2019-05-21
Anatemi su un gioco: i trans pretendono una vita senza filtri
La app «cambiasesso» su Snapchat indigna il mondo Lgbt L'accusa è di insensibilità, ma è solo un innocuo divertimento.Cambiare sesso non è un gioco e un filtro inventato da Snapchat esprime una violenza morale, o quanto meno una insensibilità, nei confronti del mondo dei trans. Per capire l'ennesima reazione indignata che scuote la sensibilissima comunità trans americana bisogna entrare nel mondo di Snapchat, una app per smartphone e tablet, che consente di scambiarsi foto e messaggi grosso modo come Facebook e Instagram. E bisogna anche capire come Snapchat abbia fatto dei filtri, o delle «lenti», la caratteristica principale del proprio prodotto. Gli utenti di Snapchat possono utilizzare programmi avanzati e rapidissimi per deformare, modificare, rendere più divertenti le proprie immagini. Rispetto agli altri social che sono corazzate della comunicazione, Snapchat è una nave un po' più piccola nel mare del virtuale e negli ultimi mesi sembrava che dovesse abbandonare la navigazione o essere incorporata dal colosso di Facebook. Ma con l'ultimo giochino di immagine l'app che ha come simbolo un fantasmino è tornata sulla cresta dell'onda. Si tratta di un filtro che permette di variare in un istante la propria immagine da maschile in femminile, da femminile in maschile. Visi maschili più robusti si trasformano in volti femminili più dolci e affusolati. Il mento femminile meno pronunciato in un solo click diventa una mascella squadrata. Il classico travestimento di carnevale - cambiare sesso - viene riproposto come metamorfosi digitale. La malia del sex change è dilagata dando nuovo lustro a Snapchat, grazie anche all'interessamento di star che hanno provato il gioco e lo hanno rilanciato sugli altri Social. Miley Cyrus ha pubblicato la sua versione maschile su Twitter e lo stesso ha fatto l'attrice comica Sarah Silverman su Instagram. Le due star che pure sono molto vicine all'ambiente Lgbt non sapevano di contribuire all'ennesimo fenomeno di «oppressione» del mondo delle minoranze? E neppure lo sapevano i tantissimi che hanno giocato a trasformare la propria immagine cambiando polarità sessuale. La mania è dilagata anche sull'onda della curiosità di sbirciare come sarebbero i Vip se fossero dell'altro sesso: indubbiamente Tom Cruise è apparso attraente anche in forma femminile. Emma Watson, la giovane protagonista di Harry Potter, è stata trasformata in un aitante giovanotto. Donald Trump è apparso felice e «soddisfatta» con una meravigliosa capigliatura da vamp. Ma ecco che su quella che sembrava l'ennesima e innocua giostra del luna park virtuale è calato a ciel sereno il fulmine dell'indignazione. Il filtro «cambiasesso» si è attirato l'accusa di insensibilità nei confronti delle donne trans. Cambiare sesso, secondo il ragionamento degli offesi, non è un gioco: è scelta consapevole (anche quando viene imposta a bambini di tre anni…), sacrificio, metamorfosi seria e non può essere banalizzata da una app che riduce tutto a divertimento. Si stenta a comprendere la logica di tanta indignazione. E tuttavia, anche se è difficile comprendere, certamente non si può sottovalutare la straordinaria capacità di indignazione che alcune minoranze riescono a manifestare anche in situazioni che al massimo dovrebbero strappare un sorriso. Ash Hunter è attivista omosessuale e in qualità di avvocato è difensore legale in cause queer; si è detto estremamente preoccupato: «Vediamo ogni giorno moltiplicarsi in maniera allarmante i casi in cui le donne di colore in particolare vengono attaccate per il fatto di vivere la loro verità esistenziale». L'avvocato Hunter in poche righe riesce a compiere un piccolo capolavoro di retorica politicamente corretta accusando una app di aver offeso i trans e in particolare le donne trans di colore. Ma qualche «insensibile» ha considerato come involontariamente comico anche il fatto che l'avvocato Hunter abbia confidato la sua preoccupazione ad Aj+: il canale di notizie e attualità online gestito da al Jazeera media network… Confidando nella profonda sensibilità e comprensione da parte dei giornalisti del colosso informativo fondato dall'emiro del Qatar, Hunter si è sfogato dicendo che «far apparire la transessualità come qualcosa che si può attivare e disattivare, per qualcuno come me, è espressione di insensibilità».Altri esponenti trans hanno espresso la loro sofferenza anche per le battute a commento delle foto. Scrive ad esempio su Twitter un attivista: «Tutte queste battute sui filtri Snapchat che ho visto sono veramente stupefacenti e transfobiche!!! Voi tutti pensate che sia così carino interpretare ruoli di genere mentre le persone trans vengono letteralmente assassinate per il solo fatto di esistere». Davvero non si immaginava che un semplice giochino di immagine potesse produrre tanto dolore nell'universo…Alla fine Snapchat è corsa ai ripari con una formula di pentimento a metà: «Comprendiamo che l'identità è profondamente personale. Mentre continuiamo ad esplorare le possibilità di questa tecnologia, il nostro team di progettazione di lenti sta lavorando per garantire che queste lenti siano diverse e inclusive fornendo un'ampia gamma di effetti trasformativi». Insomma, se trans-formiamo gli utenti non è per offendere i trans, ma per includere…
La Global Sumud Flotilla. Nel riquadro, la giornalista Francesca Del Vecchio (Ansa)
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)