2025-02-22
Altri esperimenti a Wuhan: «batwoman» annuncia un nuovo virus dei pipistrelli
A guidare il team è Shi Zhengli, sotto accusa per l’ipotesi della fuga dal laboratorio nel 2019. I ricercatori: «Meno potente del Sars-Cov-2, ma rischio alto di trasmissione».Galli perì nel 2021 al Careggi di Firenze. Disposto l’esame probatorio per accertare se fu curato adeguatamente, però non si trovano medici che accettino l’incarico.Lo speciale contiene due articoli.Da uno studio della batwoman della virologia, la dottoressa Shi Zhengli del laboratorio di Wuhan, è saltato fuori un nuovo virus. O i cinesi se lo sono andati a cercare anche questa volta, creandolo magari con finanziamenti statunitensi dell’epoca Biden? Quel che trapela, è che l’esperta di coronavirus dei pipistrelli e la sua équipe hanno scoperto un nuovo ceppo del coronavirus HKU5, identificato per la prima volta nel 2006 in un pipistrello giapponese a Hong Kong. Il virus identificato lo scorso anno (la ricerca fu presentata alla rivista Cell nel settembre del 2024) appartiene al sottogenere dei merbecovirus, che comprendono quattro specie virali con una notevole diversità genetica. Tra questi, il coronavirus responsabile della sindrome respiratoria medio orientale infettiva Mers. «Questo studio rivela un lignaggio distinto di HKU5-CoV nei pipistrelli che utilizzano in modo efficiente l’Ace2 umano e sottolinea il loro potenziale rischio zoonotico», dichiarano gli scienziati che provengono dall’Istituto di virologia di Wuhan, dal laboratorio di Guangzhou e da altre istituzioni cinesi. L’Ace2 è il recettore di superficie cellulare dell’enzima 2 di conversione dell’angiotensina, che il virus utilizza per entrare nelle cellule animali e umane per poi replicarsi. «Il BtHKU5-CoV-2 è stato isolato con successo da un campione di pipistrello ed è stata confermata la sua capacità di infettare le cellule umane che esprimono Ace2, nonché gli organoidi respiratori ed enterici umani», tessuti coltivati artificialmente. Dove Bt sta per bat, pipistrello. Questo che cosa significherebbe? Servono altri studi, ma «un coinvolgimento efficiente con l’Ace2 umano e il più ampio spettro di ospiti […] implicano un rischio di spillover più elevato per BtHKU5-CoV-2», dichiara la squadra diretta da Shi Zhengli. Aumenta la probabilità di trasmissione tra specie, da un pipistrello infettato naturalmente o in laboratorio. Ancora una volta, dunque, si parla di esperimenti su mammiferi placentati che possono trasmettere virus all’uomo. Questi laboratori sembrano operare fuori da ogni controllo, con obiettivi affatto trasparenti. Tutt’oggi non si hanno certezze sull’origine del Covid, la virologa Shi Zhengli ha sempre negato che l’istituto di Wuhan possa essere stato responsabile della pandemia iniziata nel 2020. Pochi giorni fa il portavoce del ministero degli Esteri cinese ha ribadito che «il Wuhan Institute of Virology non è stato coinvolto nella creazione o nella diffusione del virus Covid-19» e che «l'istituto non ha mai condotto alcuna ricerca sull’acquisizione di funzione nei coronavirus». Adesso è confermato che le ricerche sui coronavirus dei pipistrelli non sono mai cessate. Quali organismi scientifici vigilano su simili esperimenti? La potenza di HKU5-CoV-2 è «significativamente inferiore» a quella del Covid-19 e «il rischio che l’Hku5-CoV-2 emerga nella popolazione umana non deve essere esagerato», fanno sapere su Cell i ricercatori. Però la notizia allarma. «Ricercatori cinesi di Wuhan hanno identificato un coronavirus dei pipistrelli che usa lo stesso recettore umano di Sars-CoV-2. Ciò non vuol dire che questo virus farà il salto di specie, iniziando catene di trasmissione interumane tali da causare un evento epidemico. Il lavoro dei cacciatori di microbi è comunque importante per monitorare ciò che accade nel mondo animale e valutare poi il potenziale pandemico degli agenti microbici identificati», ha scritto su Facebook l’epidemiologo Gianni Rezza. «Dopo quello che è successo durante la pandemia sono molto scettico rispetto alle informazioni che arrivano dalla Cina, soprattutto senza riscontri della comunità scientifica. Bisognerebbe evitare di allarmare così la popolazione senza prove concrete, non sappiamo che caratteristiche e capacità ha questo virus», ha commentato l’infettivologo Matteo Bassetti ai microfoni di Radio Cusano. Però, criticando il nuovo Piano pandemico, ha detto che «è un errore clamoroso affermare che le pandemie si gestiscono non solo con i vaccini».