2022-05-08
Alitalia non paga i suoi ex commissari, da due anni aspettano il saldo della parcella
Alitalia deve circa 5-6 milioni di euro ai suoi ex commissari
Il governo ha un conto in sospeso con gli ex commissari di Alitalia, precedenti agli attuali (Giuseppe Leogrande, Daniele Santosuosso, Gabriele Fava) e trova mille scuse per non saldarlo. In tutto il debito si attesta a circa 5-6 milioni.
Stiamo parlando degli ex commissari Enrico Laghi, Stefano Paleari, Luigi Gubitosi, poi sostituito da Daniele Discepolo, che hanno gestito il tentativo di salvataggio della compagnia, con il governo Conte 1, ministro del Mise Luigi Di Maio, poi Stefano Patuanelli.
Il tentativo fu portato avanti da Atlantia, Fs e Delta, ma è franato dopo lunghi e lunghi mesi anche per le ricadute sulla holding dei Benetton, dei veleni politici dei Cinquestelle relativi al crollo del Ponte Morandi con l’ossessiva minaccia di revoca della concessione su Aspi. Paleari, già rettore dell’Università di Bergamo, ora rettore emerito, fu nominato commissario della compagnia a maggio 2017, assieme a Gubitosi e Laghi.
Paleari si mise in aspettativa e, quindi, non percepiva più stipendi dall’Università. A novembre 2018, Gubitosi si dimise per assumere la guida di Telecom e al suo posto venne nominato commissario straordinario Discepolo, avvocato milanese, consulente di molte banche. Per svolgere il loro ruolo, Paleari e Discepolo erano in azienda 3-4 giorni la settimana (arrivando da Milano) mentre Laghi, pur essendo a Roma, frequentava poco il vettore occupandosi prevalentemente delle relazioni con le istituzioni. Di fatto il docente bergamasco e il legale milanese si occupavano a tempo pieno della gestione di Alitalia.
I TRE COMMISSARI
L’11 novembre 2019 l’allora ministro del Mise Patuanelli organizzò un vertice fra i tre commissari, Gianfranco Battisti, ad di Fs e l’ex ceo di Atlantia Giovanni Castellucci: i manager comunicarono di non riuscire a costruire il consorzio, in un’operazione di circa 300 milioni di investimenti. In quel contesto, usciti Battisti e Castellucci, Patuanelli espresso compiacimento ai commissari e li esortò a continuare nell’opera di risanamento.
Nel 2019 Alitalia segnò il record di fatturato, di numero di passeggeri trasportati e ridusse la perdita giornaliera da 750 mila a 250mila euro. Una Agenzia americana segnalò come nel 2019 Alitalia fosse stata la compagnia più puntuale in Italia e la terza nel mondo. I commissari andarono avanti, ma all’improvviso, era il 5 dicembre 2019, il ministro Patuanelli convocò Laghi, Paleari e Discepolo: nello stupore generale, chiese loro di dimettersi senza addurre una specifica motivazione. In evidente imbarazzo l’esponente di M5S disse: «Bisogna fare come nel calcio, ogni tanto cambiare allenatore».
La revoca dell’incarico impedì ai commissari di incontrare i vertici di Ethiad, vecchi azionisti Alitalia con il 49% (incontro organizzato dopo tanti mesi di trattative) e chiudere una transazione che avrebbe portato nelle casse di Alitalia 200 milioni di euro. L’appuntamento fu faticosamente raggiunto grazie anche alla mediazione di un principe arabo e di una banca d’affari ed era fissato per il 10 dicembre 2019 ad Abu Dhabi. L’incontro naturalmente non ci fu. E non risulta che tale trattativa sia stata poi conclusa con un mancato introito per lo Stato.
IL NODO DEI COMPENSI
Patuanelli assicurò i commissari in merito alla pronta liquidazione dei loro compensi che sono regolati dalla legge (Prodi e Marzano) con un calcolo basato su parametri indicati dalla legge stessa. Non sono i commissari, quindi, che indicano le rispettive parcelle. Naturalmente a Paleari e Laghi spetta un anno in più di compensi rispetto a Discepolo e Gubitosi. I quattro hanno depositano il rendiconto della loro gestione a febbraio 2020. Esso venne esaminato – senza sollevare rilievi – dal Comitato di sorveglianza di Alitalia e consegnato al Mise, come da legge. Nessuna osservazione da parte di nessuno su gestione e conti. I quattro attendono, quindi, che il Mise – come prescrive la legge - predisponga i calcoli e indichi quale sia il compenso. Dopo due anni e mezzo nulla è stato fatto dal Ministero, ignorando il dettato della legge.
Una lettera a Patuanelli, due a Giancarlo Giorgetti, una al sottosegretario alla presidenza del consiglio Roberto Garofoli e varie interlocuzioni con il capo di gabinetto Mise. Alle richieste dei commissari vengono date le risposte più fantasiose e diverse: il provvedimento è pronto; la direzione deve fare ancora delle verifiche; deve passare al controllo del capo di Gabinetto; deve passare al controllo del vice capo di Gabinetto; deve essere verificato dagli attuali commissari (attività questa non prevista dalla legge). Adesso in assenza di riscontri concreti, come il pagamento delle spettanze, siccome non è il Mise a pagare, ma l’Alitalia in amministrazione straordinaria (è sempre la legge a prevederlo) i tre potrebbero rivolgersi al Tar.
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