
Ne rimangono 483, che però non intervengono sul budget. Restano quindi i 14 miliardi di spesa con copertura dall’extragettito di primavera: l’Aula ha voluto evitare lo scontro con Mario Draghi. Interventi su stufe e pesca.Presentati 483 emendamenti al decreto Aiuti bis. Sembrano tanti ma non lo sono e soprattutto nessuno di questi mira a stravolgere il testo e tanto meno a aumentarne il perimetro di spesa. Il decreto nasce infatti per spendere circa 14 miliardi destinati al taglio bollette e a incentivi di varia natura: dalla cigs al taglio di un po’ di cuneo fiscale, dal rifinanziamento del bonus psicologo al fondo per i lavoratori autonomi, passando dal miliardo all’ex Ilva fino alla rivalutazione delle pensioni. La copertura viene tutta dall’extragettito incassato dallo Stato nei mesi di aprile, maggio e giugno. Il testo viene partorito dal Cdm a governo già dimissionario ma sono bastate altre settimane di caro prezzi e di campagna elettorale per rendere sia tecnicamente sia politicamente il decreto una carezza e non certo un intervento risolutivo. D’altronde l’esecutivo di Mario Draghi ha stanziato dallo scorso gennaio circa 50 miliardi per le bollette, la benzina e in generale per tentare di frenare l’inflazione. Non solo non sono bastati, ma a nostro avviso serviranno a sostenere lo stesso circolo vizioso inflattivo. Ecco perché per un attimo è sembrato che i partiti, d’accordo a chiedere un nuovo importante decreto, anche a costo di fare scostamento di bilancio, potessero intervenire direttamente in Aula e sostanzialmente fare da sé e bypassare il governo. Ieri sono infatti stati depositati gli emendamenti. Saranno tutti votati entro lunedì e martedì prossimo si passerà al voto d’Aula. Le norme, come suggerito su queste colonne da Daniele Capezzone, avrebbero consentito ai gruppi di intervenire inserendo nuovo budget di spesa con una serie di disposizioni o interventi. Certo, contestualmente l’Aula avrebbe potuto azionare la leva dello scostamento di bilancio. O cercare di farlo. Il governo essendo dimissionario non avrebbe potuto mettere la fiducia e a quel punto i partiti - tutti in campagna elettorale - si sarebbero spinti ad avviare la conta e vedere chi è effettivamente disposto ad accantonare i nuovi interventi o portare avanti lo scostamento. Invece, nulla. Il Mef negli ultimi due giorni ha fatto sapere che non sarebbero stati graditi né accettati emendamenti in grado di stravolgere il testo e imporre un cambio di linea. Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, Draghi sarebbe intenzionato a partorire la prossima settimana un mini decreto. Finanziato soltanto con l’extragettito di luglio, cioè con una somma che difficilmente potrebbe superare il mezzo miliardo. Ieri è stato anticipato il dato di agosto. Dovrebbe trattarsi di altri 650 milioni, ma fino al 15 settembre - per motivi tecnici - non possono essere stanziati. Così, i desiderata del Mef sono stati accolti e sembra che i partiti abbiano rinunciato a priori a scontrarsi con Draghi. Così sfogliando l’elenco si vede che, a parte importanti novità nel settore del Copasir, gli altri emendamenti hanno un perimetro molto limitato. I 5 stelle i sono occupati delle stufe. «La crisi energetica sta avendo delle ricadute anche sui prezzi del pellet e la situazione sta diventando sempre più drammatica, soprattutto nelle zone di montagna dove il riscaldamento diventa necessario anche nel periodo estivo», si legge in una nota dei deputati del M5s Elisa Tripodi e Luca Sut. L’obiettivo è l’abbassamento dell’Iva sul pellet dal 22% al 10%. Importante certo, ma non risolutivo. Gli azzurri dal canto loro si sono concentrati sulla Sicilia. «Forza Italia conferma la sua attenzione per un settore, quello della pesca, che