2020-04-07
Altre denunce per chi va in chiesa anche se tra i banchi sono solo in tre
Spesso varcato il limite tra rigore e buon senso. Perfino il cardinale Matteo Zuppi ha detto che «c'è bisogno di Dio oltre che di medici e scienziati». Ma il sottosegretario Di Stefano e Fiorello predicano: pregate in bagno.Sul crinale del rapporto tra libertà religiosa ed emergenza sanitaria va ora in onda un po' di tutto. Per restare nel mondo dello spettacolo abbiamo assistito domenica scorsa, domenica delle Palme, alla lezione di catechismo impartita da Fiorello ai credenti italiani: la gag, intitolata «puoi pregare anche in bagno se sei fedele», più che ridere fa un po' piangere. Lo showman, al culmine della sua performance catechetica per rispondere a chi vorrebbe le messe con accessi regolamentati, ha ricordato che a messa non è come al supermercato o dal tabaccaio. La differenza, se abbiamo capito bene, starebbe nel fatto che per le sigarette si entra uno alla volta, mentre a messa come si fa? Da Fiorello, di solito preparato in materia di fantasia, ci aspettavamo un po' di più, anche perché almeno al supermercato si entra in fila, ma tra le corsie c'è spesso più gente che in molte chiese. E paragonare i sacramenti a un pacchetto di bionde non sembra una gran battuta, così come non lo è quella che parifica il pregare tra la tazza e il lavandino con il partecipare a una liturgia.Un'altra lezione di catechismo è arrivata dal sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, che si è lanciato anche in una interpretazione del corretto rapporto tra scienza e fede. «Dio preghiamolo da casa, lasciamo alla scienza dirci come fermare il virus», ha detto con un tour de force concettuale quasi da teologo. Certo non gli si può dare torto sul ruolo della scienza, ma i credenti che chiedono di poter organizzare la partecipazione alla messa non dovrebbero essere animati da stregonerie, hanno desiderio di ricevere i sacramenti che per loro sono pane, e sanno che la scienza non è tutto. Lo ha detto anche il cardinale Matteo Zuppi a Repubblica: «C'è bisogno anche di Dio oltre che di scienziati e medici».Fermo restando che i vescovi hanno scelto la via della massima prudenza, accogliendo con subitanea celerità ogni palpito che saliva dal governo in materia di restrizioni, ciò che sembra mancare è un po' di buon senso. Così il vescovo di Frascati, monsignor Raffaello Martinelli, domenica si è visto piombare in cattedrale la polizia locale che adesso potrebbe infliggere una multa per una quarantina di fedeli presenti alla celebrazione mattutina nella cattedrale di San Pietro. «A me è sembrato», ha dichiarato il vescovo, «che le varie persone si siano sempre tenute a distanza regolamentare l'una d'altra; le tre navate della cattedrale sono del resto molto ampie, oltre 800 metri quadrati». Peraltro, lo stesso Martinelli ha sempre scoraggiato la partecipazione dei fedeli seguendo le indicazioni della Cei e ha osservato che «nelle prossime celebrazioni pasquali, non potendo chiudere le porte per ragioni di sicurezza, mi impegno ad assicurare un adeguato servizio di persone all'ingresso della cattedrale per contingentare o bloccare l'ingresso a eventuali persone di passaggio, sull'esempio dei negozi alimentari, in modo da rispettare ancor più scrupolosamente le giuste normative esistenti a salvaguardia di tutti». Se a Frascati c'erano 40 persone in 800 metri quadrati, un passante a Livorno si è sentito in dovere di chiamare i carabinieri perché c'erano 20 persone non autorizzate durante la celebrazione nella chiesa di Santa Maria del Soccorso, che è 100 metri di lunghezza e 60 di larghezza al transetto, praticamente un campo di calcio. E così multe e denunce sono al vaglio dei militari anche a Livorno. Stessa sorte al parroco e a 3 fedeli (sic!) non autorizzati che erano presenti alla messa delle Palme nella chiesa dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia di San Vito di Fagana in provincia di Udine.Ma la furia da lockdown in materia di libertà religiosa sembra faticare a restare in equilibrio sopra la follia, al punto che a Rocca Imperiale, provincia di Cosenza, il parroco si è beccato 400 euro di multa perché, in solitaria, stava portando il crocifisso in processione per le vie del paese. Una denuncia alla Procura pare essere arrivata anche al sindaco di Giulianova, Jwan Costantini, che lo scorso 25 marzo è andato al santuario della Madonna dello Splendore insieme con una decina di persone (tutte distanziate e con mascherina) per affidare la città alla Vergine in tempo di pandemia. Non si vuole scomodare la Costituzione sulla libertà di culto, né si vuole sminuire la gravità della situazione dell'epidemia che merita certamente rispetto e prudenza. Però la delazione nei confronti dei fedeli segna qualcosa di più della semplice preoccupazione per impedire il contagio e mostra il grado profondo di secolarizzazione che abita la nostra cultura. La libertà religiosa è un concetto ormai vuoto, come il Cielo, a suo tempo svuotato da ogni Dio e riempito di tante chiacchiere e sentimenti. Dio ormai dipende da Bill Gates il quale recentemente ha ricordato che le assemblee di massa potranno tornare solo dopo che avremo un vaccino, magari fra 18 mesi. C'è di che riflettere per pecore e pastori, perché la vita di fede, specialmente ai tempi del coronavirus, «è come il pane», come ha detto un fedele al passaggio del parroco solitario che portava in processione il crocifisso nelle strade di Cornaleto, 350 anime nel Comune di Formigara, provincia di Cremona.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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