2019-08-06
Nuove indagini sul sindaco pd di Bibbiano
Il giudice che ha confermato gli arresti parla di nuovi approfondimenti sull'ex primo cittadino bibbianese. A cui i dirigenti locali scrivono: «Siamo con te».A Bologna spariscono papà e mamma. E si registra la figlia di due lesbiche. Casalecchio di Reno aderisce alla rete dei Comuni Lgbt e decide di «superare il genere genitoriale maschile/ femminile». Il sindaco felsineo Valerio Merola riconosce la bimba di una coppia arcobaleno ancora prima che nasca. Lo speciale comprende due articoli.La lettera che Stefano Marazzi, segretario del Partito democratico di Bibbiano, ha indirizzato al suo ex sindaco, Andrea Carletti, fa stringere il cuore. «Sul filo del rasoio, ma non posso lasciar passare questa giornata senza mandarti un pensiero», scrive. «È inutile e superfluo dire che ci abbiamo sperato con tutti noi stessi, abbiamo vissuto questa attesa con l'ansia di chi prova un grande senso di ingiustizia e non attende altro che questa situazione assurda finisca». Che cosa sperava Marazzi? Che a Carletti non fossero confermati gli arresti domiciliari. E invece il Giudice per le indagini preliminari di Reggio Emilia, Luca Ramponi, ha rigettato la richiesta. L'ex primo cittadino democratico bibbianese rimane agli arresti e ovviamente è ancora sospeso dalla carica di sindaco per decisione della Prefettura (nonché autosospeso dal Pd di sua volontà). La scelta del giudice ha molto colpito i militanti del Pd di Bibbiano. «Per l'ennesima volta, le notizie che ci giungono non ci danno sollievo», scrive ancora il segretario Marazzi. «Dobbiamo ancora attendere per riabbracciarti, ma siamo ancora qui, al tuo fianco, come e più di prima. Tieni duro Andrea, non mollare. La tua comunità rimane saldamente al tuo fianco e aspetta il tuo ritorno». Insomma, a quanto pare il partito a livello locale è estremamente compatto. Sin dall'esplosione dell'inchiesta «Angeli e demoni», i democratici bibbianesi si sono schierati dalla parte del loro sindaco e non hanno mai cambiato opinione. Carletti è accusato di abuso d'ufficio e falso e, secondo la Procura di Reggio Emilia, «forniva copertura politica» al sistema di gestione degli affidi portato avanti dai servizi sociali dell'Unione Val d'Enza. Tra le altre cose, egli, si legge nelle carte dell'inchiesta «sosteneva l'attività e l'ampliamento delle attribuzioni a favore del centro di studi Hansel e Gretel». Che queste siano le accuse, tuttavia, è ormai noto. Adesso, però, si aggiungono ulteriori tasselli. Nel confermare gli arresti domiciliari, il gip ha ribadito la «sussistenza della gravità indiziaria nei confronti di Carletti. E ha specificato: «È chiaro che le pressioni o le sollecitazioni anche ingannatorie poste in essere a suo tempo ben potrebbero agevolmente essere ripetute se l'indagato fosse lasciato libero di comunicare con terzi». Le «sollecitazioni ingannatorie» sarebbero, per esempio, quelle esercitate nei confronti dell'ex sindaco di Gattatico, Gianni Maiola. A quanto pare, quando amministratori e funzionari sollevavano perplessità sull'operato di Hansel e Gretel, Carletti provvedeva a rassicurarli, spiegando che andava tutto benissimo. Ma c'è dell'altro. Come nota il Resto del Carlino, nell'ordinanza con cui il gip conferma i domiciliari all'ex sindaco si trova un passaggio interessante. Ovvero quello in cui il giudice spiega che «non sussistono ragioni per un'attenuazione della misura, tanto meno per una revoca, tenuto conto della pendenza di indagini anche relative ad altre fattispecie contro la pubblica amministrazione, analoghe a quelle per cui è cautelato (delle quali è dato conto negli atti a oggi trasmessi dal pm)». Tradotto, significa che ci sarebbero in corso ulteriori approfondimenti investigativi oltre a quelli già effettuati, i quali riguarderebbero altri aspetti dell'attività di Carletti. Giovanni Tarquini, avvocato difensore dell'ex sindaco, nei giorni scorsi si è mostrato parecchio contrariato: «Appare evidente un pregiudizio di fondo e una preoccupante mancanza di serenità che si riflette sul percorso dell'accertamento giudiziario e così anche su quest'ultima decisione», ha detto non appena ha appreso della conferma degli arresti.In ogni caso, sembra che la posizione dell'ex primo cittadino del Partito democratico non sia proprio delle migliori. Il Pd locale continua a difendere il compagno Carletti, mentre gli esponenti nazionali proseguono nel tentativo di sminuire il coinvolgimento dell'ex sindaco nel caso «Angeli e demoni». Ecco, forse sarebbe il caso che i democratici correggessero il tiro...<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/altre-indagini-su-carletti-ma-il-pd-difende-ancora-il-suo-sindaco-ai-domiciliari-2639657090.