2021-10-16
Al porto di Trieste c’è la resistenza. I disturbatori esterni sono cacciati
In oltre 5.000 a sostegno dei lavoratori in sciopero. L’attività ha rallentato ma auto e mezzi pesanti possono entrare. «Si va avanti a oltranza». Gli antagonisti di sinistra mandati via al grido di «questa è casa nostra»Ieri il porto di Trieste non si è bloccato ma la manifestazione organizzata dal Coordinamento dei lavoratori del porto ha visto la partecipazione nel corso della giornata di oltre 5.000 persone tra portuali in sciopero, lavoratori di altre categorie e cittadini solidali riuniti davanti a uno dei varchi d’accesso allo scalo. Qualche tensione è stata subito placata dagli stessi portuali che hanno tenuto lontani i «disturbatori» esterni. Quando alcuni esponenti degli antagonisti di sinistra volevano prendere la parola, i portuali hanno risposto «questa è casa nostra». Così come è stato subito allontanato Fabio Tuiach, ex consigliere comunale noto per le sue posizioni estremiste ed ex pugile, che ha tentato di impedire a un’auto di entrare. Da una piccola postazione sono stati distribuiti (gratuitamente, con offerte volontarie) pizze, panini, dolci, birra e caffè. Offerti anche alle forze dell’ordine inviate dal prefetto Valerio Valenti, che giovedì non aveva usato mezzi termini: «È una manifestazione non autorizzata e chi sciopera fa reato». Lo stesso Valenti ieri ha detto che continua l’attività di osservazione e verifica del comportamento dei manifestanti perché «ci sono gli estremi per una denuncia per il reato di manifestazione non preavvisata e non autorizzata. Eventuali denunce spetterà all’autorità di polizia farle, a manifestazione conclusa. Se ci saranno altri reati verranno valutati». Per quanto riguarda l’operatività del porto, «mi sembra che oggi l’ingresso allo scalo sia stato consentito e i varchi siano rimasti aperti. Mi viene da dire che il reato di interruzione di pubblico servizio non ci sia stato ma questo compete all’autorità di polizia sostenerlo e all’autorità di polizia giudiziaria valutarlo. Sicuramente c’è il reato di manifestazione non preavvisata e non autorizzata». Nel porto sono entrati mille mezzi pesanti e macchine, mentre non è quantificabile il numero degli operatori che si sono presentati al lavoro. L’attività ha soltanto subito qualche rallentamento. Perché se al Varco 4 i camion nemmeno si sono avvicinati - alle auto era invece concesso di entrare - gli altri accessi al Porto erano tutti aperti e sono entrati un migliaio di macchine e mezzi pesanti (che significa un migliaio di lavoratori). Inoltre, una nave ha attraccato e Adriafer ha formato vari treni perché partissero. L’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale ha attivato un punto tamponi per l’effettuazione dei test antigenici per le lavoratrici e i lavoratori del porto nell’ambulatorio medico e ieri, prima giornata, ne sono stati prenotati una cinquantina. Il portavoce del Coordinamento dei portuali, Stefano «Ciccio» Puzzer, già in mattinata aveva precisato che «chi voleva entrare per andare a lavorare» poteva farlo, e difatti tranne uno o due episodi, l’accesso è stato garantito a tutti i dipendenti. Nel breve incontro con i giornalisti ha detto che «il green pass non è una misura sanitaria ma un ricatto per costringere le persone a vaccinarsi» ed ha ammesso che «si va avanti a oltranza. Siamo per la libertà di scelta», dice il portavoce del Clpt, «io sono vaccinato, ma ognuno deve avere la possibilità di decidere. Per due anni abbiamo lavorato in condizioni di sicurezza che rispettavano il 10% del protocollo di sicurezza, e per tutta risposta cosa ci dicono? Che senza green pass non possiamo lavorare». I promotori hanno quindi ripetuto che la protesta continuerà finché il green pass non sarà abolito», quindi almeno fino al 31 dicembre, data di scadenza del decreto. Ma bisognerà attendere oggi per vedere se davvero la protesta terrà per altri quattro giorni. E il numero degli irriducibili è destinato a diminuire più passeranno i giorni.Intano restano sul tavolo le dimissioni del presidente dell’Autorità Portuale, Zeno D’Agostino: «Se lo faccio è colpa loro», ha detto giovedì. Quanto ai sindacati confederali, in serata le segreterie territoriali di Trieste di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil Trasporti e Ugl Mare hanno diffuso un comunicato invocando uno stop allo sciopero: «Crediamo che debba riprendere quanto prima la piena operatività del porto» perché dopo aver ottenuto la gratuità dei tamponi per i lavoratori del porto che ne hanno la necessità, «pensiamo che ogni ulteriore fermo non venga più compreso dalla maggioranza dei lavoratori. Cercheremo nel contempo di ottenere analoga misura in tutti i settori lavorativi». Secondo le segreterie, sono altri i temi che devono ritornare a essere all’attenzione dei portuali e delle organizzazioni che li rappresentano: «Riapriamo quanto prima i tavoli sulle trattative di secondo livello e ridistribuiamo ai lavoratori portuali i guadagni dell’incremento di produttività che c’è stata e che ci sarà nel porto di Trieste».