2022-05-25
Altro che manodopera a basso costo. L’alternativa c’è ed è tagliare le tasse
Possibile che i politici europei e italiani non abbiano mai letto un qualche manuale di economia? Eppure vi si spiega che anche l’imposizione fiscale, in modo diretto o indiretto, ha un influsso negativo sull’inflazione.Siccome c’è l’inflazione, cioè l’aumento dei prezzi, dobbiamo usare bene gli immigrati e i profughi perché, costando meno, possono essere un elemento che favorisce il calo dell’inflazione stessa. Il lettore o la lettrice, nel caso in cui ritenessero che il sottoscritto sia impazzito, avrebbero tutte le ragioni, ma segnalo che questo ragionamento non è stato partorito dalla mia più o meno sana e vigile mente, ma è un discorsetto che, come il vento leggero, sta prendendo corpo tra i palazzi del potere a Roma, ovviamente su suggerimento di Bruxelles. È un ragionamento che sembra paragonabile alla situazione degli acquedotti italiani: perde acqua da tutte le parti. Comunque tu provi ad arginarlo esso prosegue perché al fondo è umanamente, politicamente, economicamente, produttivamente quello che Ugo Fantozzi disse dopo aver visto la corazzata Potëmkin: «Una cagata pazzesca». Come ha ben spiegato ieri il direttore Maurizio Belpietro su La Verità. Se la lettrice e il lettore hanno ancora un po’ di pazienza proviamo anche a spiegare il perché, ma in un certo senso ce ne scusiamo perché è talmente pazzesca, ed è talmente evidente che sia una cagata, che sembra quasi offensivo darne delle spiegazioni e quindi, porgendo le scuse, proviamo a farlo. L’inflazione - come dicevamo -, lo sanno anche buona parte dei parlamentari e dei ministri, è un aumento generalizzato di prezzi che può avere origini varie. Può derivare, ad esempio, da un aumento delle materie prime, se aumenta il grano aumenterà il costo del pane, se aumenta il gas aumenteranno i costi dell’energia, e se aumentano i costi dell’energia aumenteranno i costi della produzione e questi costi l’imprenditore sarà «costretto» a scaricarli sui prezzi perché, oltre un certo limite, altrimenti, si troverebbe a spendere per produrre una merce più di quanto non guadagni a venderla. Un’altra fonte dell’inflazione - e qui siamo al punto della questione - può derivare dall’aumento dei salari che, anche in questo caso, possono indurre un aumento dei prezzi sia perché ci sono maggiori acquisti sia per i costi che l’azienda deve in qualche modo ammortizzare o, detto più semplicemente, scaricare. E qui si inserisce il fantasmagorico, inverosimile, fantascientifico ragionamento di questo gruppetto o gruppone di Einstein nostrani dell’economia. Come si fa - si saranno chiesti - a diminuire l’inflazione? Ce li immaginiamo assorti, con aria stralunata, un po' rintontiti come chi è sottoposto a un vento continuo e impetuoso nel proprio cervello perché, essendo muniti di scarsissima quantità di materia grigia, il vento medesimo entra da un orecchio ed esce senza difficolta dall’altro senza incontrare ostacoli e provocando questo stato confusionale che solo può giustificare ragionamenti come quello che dicevamo all’inizio dell’articolo. Dopo lunghi rimugghiamenti ecco il colpo di genio. Ci sono gli immigrati e soprattutto ci sono i profughi che vengono dall’Ucraina, quale miglior occasione per trovare una manodopera a basso costo, incurante naturalmente dei diritti umani e del diritto del lavoro, da poter usare per diminuire l’inflazione? Ma allora, senza sforzarsi molto, perché non estendono e legalizzano il caporalato? Quale miglior strumento per diminuire l’inflazione? Oppure: ma perché mai continuare a combattere il lavoro nero e non usarlo come arma per combattere l’inflazione? Badate che non stiamo scherzando perché la proposta di utilizzare la manodopera di persone, non di animali, che scappano da una sofferenza reale, da una guerra in giusta della quale le colpe sono anche di noi europei, ebbene, pensare solo che questo possa essere un metodo, un modo, una via per diminuire l’inflazione è cosa che fa semplicemente ribrezzo. Vogliono questi signori diminuire l’inflazione aumentando i salari, cioè quello che rimane in tasca ai lavoratori in modo che abbiamo più soldi a disposizione, anche in una situazione di aumento dei prezzi, in modo tale che non cali la loro possibilità concreta di acquistare merci e servizi? Vogliono questo? Nessuno di loro ha consultato qualche manuale di economia degli ultimi cinquant’anni dove si spiega che anche le tasse, in modo diretto o indiretto, hanno un influsso negativo sull’inflazione? Dobbiamo mandargli un bigino che gli chiarisca le idee? Perché la verità è che questo gruppone di intelligentoni, gira che ti rigira, finisce sempre col dare delle gran bastonate sul groppone dei contribuenti. Questa volta, per giustificare la loro incapacità ormai evidente di procedere ad una riforma fiscale degna di questo nome, hanno partorito quella «monnezza» di idea. Per la verità ci dobbiamo scusare con Platone perché l’idea, come lui ci ha insegnato, è cosa nobile. Dobbiamo passare dalla Grecia alla Roma antica, da Platone a vespasiano non nel senso dell’imperatore ma nel senso del cesso.