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="a-bologna-spariscono-papa-e-mamma-e-si-registra-la-figlia-di-due-lesbiche" data-post-id="2639657090" data-published-at="1757649000" data-use-pagination="False"> A Bologna spariscono papà e mamma. E si registra la figlia di due lesbiche Nei giorni scorsi, grazie a un'iniziativa del Partito democratico, la Regione Emilia Romagna ha approvato la legge bavaglio sull'omotransnegatività. Roberta Mori, esponente dem che ha fatto da relatrice, sostiene che si tratti di una «legge di civiltà». Del resto, è la stessa che definiva i servizi sociali della Val d'Enza «una esperienza esemplare per tutta la regione». Tra le altre cose, la legge voluta dal Pd (e votata anche dai 5 stelle) prevede che la Regione aderisca a Ready (Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni antidiscriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere). In sostanza, l'Emilia Romagna è divenuta parte della più grande alleanza arcobaleno d'Italia, e contribuirà a finanziare progetti ed eventi Lgbt. Non a caso, leggiamo nel testo della legge, «la Regione e gli enti locali, nell'ambito delle rispettive competenze, promuovono e sostengono eventi socio-culturali che diffondono cultura dell'integrazione e della non discriminazione, al fine di sensibilizzare la cittadinanza al rispetto delle diversità e di ogni orientamento sessuale o identità di genere». Ma che cosa significa, concretamente, aderire alla rete Ready? Se lo è chiesto, tra gli altri, anche Umberto La Morgia, brillante consigliere leghista del Comune di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna. Ha interrogato in proposito la giunta guidata da Massimo Bosso (Pd) e le risposte che ha avuto sono inquietanti. Tanto per cominciare, a Casalecchio, in nome della lotta alle discriminazioni, è vietata «l'affissione sui propri spazi pubblicitari di forme di pubblicità sessista, che danneggino la dignità della persona o che rechino forme discriminatorie di genere». Ovviamente, considerato il recente andazzo, anche l'esposizione di un cartellone contro l'aborto potrebbe essere giudicata sessista, e dunque il cartellone sarebbe rimosso a norma di legge. Proprio come prevede pure la legge regionale appena approvata in Emilia. Non è finita. L'adesione alla rete Ready comporta che il Comune di Casalecchio organizzi una serie di iniziative di «formazione». In buona sostanza, un bell'indottrinamento Lgbt che comprende il «corso di formazione “Nuove famiglie: scuola, genitori e sviluppo psicosociale" rivolto a insegnanti e genitori» e la presentazione di alcuni libri su «scuola e omogenitorialità», tra cui il volume Maestra, ma Sara ha due mamme? Le famiglie omogenitoriali nelle scuole e nei servizi educativi. Fin qui il lavaggio del cervello. Poi ci sono gli atti più concreti. Sempre facendosi scudo con i diritti arcobaleno, il Comune di Casalecchio ha previsto la «rivisitazione della domanda di iscrizione ai nidi comunali per il superamento del genere genitoriale (maschile/ femminile)». Ecco qui spiegato che cosa significhi far parte della rete Lgbt: bisogna superare il «genere genitoriale». Certo, dividere i genitori in mamme e papà è roba da trogloditi, è cosa «medievale» e va archiviata. Motivo per cui, come spiegano i responsabili comunali, «per quanto riguarda la domanda di iscrizione nidi d'infanzia la dicitura riportata è: “Genitore dichiarante e altro genitore"». Furbissimi, i progressisti di Casalecchio. Hanno evitato la dicitura «genitore 1 e genitore 2», che attira l'attenzione, e hanno optato per una formula inedita che consentisse comunque di «superare i generi». Tuttavia il dettaglio non è sfuggito al consigliere La Morgia: «Ognuno ama chi vuole e si unisce con chi gli pare, ma la famiglia è una ed è padre, madre e figli», dice il leghista. Che aggiunge: «Lasciate stare i bambini e teneteli fuori dalle dinamiche degli adulti e soprattutto dai loro egoismi». Il giochino, in effetti, è chiaro: con la scusa di evitare discriminazioni, si lascia campo libero all'ideologia Lgbt. La stessa che abbiamo visto operare a Bibbiano. Nonché la stessa che, nei giorni scorsi, ha guidato l'operato del sindaco di Bologna, Valerio Merola (anche lui del Pd). Il primo cittadino ha annunciato che firmerà il «riconoscimento in pancia» del figlio di una coppia lesbica. In buona sostanza, il nascituro - che pare essere stato concepito all'estero tramite donatore - verrà registrato all'anagrafe come «figlio di due madri» ancora prima di venire al mondo. Come sia possibile tecnicamente tutto ciò lo ha spiegato Valentina Pontillo, avvocato dell'associazione arcobaleno Rete Lenford al Corriere della Sera quando anche a Milano si verificò un caso analogo. «Per legge», disse la signora, «il riconoscimento, che richiede la presenza di entrambi i genitori, deve essere fatto entro tre giorni dalla nascita in ospedale, o entro dieci giorni in Comune. [...] È possibile anticipare il riconoscimento a prima del parto presentando un certificato di gravidanza e facendo firmare ad entrambi una dichiarazione che viene consegnata al padre e recepita dal Comune e che ha efficacia solo dalla nascita». Nel caso milanese una delle due madri non stava bene e si temeva per la sua sorte, ma nella vicenda bolognese pare si tratti semplicemente di una questione politica. Il risultato è il seguente: in provincia di Bologna dire «mamma e papà» è discriminatorio, ma che un bimbo abbia due madri e nessun padre va benissimo.
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».