2025-01-11
Anche Blackrock molla la finanza climatica
Il cofondatore e presidente del colosso finanziario BlackRock, Larry Fink (Ansa)
Il colosso americano ha lasciato la Net zero asset managers initiative, seguendo l’esempio di Goldman Sachs, Wells Fargo, Citi, Bank of America, Morgan Stanley e J.P. Morgan. Praticamente, a sostenere la svolta verde resteranno solo gruppi europei.Fuori tutti. La battaglia sul clima perde pezzi e continua l’esodo dalle grandi associazioni anti CO2 da parte dei colossi di Wall Street. L’ultimo è Blackrock, il più grande asset manager al mondo, che ha deciso di lasciare la Net zero asset managers initiative. La società ha dichiarato che, con due terzi dei suoi clienti globali impegnati a ridurre le emissioni a zero, aveva senso aderire a gruppi come la Net zero asset managers initiative. L’appartenenza all’associazione, però, «ha causato confusione riguardo alle pratiche di Blackrock e ci ha sottoposto a indagini legali da parte di vari funzionari pubblici», ha spiegato il vicepresidente Philipp Hildebrand in una lettera ai soci per motivare la decisione. Il manager ha tuttavia cercato di rassicurare sul fatto che i suoi gestori di fondi «continuano a valutare i rischi materiali legati al clima, insieme con altri rischi di investimento».La Net zero asset managers initiative è un gruppo per il clima lanciato nel 2021 sotto l’egida dell’Onu a cui le grandi aziende della gestione patrimoniale possono aderire volontariamente accettando di impegnarsi a raggiungere il net zero entro il 2050. Attualmente l’associazione vede 325 società tra le sue fila, che hanno in portafoglio oltre 57,5 trilioni di dollari in asset in gestione. Alla fine, a farne parte resteranno solo quelle europee. Infattil’uscita arriva, in ordine di tempo, dopo quella di altri sei grandi del credito ma è sicuramente una delle più pesanti. Blackrock è la più grande società di investimento al mondo che sposta masse di milioni di dollari con un clic e gestisce per conto dei propri clienti la cifra record di 11.475 miliardi di dollari di asset, con un incremento del 26% rispetto all’anno precedente. Già all’inizio del 2023 il gruppo guidato da Larry Fink aveva dichiarato di appoggiare le risoluzioni degli azionisti su questioni ambientali e sociali delle società statunitensi, per lo più di tipo consultivo, solo nel 7% dei casi, rispetto al 22% dell’anno precedente. Con l’inflazione alle stelle e l’aumento dei tassi i giganti della gestione del risparmio hanno capito che insistere con gli investimenti sostenibili in società che seguono i cosiddetti criteri Esg non fa più guadagnare, anzi. Rischiano di rimetterci, considerando anche il rischio di incappare in chi fa greenwashing, ovvero spaccia progetti e prodotti come ad alto standard ambientale quando non lo sono. Non solo. Lo scorso novembre la società è stata citata in una causa insieme ai gestori Vanguard e State street da dieci Stati a guida repubblicana per aver impattato negativamente sulla produzione di carbone attraverso il suo attivismo. Blackrock ha cercato in diverse occasioni di trovare un equilibrio. L’anno scorso, ad esempio, ha lasciato Climate action 100+, un altro gruppo di investitori che si occupa di fare pressione sulle aziende sulle emissioni di gas serra, ma solo a livello globale, mantenendo l’adesione della sua divisione internazionale. Ora ecco la mossa di uscire dalla Net zero asset managers initiative che segue decisioni analoghe da parte delle grandi banche di Wall Street nelle ultime settimane. Secondo il sito del programma, dal 6 dicembre sei società hanno abbandonato il programma: Goldman Sachs, Wells Fargo, Citi, Bank of America, Morgan Stanley e J.P. Morgan. Nonostante il ritiro, molti hanno confermato il loro impegno individuale verso la neutralità carbonica. L’alleanza globale per l’obiettivo zero emissioni di carbonio aveva vissuto un incidente simile nella primavera del 2023. Nel giro di poche settimane ha perso gran parte dei suoi membri, tra cui i fondatori Scor, Axa e Allianz, sullo sfondo delle critiche di una ventina di procuratori americani degli Stati repubblicani, che hanno citato un rischio di ostruzione del diritto della concorrenza. Secondo quanto riportato dai media americani, a novembre le banche e i gestori patrimoniali Usa hanno dovuto affrontare attacchi legali da parte di una dozzina di Stati conservatori, che ritenevano che tali iniziative di gruppo violassero le leggi antitrust, influenzassero lo sviluppo dei combustibili fossili e determinassero un aumento dei prezzi.Il dietrofront è dunque accelerato dall’effetto Trump, ovvero dall’imminente insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti. Le più grandi istituzioni finanziarie americane sono infatti sottoposte a crescenti pressioni da parte dei legislatori repubblicani affinché prendano le distanze dai gruppi industriali che sostengono la riduzione delle emissioni di carbonio. Commentando l’uscita di Blackrock, il deputato repubblicano Jim Jordan ha parlato di «una grande vittoria per la libertà e la prosperità americana. Tutte le istituzioni finanziarie statunitensi dovrebbero seguire l’esempio e abbandonare il cartello del clima e le politiche Esg».
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