2020-06-20
Alleati ma avversari Leonardo fa causa all’americana Boeing
Boeing KC-767 (Wikimedia Commons)
Un contenzioso da 26 milioni rischia di mettere in crisi un patto lungo 40 anni. Sullo sfondo la presenza cinese a Pomigliano.Natale 2019. Boeing trova sotto il grande albero di Seattle, dove ha sede il colosso americano, un presente spedito direttamente da Roma e firmato Leonardo. Dentro una causa da 26 milioni di dollari a seguito di un contenzioso durato più di un semestre per presunti errori nella lavorazione delle lamelle delle ali. Nella sua causa, Leonardo afferma che Boeing abbia valutato unilateralmente dei difetti nei pezzi dell'ala fissa del 767, prodotti o assemblati nello stabilimento di Pomigliano. L'azienda Usa avrebbe ricevuto le lamentele dei clienti e sarebbe intervenuta per riparare le sbavature dei materiali, a quel punto sottraendo i presunti danni monetari dalle fatture di Leonardo e mettendo in compensazione la differenza. Oltre 26 milioni di dollari per il «recupero dei costi delle lamelle». Dal canto suo Leonardo, che è un fornitore di Boeing da 40 anni, sostiene che gli americani rifiutino di documentare i dettagli della «lavorazione scadente» e argomentare i costi per conformare le parti. E conclude la causa ribaltando su Boeing le accuse. Secondo i vertici di piazza Montegrappa, gli eventuali difetti delle componenti del 767 sarebbero dovuti a imperfezioni insite nei materiali acquisiti all'origine da Boeing. Tanto più, sempre secondo Leonardo, nel corso della produzione la controparte non avrebbe segnalato i danni se non a cose fatte, contrariamente a quanto previsto dagli accordi. La mossa dell'ad, Alessandro Profumo, ha come primo effetto quello di tutelare i conti della divisione aeronautica che da tempo soffre, rispetto ai brillanti risultati del gruppo. Rischia però di aprire una grossa falla nelle relazioni storiche tra le due società e pure tra le due nazioni. La collaborazione reciproca si basa su un progetto come quello del 787 Dreamliner che non si può definire il successo del secolo. Al contrario, ha da alcuni anni messo in difficoltà le controparti. Recentemente nelle relazioni si inserisce il dipartimento della Difesa a stelle e strisce. Lo scorso ottobre decide di congelare la licenza di Leonardo per la commercializzazione degli elicotteri made by Boeing, chiamati in gergo tecnico Chinook 47 Er. La sigla sta per Extentend range. Sono gli elicotteri utilizzati dalle varie forze speciali in giro per il mondo. Gli stessi che la nostra Difesa aveva messo a budget per 500 milioni, poi sospeso alla fine del 2018, e accantonato su scelta del capo di Stato della Difesa, Enzo Vecciarelli. L'eventuale acquisto dei quattro velivoli prevederebbe l'attività congiunta - sebbene a Filadelfia - di Boeing e Leonardo. Gli Usa avrebbero deciso di fare verifiche e accertare che non ci sia alcuna contaminazione tecnologia verso Pechino. La partecipazione congiunta con il colosso americano tocca anche lo stabilimento di Pomigliano, dove da anni c'è una linea dedicata al velivolo civile Dreamliner e pure per le componenti del 767 che finiscono anche su velivoli militari in versione tanker. Qui in futuro Leonardo e i cinesi dovrebbero assemblare il Comac, un altro aereo passeggeri. Si sa che gli americani non prendono queste cose alla leggera e aggiungere con una causa altra benzina sul fuoco rischia di minare ancor di più i rapporti. Non tanto sul merito della diatriba (estremamente complessa), ma sulla strategia futura di coabitazione tra i due partner. Boeing investe da anni in Italia e in diverse filiere. Al momento quella dei cinesi resta una promessa e un piano dai contorni non troppo definiti. Tenere due mondi come la Cina e gli Stati Uniti sotto il tetto dello stesso stabilimento, richiederebbe poi firewall particolari e una attenzione quasi spasmodica. Alla Verità risulta che lo stesso Copasir segua la pratica e le eventuali ricadute sulla sicurezza nazionale e soprattutto gli equilibri atlantici dell'Italia. D'altra parte il gruppo di Seattle non è mai stato in difficoltà come in questo momento. Prima i fatti legati alla tragedia del 737 Max e poi gli effetti della pandemia di coronavirus, che ha lasciato a terra oltre l'80% dei passeggeri. Non si può ignorare però che la Casa Bianca ha nel cassetto un piano di incentivi. A partecipare al programma, varato dal Congresso nell'ambito del piano di aiuti da 2.200 miliardi di dollari per l'economia alle prese con il coronavirus, sono ben dieci colossi statunitensi. Da Delta a United Airlines, da American a Southwest Airlines. Indirettamente ne beneficerà anche Boeing.