2024-10-11
Il diario dell’ultimo ribelle de Benoist: «Il crimine peggiore è l’“umanità”»
Alain de Benoist, filosofo (Getty)
In uscita «L’esilio interiore», raccolta di aforismi del pensatore francese su sé stesso, l’Europa e la modernità. Tra i ricordi, un incontro con il «fascista». Giano Accame e un collega di «MondOperaio»: «Impensabile in Francia».«Gli occhi sono lo specchio dell’anima». La prova è che sono la sola parte del corpo a non invecchiare. ~~~Quando sono arrivato a Parigi, la città comprende va diversi quartieri, che avevano tutti una personalità diversa. Avevano una propria musicalità. Un tempo, ognuno aveva addirittura il proprio linguaggio. Oggi non vi sono più quartieri, ma solo distretti. ~~~La vista contro l’udito, lo spazio contro il tempo, la concretezza contro l’astrazione - è tutt’uno. ~~~L’ossessiva questione della natura delle origini o degli inizi. Perfezione originaria che poco a poco si degrada o magma indifferenziato che poco a poco si mette in forma? Decidersi per l’una o per l’altra concezione significa aderire a filosofie della storia totalmente opposte. Per ostilità all’ideologia del progresso, sono spinto verso la prima, ma è davvero possibile prenderla sul serio? Paradiso perduto, Età dell’Oro, Tradizione primordiale - troppa speculazione metafisica per i miei gusti. Credo che il passato possieda un altro tipo di autorità. D’altronde, tra i greci, è proprio il caos a regnare all’inizio (e non alla fine). ~~~Passata una certa età, si scopre la saggezza triste. Una saggezza nata dalla tristezza? Com’è triste! ~~~In un romanzo poliziesco, leggo questa «ricetta del la felicità», espressa in forma scherzosa. Essere felici è molto semplice: basta prendersi tutto il merito, attribuendo i torti agli altri. È probabilmente questo il motivo per cui penso di non essere mai stato veramente felice (ammesso che questa parola abbia un senso). ~~~L’uomo è un erede, ma ciò che eredita non è un passato, quanto la capacità di plasmare l’avvenire. ~~~Non si ha mai troppo denaro quando si crede che il suo valore sia relativo; se ne ha sempre troppo quando si crede sia assoluto. ~~~Il mio lato «kantiano» - eccome se esiste! - fa parte del mio gusto per l’imparzialità. L’imparzialità esige che ci si astragga da sé (dal proprio punto di vista, dal proprio contesto); tuttavia, la giustifico con Heidegger (critica della metafisica della soggettività) e non tramite Kant. Lo stesso vale per la mia convinzione secondo cui un principio non vale che per la sua generalità (dato che è la sua generalità a conferirgli il carattere di principio). Il diritto dei popoli di disporre di sé stessi vale per tutti i popoli: la causa di un popolo, in questo senso, è indissociabile dalla causa dei popoli. Al tempo stesso, è un dato di fatto che, dal punto di vista della filosofia morale, la ricerca dell’imparzialità possa anche portare al contrattualismo o all’utilitarismo. Si tratta dunque di conciliare due cose: la necessità dell’imparzialità, garanzia di una maggiore oggettività, e il fatto che siamo degli esseri situati. Sempre in bilico. ~~~Motto della famiglia de Benoist: «Gusto, ordine, pazienza e tempo». ~~~Non amiamo coloro che sono morti, ma il ricordo che ne serbiamo. Amare i propri ricordi è amare sé stessi. Pensiero piuttosto deprimente.~~~ Il peggior crimine contro l’umanità è l’umanità. Detto altrimenti, il segreto dell’umanità è la sua inumanità. ~~~La crisi dell’identità europea è esattamente paragonabile a quella dell’identità maschile. L’Europa non sa più chi è da quando non domina più il mondo. Gli uomini non sanno più chi sono dalla fine del patriarcato. ~~~Prima si sopprimono le frontiere, poi si erigono muri. Le frontiere regolavano, i muri bloccano (o si suppone lo facciano). Che progresso! ~~~Tra uomo e donna non c’è più «medesimezza» di quanta non ce ne sia nel semplice desiderio, poiché per l’uomo l’amore implica sempre l’amore di un corpo (che appartiene a una persona), mentre per una donna è l’amore di una persona (che possiede un corpo). ~~~Gli africani, troppo estroversi. Gli asiatici, troppo introversi. L’equilibrio europeo?~~~Dalla gioia del corpo si è passati al godimento del corpo. Dopodiché, il godimento del corpo ha screditato il corpo. Come riabilitarlo (non «ripararlo» o «aumentarlo»)? ~~~A destra, disprezzo del pensiero; a sinistra, disprezzo della realtà. ~~~Quando sento parlare italiano, mi sento già meno misantropo. ~~~L’inferiorità degli uomini rispetto agli dèi è che non sono immortali. L’inferiorità degli dèi rispetto agli uomini è che non possono darsi la morte. ~~~La libertà è l’essenza della verità. Il contrario della verità non è l’errore o la menzogna, ma l’inautentico.~~~ Differenza di natura tra l’individualismo dei Paesi del Nord e quello dei Paesi del Sud. Nel Nord, nasce da un’esagerazione dell’idea di libertà; nel Sud, da una deformazione dell’idea di eguaglianza. ~~~L’Italia è bella, la Germania è grande, la Francia è o eccezionale o mediocre ~~~Ricordo un pranzo a Roma, il 7 giugno 1989, con Giano Accame, allora direttore del Secolo d’Italia, e Mario Baccianini, responsabile di MondOperaio. Secondo Accame, Baccianini non era abbastanza socialista; il socialista gli rimproverava amichevolmente, di non essere abbastanza liberale! Immagino la faccia di un intellettuale parigino a quel pranzo.~~~17 dicembre 2013. La morte di Dominique Venner, avvenuta ormai più di sei mesi fa, mi ossessiona poiché la vedo come una sfida personale. Camus dice va: «Morire per un’idea è il solo modo di essere all’altezza dell’idea». ~~~Il razzismo ispirato dall’ideologia del progresso: «Gli altri popoli non hanno creato civiltà». Hanno fatto di più: hanno creato culture. ~~~Ammiro quelli che dicono di poter condurre, con uguale successo, la propria vita pubblica e la propria vita privata. Ma ho il sospetto che, se non mentono, per lo meno si illudano. ~~~Si è rimproverato al marxismo di credere all’onnipotenza, «in ultima istanza», dell’economia. Oggi si con stata che sono le democrazie liberali quelle più al servizio delle potenze economiche (e finanziarie), mentre gli ultimi Stati comunisti si sforzano di salvaguardare le prerogative del politico (cosa che d’altronde viene loro rimproverata). A modo suo, Marx aveva ragione.
