2024-06-13
Anche gli psicologi fanno propaganda Lgbt
L’Ordine della Lombardia ha annunciato l’adesione al gay pride di Milano e ha invitato tutti gli iscritti a partecipare alla marcia. Peccato che l’ente, da statuto, deve vigilare sull’albo e basta. Tra le sue funzioni non c’è quella di promuovere visioni arcobaleno.L’Ordine degli psicologi della Lombardia aderisce al Milano Pride 2024. Se ne dà notizia sul sito istituzionale dell’Ordine con un messaggio agli iscritti contenente un invito esplicito: «Partecipa alla parata con noi!». Anche sulla pagina Facebook dell’Ordine l’esortazione a unirsi alla marcia del gay pride viene giustificata, in un italiano non proprio da Accademia della Crusca, nei seguenti termini: «Ribadire con forza l’importanza di garantire uguaglianza, dignità e libertà di tutt* le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, identità di genere o espressione di genere è oggi più che mai centrale». Segue domanda: «Vuoi partecipare con noi al corteo dell’Ordine psicologi della Lombardia?», e indicazione logistica: «Ci troveremo sabato 29 giugno dalle 15 in poi in via Vittor Pisani all’angolo con via San Gregorio. Il corteo si muoverà a partire dalle ore 16». Sempre nel sito istituzionale dell’Ordine si spiega anche che la «psicologia può farsi promotrice di cambiamenti sociali oggi più che mai necessari, promuovendo la riflessione, l’ascolto e la tutela dei diritti di tutt*».Eppure, qualcuno è ancora rimasto all’idea che la psicologia fosse semplicemente la scienza che studia la psiche, che analizza i fenomeni e i processi psichici. Evidentemente non è più così.Ora, se in qualche modo si riesce a comprendere che la politica, sempre a caccia di consensi negli ambiti più disparati, possa strumentalmente cavalcare l’onda colorata del gay pride, un poco più difficile è pensare che ciò venga fatto da un Ordine professionale che per sua stessa natura dovrebbe mantenere una certa neutralità rispetto a qualunque deriva ideologica. Se ormai possiamo anche essere abituati a immaginare il sindaco di Milano Beppe Sala sfilare al gay pride con tanto di fascia tricolore e calzini arcobaleno, farebbe un po’ più impressione vedere il presidente degli psicologi della Lombardia, Laura Parolin, guidare la delegazione che rappresenta l’ordine professionale all’interno di quella kermesse. L’Ordine degli psicologi è un ente pubblico, quindi è sottoposto alla normativa della pubblica amministrazione: come il Comune, la Regione, gli ospedali e tutti gli altri enti pubblici è vincolato da molte leggi che ne definiscono il funzionamento. Gli stessi lavoratori dipendenti sono dipendenti pubblici. Quindi, il livello di discrezionalità dei consiglieri e dei dipendenti è molto limitato.Stando a quanto prevede la legge 56/1989 che lo ha istituito, l’Ordine degli psicologi deve o dovrebbe occuparsi principalmente di tenere l’albo professionale, di curare l’osservanza delle leggi e delle disposizioni concernenti la professione e di mantenere la qualità dei professionisti e della loro formazione, di tutelare la deontologia, di designare i rappresentanti dell’Ordine negli enti e nelle commissioni (regionali o nazionali) e di vigilare per la tutela della professione e svolgere attività per impedire l’abuso professionale. Non pare proprio che tra le sue funzioni vi sia quella di farsi «promotore di cambiamenti sociali», come pretenderebbe l’Ordine degli psicologi della Lombardia, o di imporre visioni ideologiche e modificare l’identità, la cultura, la mentalità di un popolo. Occorre che gli psicologi lombardi ricordino che la materia di cui si occupano è una disciplina scientifica, ed è quindi molto pericoloso sostituire il rigore razionale della scienza con la pulsione emotiva dell’ideologia. Negli ultimi anni l’umanità si è accorta del danno che può provocare una scienza asservita al potere, agli interessi economici di gruppi oligarchici, al business delle lobby farmaceutiche, al mainstream, al politicamente corretto, all’ideologia woke, alla cancel culture. Sorgono sempre guai ogni volta che la scienza prende il posto della religione. L’ideologia degli scientisti non è migliore di quella degli inquisitori, né meno autoritaria. È solo più radicalmente illusoria.
Jose Mourinho (Getty Images)