2021-05-14
Le ambizioni presidenziali di Kristi Noem
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Ricorda un po' Sarah Palin. Anche lei repubblicana, anche lei governatrice, anche lei si fa ritrarre mentre va a caccia. E anche lei soprattutto nutre ambizioni presidenziali. Kristi Noem è considerata non a caso uno dei possibili candidati alla nomination repubblicana del 2024.E, ormai da diversi mesi, questa ipotesi sta sempre più prendendo quota. Specialmente dopo il suo intervento, tenuto all'ultima Conservative Political Action Conference lo scorso febbraio. Deputata dal 2011 al 2019, è diventata governatrice del South Dakota nello stesso 2019: la prima donna a conquistare questa carica. Il suo nome è iniziato a crescere sul fronte nazionale dopo che, lo scorso anno, accolse l'allora presidente americano, Donald Trump, al Monte Rushmore, donandogli un modellino del monumento che includeva anche il suo volto presidenziale. Durante la pandemia, ha scelto una linea libertaria, non imponendo l'uso delle mascherine né prescrivendo il distanziamento sociale. Non solo: la governatrice ha spesso polemizzato con gli esperti di salute pubblica, a partire da Anthony Fauci. Una linea che, pur attirandole non poche critiche, ha incontrato il plauso di parte significativa dell'elettorato conservatore. E proprio come conservatrice di ferro si presenta la Noem: una conservatrice di stretta osservanza trumpiana. Il che è evidenziabile soprattutto sulle questioni eticamente sensibili: la governatrice è favorevole alla restrizione dell'aborto ed è una promotrice della libertà religiosa. La Noem sta tra l'altro portando avanti in questo periodo una battaglia tipicamente trumpiana, promuovendo l' "educazione patriottica" contro l'indottrinamento liberal negli istituti scolastici. Eppure non è tutto così semplice. Perché, guardando più a fondo, si registrano alcuni attriti. Nel febbraio del 2019, sostenne per esempio che i dazi di Trump contro Unione europea e Cina avessero pesantemente danneggiato lo Stato del South Dakota: lo disse, è vero, cercando di evitare le polemiche. Ma si mise comunque in distonia con l'allora presidente americano su una questione per lui decisiva in materia di politica commerciale. Un altro attrito si è recentemente consumato con il Partito repubblicano del South Dakota, dopo che la governatrice ha posto il veto su un disegno di legge, promosso dal parlamento locale, per vietare la partecipazione dei soggetti transgender agli sport femminili. Una mossa, quella della Noem, dettata dal timore di ricorsi legali e boicottaggi commerciali. Nonostante abbia successivamente emesso dei decreti dal contenuto affine a quello della norma da lei bloccata, una parte del mondo conservatore (locale e nazionale) ha interpretato questo comportamento come un tradimento. E non è quindi affatto detto che, nel caso scegliesse di scendere alla fine in campo per la nomination, questa questione non tornerà a "perseguitarla". Nonostante tali fattori, la Noem resta per ora uno dei profili più accreditati per intestarsi l'eredità politica di Trump. Particolarmente abile nella comunicazione su Twitter, la governatrice del South Dakota risulta tra l'altro al momento, insieme a Nikki Haley, l'unica donna potenzialmente in corsa per la nomination repubblicana del 2024. E, rispetto all'ex ambasciatrice all'Onu, dispone anche di qualche carta in più. Avrà magari meno esperienza politico-amministrativa ma, come detto, intrattiene comunque un buon rapporto con Trump. Il che le garantisce una marcia in più nel momento in cui l'ex presidente decidesse di non ripresentarsi, restando ciononostante kingmaker del partito. Inoltre, anche qualora non dovesse eventualmente farcela per la nomination, c'è chi già predice oltreatlantico un suo ruolo come papabile candidata alla vicepresidenza, a fianco del governatore della Florida (anche lui trumpista), Ron DeSantis. Questo poi ovviamente non significa che la strada per lei sia totalmente in discesa. Abbiamo già parlato dei malumori in alcuni settori conservatori: settori che dovrà, in caso, recuperare. E dobbiamo inoltre tener presente che la Noem dovrà durare non poca fatica per cercare di estendere la sua attrattiva politica al di fuori del bacino repubblicano tradizionale. La sua forza mediatica resta comunque fuori discussione. Ed è per questo che sta già probabilmente scaldando i motori in vista delle prossime primarie.