2023-10-02
Il programma del partito di Amato: l’invasione dei rifugiati economici
Giuliano Amato (Imagoeconomica)
Dopo Ustica, altre confuse bordate all’esecutivo. «Repubblica» rilancia le tesi del Dottor Sottile: gli immigrati che arrivano per fame vanno accolti, tanto non si possono rimpatriare. Servono per lavoro a basso costo.In principio ho pensato che Giuliano Amato fosse in crisi d’astinenza da poltrone. Dopo aver occupato nell’ultimo mezzo secolo tutte quelle che c’erano da occupare, essere rimasto privo di incarico alla veneranda età di 85 anni credevo che lo avesse spinto a inventare presunti complotti su Ustica al fine di guadagnare qualche benemerenza, così da candidarsi a una prossima nomina. Visto che la strage dell’aereo dell’Itavia rimane una ferita aperta nella storia italiana, parlare a quarant’anni di distanza di una battaglia nei cieli italiani da parte di aerei della Nato, di certo avrebbe fatto conquistare all’ex presidente del Consiglio ed ex capo della Corte costituzionale diversi punti per accedere ad altre superiori funzioni. Immaginavo infatti che Giuliano Amato volesse essere candidato a qualche cosa, fosse pure il circolo del bridge, per sottrarsi alle partite di tennis e, soprattutto, ai giardinetti. Dunque, che cosa c’era di meglio che invitare i vertici dell’Alleanza atlantica e, in particolare modo i francesi, a vuotare il sacco sul mistero che dal 1980 ci inquieta?Beh, pensando tutto ciò e immaginando le ambizioni del Dottor Sottile per un suo prossimo incarico, sbagliavo. Amato non sta rosicando per aver fallito la scalata al Colle, e nemmeno sta facendo il diavolo a quattro per non aver ottenuto un’altra ricompensa dopo aver lasciato la Consulta. O meglio: l’ex delfino di Bettino Craxi che, appena questi cadde in disgrazia, se la svignò lasciando il suo leader a vedersela da solo con i giudici, sta sì rosicando per essere rimasto a bocca asciutta, ma se adesso parla invitando Emmanuel Macron a rivelare i segreti di Ustica, non lo fa perché spera a 85 anni che la politica gli riservi un altro posto in prima fila. Semplicemente, Amato è diventato loquace con giornali e tv perché, dopo aver passato una vita a impartire lezioni, non sa stare zitto. Il Dottor Sottile non si rassegna all’indifferenza della stampa, che tendenzialmente lo ignora da quanto ha scoperto che ormai non conta più nulla. Dunque, l’ex premier ed ex tutto si inventa una sparata al giorno. Una volta alza il velo sui misteri di Ustica, salvo poi dire che non sa nulla di più di quello che già si sa, ovvero niente. Un’altra dà la benedizione laica a Giorgio Napolitano riscrivendo la storia dell’ex capo dello Stato, assegnandolo, da comunista che era, al partito europeista prima che nemmeno lui stesso lo sapesse. Infine, eccolo intervenire sulla polemica dei migranti. Mentre il governo fatica a contenere l’invasione e lamenta non soltanto di essere stato lasciato solo dai partner europei, ma di dover subire gli sgambetti della Germania, Amato che fa? Dice che bisogna aprire le porte ai profughi che fuggono dalle guerre ma anche agli extracomunitari che vogliono venire in Italia per migliorare le proprie condizioni economiche. In pratica, l’ex premier vorrebbe spalancare le porte a tutti, perché considerato che il reddito medio in Kenya si aggira intorno ai 100 euro e in Senegal poco di più, è evidente che qualsiasi keniota o senegalese potrebbe rivendicare di avere diritto all’asilo in Italia. Non importa che l’accettazione di un simile principio, ovvero che si debba accogliere chiunque dica di fuggire dalla fame e dalla carestia, scardini qualsiasi bilancio pubblico e condanni l’Italia a un futuro di decrescita infelice (più persone chiedono aiuto e più diminuiranno le risorse per gli investimenti e per l’assistenza). Ciò che conta per Amato è conquistare un titolo in prima pagina e alimentare un narcisismo senile che cancella qualsiasi sottigliezza usata in passato. Sì, l’ex premier ed ex presidente della Corte costituzionale, dopo aver impoverito gli italiani mettendo loro, di notte, le mani in tasca, adesso vuole dare un altro duro colpo al ceto medio. Unica consolazione, Amato pare uno di quei vecchi che per farsi notare hanno bisogno di spararla ogni giorno più grossa. Un giorno dunque, lancia missili a vanvera contro i francesi, salvo poi fare retromarcia dicendo che non sa nulla di nulla. Un altro, si inventa un Napolitano europeista (forse ricordando di quando si faceva rimborsare i biglietti aerei per l’Europa). E ultimo, eccolo scodellare l’idea che venire da un Paese africano sia un titolo che dà diritto a prescindere a farsi mantenere in Italia.La dico chiara: dal 1992 a oggi, non credo che ci sia un italiano che abbia amato Giuliano Amato. Se si fosse candidato, invece che essere nominato, credo che non avrebbe ottenuto neppure il voto dei parenti. Dunque, consegniamolo all’oblio. L’unica cosa che merita un tipo del genere.