2020-10-01
Alla gogna per l’epidemia ci va solo la destra
Dopo le condanne giornaliere alla Lombardia, cala il silenzio su Lazio e Campania dove i contagi galoppano.Non c'è mai nulla di piacevole nello scorrere il bollettino quotidiano dell'Istituto superiore di sanità sui contagi da coronavirus. Viene solo da sperare che le cifre calino, che il numero di morti giorno dopo giorno vada assottigliandosi, che le terapie intensive restino il più possibile deserte. E, soprattutto, che le persone celate dietro i numeri stiano bene, migliorino, guariscano. Ferisce, tuttavia, ricordare che delle persone - dei malati, dei morti e delle loro famiglie - c'è qualcuno che nei mesi terribili della chiusura totale non ha avuto alcuna pietà. Mentre gli ospedali lombardi traboccavano di contagiati, mentre - barricata in casa - la popolazione osservava atterrita gli automezzi carichi di bare che sfilavano in macabra processione lungo le strade del Nord, c'era chi ne approfittava per esercitarsi nell'arte dello sciacallaggio. Nel momento più duro, la Lombardia veniva bersagliata ogni ora: si attribuivano decessi e infezioni al malgoverno del centrodestra, si speculava sulle uscite del governatore e di questo o quell'assessore. Le prime pagine dei quotidiani e i titoli dei telegiornali e dei talk show erano un florilegio di critiche o, peggio, invettive. Non c'erano scrupoli, solo spietato calcolo politico. Quasi che dietro l'intera epidemia ci fosse la mano di Giulio Gallera (assessore regionale alla Sanità) o Attilio Fontana (presidente della Regione). Le loro azioni sono state passate al microscopio, le loro dichiarazioni setacciate in cerca di detriti. E va bene così, ci mancherebbe: l'informazione deve fare il suo mestiere, e i politici sono chiamati a rendere conto di ogni gesto, specialmente degli errori. Proprio per questo stupisce un po' la coltre di silenzio calata nelle ultime settimane su altri amministratori e altri governatori. Ieri, di nuovo, Campania e Lazio guidavano la triste classifica delle regioni con il più alto numero di nuovi contagi. I positivi in più erano 287 nel feudo di Vincenzo De Luca (per un totale di 6.113) e 210 nella terra di Nicola Zingaretti (dove le persone attualmente contagiate sono 7.148). Il giorno precedente, cioè martedì, i numeri erano simili: 286 nuovi positivi in Campania e 219 nel Lazio. Sempre martedì, il Sole 24 Ore notava che «Lazio e Campania contano rispettivamente 674 e 417 ricoveri ordinari e 45 e 35 in terapia intensiva contro 315 e 204 ricoveri ordinari di Lombardia ed Emilia (le Regioni del Nord più colpite) che registrano rispettivamente 33 e 14 pazienti in terapia intensiva». Insomma, le due regioni guidate da esponenti del Partito democratico vivono situazioni che magari non sono drammatiche, ma restano comunque le peggiori d'Italia. Dunque ci chiediamo: come mai De Luca e Zingaretti non finiscono sulla graticola? Certo: non è necessariamente colpa di un governatore se in una regione s'infetta più gente. I fattori in gioco sono tantissimi, e in ogni caso bisogna tifare affinché il quadro migliori ovunque, a prescindere dal colore politico dominante. A infastidire è piuttosto l'atteggiamento dei media, dei tanti osservatori con la bava alla bocca che azzannavano i garretti dei lombardi accusandoli di ogni nefandezza, e ora, di fronte agli spiacevoli record degli amministratori dem, fanno finta di niente o comunque minimizzano. E dire - tanto per fare un esempio - che su Zingaretti e la sua gestione delle forniture di mascherine si potrebbero scrivere libri. Ma a quanto pare tout est pardonné: se non ci sono sovranisti cattivi su cui accanirsi, anche le belve dell'informazione si addolciscono. Preferiscono dedicarsi a battere ancora su Milano, affinché le perfide destre paghino caro e paghino tutto. Di questa doppia morale, ovviamente, si fa largo uso anche fra i politici. Come abbiamo raccontato ieri, la maggioranza ha bocciato alla Camera la mozione presentata dal centrodestra in cui si chiedeva la pubblicazione integrale di tutti i verbali del Comitato tecnico scientifico, cioè le carte in base alle quali l'esecutivo decide sulla restrizione delle libertà personali. Mentre i giallorossi a Roma imponevano la segretezza, il Pd in Lombardia chiedeva a gran voce che fossero aperte al pubblico le sedute della commissione speciale deputata a indagare sulla gestione dell'emergenza Covid. Il presidente di tale commissione, il dem Gian Antonio Girelli, ha fatto filtrare le sue volontà tramite Repubblica: porte aperte a tutti. Perché - chiaramente - le presunte malefatte di Fontana, Gallera e soci devono essere esibite in piazza, vere o no che siano. Sulle decisioni del governo, invece, meglio che cali l'oblio. E meglio pure che si eviti di chiamare in causa i governatori rossi, a prescindere dal numero degli infetti nelle loro regioni.Dopo tutto, i giochetti politici sulla pelle di chi soffre si possono fare soltanto se c'è di mezzo la destra.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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