«Sarei curioso di sapere, nel malaugurato caso di una nuova pandemia, come combattere un virus mai visto sulla faccia della Terra se non sviluppando - come abbiamo fatto - a tempo di record un vaccino», postava ieri Roberto Burioni, contrariato perché il nuovo piano pandemico non prevede solo vaccini «per il contrasto agli agenti patogeni, ma vanno utilizzati insieme ai presidi terapeutici disponibili», come prevede il documento al vaglio delle Regioni. E se arrivasse la nuova minaccia cinese? Carlo Federico Perno, responsabile dell’unità operativa di microbiologia e diagnostica di immunologia all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, sul Corriere della Sera ha dichiarato: «I farmaci anti-Covid potrebbero avere una efficacia cosiddetta “cross-reattiva” anche nei confronti del nuovo virus, mentre i vaccini andrebbero certamente riformulati, ma sappiamo che possono essere messi a punto in pochi mesi con le tecnologie di cui disponiamo». Basta poco, per tornate a parlare di vaccini.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/altri-esperimenti-wuhan-2671199619.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="morto-di-covid-nessuno-fa-la-perizia" data-post-id="2671199619" data-published-at="1740240232" data-use-pagination="False"> Morto di Covid, nessuno fa la perizia Dopo oltre tre anni dalla sua morte, la vicenda di Enzo Galli, «simbolo della lotta al Covid», come lo definisce La Nazione, resta avvolta nei dubbi. E il giornale solleva anche una domanda centrale, rimasta senza risposta: poteva essere salvato con cure diverse? L’unico modo per stabilirlo sarebbe una perizia medica, ma nessun professionista ha finora accettato l’incarico. L’indagine, al momento contro ignoti e avviata dopo un esposto della vedova Simonetta Filippini, è bloccata proprio per l’impossibilità di trovare un esperto disposto a esaminare la cartella clinica di Galli. «La denuncia di Simonetta Filippini», scrive il quotidiano fiorentino, «presentata nel novembre del 2022, basata su una consulenza medico legale firmata dalla dottoressa Sporeno, era prima incappata nella richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. Per la moglie, Galli, ricoverato per più di tre mesi in terapia subintensiva, dove morì nell’agosto del 2021, avrebbe subito gravi lesioni consistite nello sfondamento dei polmoni a causa dell’eccesso di somministrazione di ossigeno». «Il gip Anna Liguori», prosegue La Nazione, «aveva poi accolto l’opposizione all’archiviazione, disponendo l’accertamento con la modalità dell’incidente probatorio. Ma al quesito “accertare se la somministrazione dell’ossigeno sia avvenuta secondo le pratiche assistenziali previste per il caso specifico e in caso contrario se ciò ha influito sul decesso del signor Galli” finora non si è trovato nessuno pronto a rispondere». L’avvocato Carlo Taormina, che assiste la donna, ha espresso il proprio sconcerto: «Il 28 febbraio è fissato l’incidente probatorio, ma apprendiamo che anche l’infettivologo Nicolò De Gennaro ha rinunciato all’incarico. Perché questa rinuncia?». Nel frattempo, la vicenda di Enzo continua a stare a cuore alla comunità di Careggi (Firenze). La sua storia era iniziata nell’aprile del 2021, quando era partito con la moglie per l’India, per l’adozione della loro bambina, Mariam Gemma. Lì la coppia aveva contratto il virus ed era rimasta bloccata a Nuova Delhi. Dopo appelli inascoltati per un volo di Stato, erano stati gli amici a organizzare un rimpatrio sanitario privato con una raccolta fondi che in 48 ore aveva raggiunto 130.000 euro. Atterrati a Pisa l’8 maggio, erano stati subito ricoverati: Simonetta e la figlia si erano negativizzate dopo pochi giorni ed erano tornate a casa; Enzo non si è mai liberato del virus. Dopo oltre tre mesi in terapia subintensiva, la sua situazione era peggiorata. Ad agosto era entrato in dialisi per uno shock settico, e nonostante una iniziale risposta agli antibiotici, le sue condizioni erano precipitate fino al decesso. La battaglia di Simonetta per ottenere chiarezza prosegue, mentre la comunità, che nel quartiere di Careggi ha dedicato un giardino alla sua memoria, rammenta Enzo come un esempio di umanità e solidarietà. Ma la verità sulle cure ricevute resta ancora un’incognita.
(Ansa)
Il ministro Guido Crosetto in occasione dell'82°anniversario della difesa di Roma: «A me interessa che gli aiuti a Gaza possano arrivare, le medicine possano arrivare, la vita normale possa riprendere». Nonostante tutto, Crosetto ha ben chiaro come le due guerre più grandi - quella Ucraina e quella a Gaza - possano cessare rapidamente. «Io penso che la decisione di terminare i due conflitti sia nelle mani di due uomini: Putin e Netanyahu».