2023-04-07
La Obregòn non vuole più fermarsi. «Il mio Alejandro sognava 5 eredi»
Ana Obregòn (Getty Images)
L’attrice spagnola, 68 anni, travolta dalle polemiche per essere diventata la madre legale di una bimba avuta dal seme del figlio morto: in pratica è la nonna. Non si scompone, anzi rilancia: «Rifarei tutto per un maschio».«Rifarei tutto, magari per un maschietto, anche se non è possibile scegliere il sesso dei bambini. Mio figlio voleva avere cinque figli». Ana Obregòn non si ferma. Dopo essere diventata «madre», grazie all’utero in affitto, della piccola Ana Sandra Lequio Obregòn, l’attrice spagnola lascia intendere di non escludere nuove gravidanze conto terzi. Potrebbe, così, avere un seguito la vicenda che la vede discussa protagonista, in questi giorni, delle cronache di mezzo mondo. Il che è comprensibile, visto che non capita tutti i giorni di apprendere che una signora di 68 anni abbia ottenuto, via maternità surrogata, la nascita di colei che, biologicamente, è sua nipote.Quella nata in Florida lo scorso 20 marzo, infatti, come la star stessa ha spiegato alla rivista di gossip ¡Hola! - che alla Obregòn ha dedicato la sua ultima copertina -, è una bimba ottenuta con un procedimento che vede coinvolte complessivamente quattro persone: l’attrice spagnola nella veste di «genitore intenzionale», la madre surrogata, una donatrice di ovuli e Alejandro Lecquio García, il figlio della Obregòn, deceduto per un tumore il 13 maggio 2020 a 27 anni di età, il cui seme è stato appunto impiegato nell’iter.Non è un caso che, nel comunicare sui social la notizia della nascita di sua nipote, l’attrice abbia rivolto una dedica al figlio. «Ti avevo giurato che ti avrei salvato dal cancro e ti ho deluso», ha scritto su Instagram la Obregòn, subito aggiungendo: «Ti avevo promesso che avrei messo al mondo tua figlia ed eccola tra le mie braccia». Ad ¡Hola! la donna ha ripetuto nuovamente il fatto che quello che sta facendo, in fondo, è solo un omaggio alla volontà del padre biologico della neonata: «La gente non sa che questa era l’ultima volontà di Alejandro, quella di far venire al mondo suo figlio. Lo ha confessato lui stesso una settimana prima di morire a me e a suo padre».A proposito del padre del giovane morto, attorno alla sua figura si sta addensando un piccolo giallo. Pare, infatti, che il signor Lequio, divenuto nonno a 62 anni, sia irreperibile. Tutte le testate spagnole sono vanamente sulle sue tracce. Secondo il quotidiano La Vanguardia, l’uomo sarebbe rimasto colpito, anzi sconvolto da questa vicenda. Al punto che, pur di sottrarsi alle telecamere, avrebbe lasciato il Paese insieme all’attuale moglie, Maria Palacios, e la figlia Ginevra, nata dal loro matrimonio. Oltre che sconvolto, l’uomo sarebbe anche assai amareggiato. Stando alle ricostruzioni della testata Diez Minutos, infatti, Lequio era a conoscenza dei piani «di maternità», per così dire, dell’ex compagna e avrebbe fatto di tutto pur di farla desistere, senza successo. La questione sarebbe stata motivo di numerosi litigi tra i due; e non solo tra loro.La notizia della nascita tramite utero in affitto della nipote della Obregòn, intenzionata a registrarla come figlia in Spagna - dove tale opzione, al contrario di quanto avviene nel nostro Paese, è consentita -, ha subito sollevato delle severe critiche da esponenti del governo. A destare indignazione, da parte di un esecutivo che comunque è di sinistra, è stato in particolare il ricorso alla maternità surrogata. «È una forma di violenza contro le donne», hanno dichiarato i ministri delle Pari opportunità, Irene Montero di Podemos, e delle Finanze, Maria Jesus Montero, di Psoe. Il ministro delle Pari opportunità ha, inoltre, chiesto esplicitamente di non dimenticare «la realtà di queste donne precarie e a rischio povertà».Parole che avranno evidentemente lasciato indifferente l’attrice spagnola, la quale, da Miami, ha fatto sapere di non comprendere tante critiche verso l’utero in affitto: «Qui è vista come una cosa normalissima». Ma anche se la legislazione americana fosse diversa, per la Obregòn sembra mossa solo da un desiderio: quello di realizzare i sogni del figlio. «Da quel momento, l’unica cosa che mi ha permesso di continuare a vivere ogni giorno, ogni secondo, è stata compiere la missione di mettere al mondo la figlia di Aless». Pare che il giovane defunto avesse confidato alla madre anche come avrebbe voluto chiamare la figlia che desiderava: «Chiamerò la mia prima figlia Ana come te, mamma». Di qui il nome dato alla nipote dell’attrice che tuttavia, come si diceva in apertura, oltre a rivendicare quanto finora realizzato, ha aggiunto: «Mio figlio voleva avere cinque figli». Parole che, alla luce di quanto fin qui avvenuto, lasciano presagire che la nipote della Obregòn potrebbe non restare a lungo figlia unica.D’altra parte, la donna sembra avere tutto fuorché l’intenzione di far calare silenzio sulla sua vicenda. Tanto che sulla sua storia è già pronto un libro, che uscirà il 19 di questo mese. Sulle pagine di questo testo - il cui ricavato sarà devoluto alla ricerca sul cancro promossa dalla fondazione intestata anch’essa al giovane morto nel 2020 -, la Obregòn promette che i lettori potranno trovare tutti i dettagli del processo che hanno portato alla nascita di colei che rischia di ritrovarsi al contempo ad essere sua nipote e «figlia».Una condizione atipica e scioccante, che tuttavia l’attrice non nasconderà alla bambina: «Le dirò: “Tuo papà è in cielo e che tu arrivassi era ciò che più desiderava al mondo, e tua mamma è una donatrice”, e basta. Che problema c’è?». Invece un problema esiste e pure enorme: è quello d’una signora che, pur distrutta dal dolore, ha scelto di usare la propria ricchezza per trasformare in pretese dei desideri.
(Totaleu)
«Tante persone sono scontente». Lo ha dichiarato l'eurodeputato della Lega in un'intervista al Parlamento europeo di Strasburgo.
Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea (Getty Images)