo ed emotivo, che, come ha dichiarato Massimiliano Fedriga «…conferma l’importanza del Friuli Venezia Giulia nel panorama culturale europeo. Ospitare assieme ai nostri amici sloveni la Capitale europea della cultura, oltre a garantire grandi occasioni di valorizzazione dell’intero territorio sotto il profilo turistico, assicura a tutti i cittadini la possibilità di fruire di mostre ed esposizioni di altissimo valore come quella dedicata al fondatore della Pop Art, che sicuramente calamiterà l’attenzione del pubblico ».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)