Gli abissi del Mar dei Caraibi lo hanno cullato per più di tre secoli, da quell’8 giugno del 1708, quando il galeone spagnolo «San José» sparì tra i flutti in pochi minuti.
Il suo relitto racchiude -secondo la storia e la cronaca- il più prezioso dei tesori in fondo al mare, tanto che negli anni il galeone si è meritato l’appellativo di «Sacro Graal dei relitti». Nel 2015, dopo decenni di ipotesi, leggende e tentativi di localizzazione partiti nel 1981, è stato individuato a circa 16 miglia nautiche (circa 30 km.) dalle coste colombiane di Cartagena ad una profondità di circa 600 metri. Nella sua stiva, oro argento e smeraldi che tre secoli fa il veliero da guerra e da trasporto avrebbe dovuto portare in Patria. Il tesoro, che ha generato una contesa tra Colombia e Spagna, ammonterebbe a svariati miliardi di dollari.
La fine del «San José» si inquadra storicamente durante la guerra di Successione spagnola, che vide fronteggiarsi Francia e Spagna da una parte e Inghilterra, Olanda e Austria dall’altra. Un conflitto per il predominio sul mondo, compreso il Nuovo continente da cui proveniva la ricchezza che aveva fatto della Spagna la più grande delle potenze. Il «San José» faceva parte di quell’Invencible Armada che dominò i mari per secoli, armato con 64 bocche da fuoco per una lunghezza dello scafo di circa 50 metri. Varato nel 1696, nel giugno del 1708 si trovava inquadrato nella «Flotta spagnola del tesoro» a Portobelo, odierna Panama. Dopo il carico di beni preziosi, avrebbe dovuto raggiungere Cuba dove una scorta francese l’attendeva per il viaggio di ritorno in Spagna, passando per Cartagena. Nello stesso periodo la flotta britannica preparò un’incursione nei Caraibi, con 4 navi da guerra al comando dell’ammiraglio Charles Wager. Si appostò alle isole Rosario, un piccolo arcipelago poco distanti dalle coste di Cartagena, coperte dalla penisola di Barù. Gli spagnoli durante le ricognizioni si accorsero della presenza del nemico, tuttavia avevano necessità di salpare dal porto di Cartagena per raggiungere rapidamente L’Avana a causa dell’avvicinarsi della stagione degli uragani. Così il comandante del «San José» José Fernandez de Santillàn decise di levare le ancore la mattina dell’8 giugno. Poco dopo la partenza le navi spagnole furono intercettate dai galeoni della Royal Navy a poca distanza da Barù, dove iniziò l’inseguimento. Il «San José» fu raggiunto dalla «Expedition», la nave ammiraglia dove si trovava il comandante della spedizione Wager. Seguì un cannoneggiamento ravvicinato dove gli inglesi ebbero la meglio sul galeone colmo di merce preziosa. Una cannonata colpì in pieno la santabarbara, la polveriera del galeone spagnolo che si incendiò venendo inghiottito dai flutti in pochi minuti. Solo una dozzina di marinai si salvarono, su un equipaggio di 600 uomini. L’ammiraglio britannico, la cui azione sarà ricordata come l’«Azione di Wager» non fu tuttavia in grado di recuperare il tesoro della nave nemica, che per tre secoli dormirà sul fondo del Mare dei Caraibi .
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Il Comune di Merano rappresentato dal sindaco Katharina Zeller ha reso omaggio ai particolari meriti letterari e culturali della poetessa, saggista e traduttrice Mary de Rachewiltz, conferendole la cittadinanza onoraria di Merano. La cerimonia si e' svolta al Pavillon des Fleurs alla presenza della centenaria, figlia di Ezra Pound.