rischia lo stop a causa del caro carburante. Ad essere penalizzati sono soprattutto i pescherecci delle isole minori, dove uno stesso carico di carburante arriva a costare molto di più rispetto a quello effettuato in un porto di grandi dimensioni», si legge nella nota del partito. «Con i nostri emendamenti chiediamo che vengano destinate specifiche risorse attraverso l'istituzione di uno specifico fondo presso il Ministero delle Infrastrutture per sostenere il lavoro soprattutto dei pescatori di tutte le isole minori della Sicilia, da Lampedusa alle Egadi». Sempre in zona anche la Lega. «Pur se la legislatura volge al termine in questi giorni il Parlamento si sta confrontando con l’Aiuti bis», ha detto ieri Nino Minardo (Lega Salvini premier) che ha una grande importanza e in particolare può e deve dare sostegno al comparto della pesca che in Sicilia è in sofferenza. Il lavoro del gruppo della Lega al Senato ha prodotto un pacchetto strutturato di emendamenti che oltre al sostegno diretto al comparto individua provvedimenti per abbassare il costo dei carburanti attraverso una incisiva riduzione dell’Iva da 22% al 5% e per aggirare il divieto di azzeramento delle accise disposto da normative europee e già rilevato dal Mef». Un altro punto a favore della pesca, ma resta il discorso complessivo. La settimana prossima il mini decreto avrà pochi fondi e molti tagli ai consumi, alias razionamenti e recessione.
Antonella Sberna (Totaleu)
Lo ha dichiarato la vicepresidente del Parlamento Ue Antonella Sberna, in un'intervista a margine dell'evento «Facing the Talent Gap, creating the conditions for every talent to shine», in occasione della Gender Equality Week svoltasi al Parlamento europeo di Bruxelles.
Ansa
Mirko Mussetti («Limes»): «Trump ha smosso le acque, ma lo status quo conviene a tutti».
Le parole del presidente statunitense su un possibile intervento militare in Nigeria in difesa dei cristiani perseguitati, convertiti a forza, rapiti e uccisi dai gruppi fondamentalisti islamici che agiscono nel Paese africano hanno riportato l’attenzione del mondo su un problema spesso dimenticato. Le persecuzioni dei cristiani In Nigeria e negli Stati del Sahel vanno avanti ormai da molti anni e, stando ai dati raccolti dall’Associazione Open Doors, tra ottobre 2023 e settembre 2024 sono stati uccisi 3.300 cristiani nelle province settentrionali e centrali nigeriane a causa della loro fede. Tra il 2011 e il 2021 ben 41.152 cristiani hanno perso la vita per motivi legati alla fede, in Africa centrale un cristiano ha una probabilità 6,5 volte maggiore di essere ucciso e 5,1 volte maggiore di essere rapito rispetto a un musulmano.
Donald Trump (Ansa)
Luci e ombre nel primo anniversario della rielezione alla Casa Bianca: promosso in Medio Oriente, rimandato sull’Ucraina. Borsa ai massimi ma «sopravvalutata». L’inflazione cresce e la Fed mantiene i tassi alti. Stallo record sulla legge di bilancio.
Gli elettori della Virginia chiamati a scegliere il nuovo governatore si sono espressi: «Trump you are fired! (sei licenziato, ndr). In uno stato però tendenzialmente blu, che nel 2024 aveva scelto Kamala Harris. E confermando il trend, ha optato per la democratica Spanberger. Sebbene il governatore uscente fosse repubblicano. Colpa dello shutdown a detta di molti. Cosa sia lo vedremo alla fine. E comunque negli ultimi 20 anni i democratici alla guida della Virginia sono stati scelti cinque volte su sette. Ma al netto delle elezioni in Virginia, e dando per scontato che la città di New York e lo Stato del New Jersey votassero democratico (per intendersi sono un po’ come Bologna e la Toscana per il Pd), a un anno esatto dalla sua rielezione alla Casa Bianca qual è il bilancio della seconda presidenza Trump?






